
L'Editoriale
Martedì 05 Ottobre 2021
Salario minimo
Non solo numeri
La questione del salario minimo obbligatorio sembra semplice da risolvere, per certi versi sacrosanta, trattandosi di mettere fuori legge livelli scandalosamente bassi. Ma qual è il punto di riferimento giusto? I 5 Stelle, a cui il salario minimo piace, perché coerente con il loro dirigismo sociale, parlano di 9 euro lordi, corrispondenti a circa 7 netti. In Germania, Scholz aveva indicato nel suo programma elettorale il livello 12 euro. Nel contratto metalmeccanico è praticamente 10 euro. Tutti d’accordo, comunque, sul fatto che stare sotto questi parametri è qualcosa di offensivo per la dignità delle persone e del lavoro, anche se questo accade largamente nella prassi. I riders rischiano anche la pelle con le loro bici nel traffico per 3-4 euro. Fin qui, dunque, sembra tutto semplice e chiaro. Con una legge e relative sanzioni si farebbe giustizia e chiarezza. Ma invece proprio qui cominciano i problemi. Intanto perché l’85% dei lavoratori è garantito da contratti migliori e fare una legge per il 15% è appunto da dirigisti.

Sindacati ed imprese, da noi, l’hanno sempre avversato, e l’ultimo tentativo affossato è stato quello del governo Renzi. Contrari i sindacati perché ritengono, con apertura alle logiche di mercato, che sia meglio affidarsi alla libera discussione delle parti, dato che punto fisso di qualunque contratto è proprio il minimo salariale. Persino imprenditori un po’ rudi come Amazon hanno appena negoziato stipendi di ingresso in crescita dell’8%. Alcune proposte di legge nate a sinistra vogliono proprio questo: che sia trasferito a tutti l’accordo raggiunto tra le parti sociali, e si dovrebbe se mai garantire meglio la rappresentanza, visto che i contratti sono diventati 985.
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