Strage a Gaza, il diritto umanitario violato

MONDO. La strage di civili palestinesi (almeno 112 persone oltre a 760 feriti) a Sud di Gaza City, nel Nord della Striscia, uccisi dalle forze israeliane mentre aspettavano i camion con gli aiuti alimentari, se le accuse verranno confermate (le circostanze non sono ancora chiare, Israele dà un’altra versione), sarebbe solo l’ultimo episodio di violazione di diritto umanitario da parte dello Stato ebraico in questa maledetta guerra scaturita dalla mattanza dei terroristi di Hamas, il 7 ottobre scorso.

Non è una cosa di poco conto, perché Israele ha diritto alla giustizia, ma non alla vendetta. Trattandosi di una democrazia, è tenuta ancor più a rispettare quello che si chiamava il diritto di guerra, oggi diritto dei conflitti armati. Nonostante in «Guerra e pace» Tolstoj, affidando il suo pensiero al principe Andrea, spieghi che la guerra è il sovvertimento di ogni umanità poiché rende nobile ogni nefandezza, dall’assassinio allo spionaggio, dal tradimento alla spoliazione degli abitanti, dal saccheggio all’inganno alla menzogna, «tutte azioni che si dicono astuzie militari e vengono premiate con medaglie», c’è un codice da rispettare anche nei conflitti. Questo codice ha lo scopo di limitare i danni imponendo una disciplina comune, almeno in linea di principio, nell’uso della forza, affermando anche il diritto di protezione di tutti coloro che non sono coinvolti nelle ostilità: i civili, i feriti, i malati, i naufraghi, i prigionieri di guerra.

Di questo codice il governo israeliano non tiene conto. I civili palestinesi uccisi sono quasi 30mila. È vero, dall’altra parte ha un gruppo di terroristi che ha dimostrato di non aver pietà per nessuno – che ha compiuto le atrocità più orrende, compresa la violenza sugli ostaggi – e utilizza le vittime palestinesi per strumentalizzare la sua causa di morte, ma Israele, proprio perché è una democrazia, non può abbassarsi al suo stesso livello. Del resto anche in Ucraina e nelle guerre dimenticate che si svolgono nei quattro angoli del Pianeta – dallo Yemen al Sud Sudan - avviene tutto questo. La Russia non ha certo rispettato le abitazioni civili ucraine, a giudicare dal numero di uomini, donne e bambini morti sotto le bombe di aerei e carrarmati, per non parlare delle esecuzioni di civili sul posto, con il ritrovamento di fosse comuni. In particolare nella guerra di Israele i civili palestinesi (come quelli israeliani il 7 ottobre) sono le principali e numerosissime vittime, bersaglio di vere e proprie strategie di combattimento, a cominciare dai bombardamenti indiscriminati dell’aviazione israeliana che fanno vittime soprattutto tra i bambini. La violazione del diritto umanitario è anche la mancata possibilità di accesso da parte della popolazione all’assistenza sanitaria, con il mancato rispetto dello spazio della cura e della salute, con l’assenza di protezione di medici e infermieri, di ospedali, di ambulanze. Gli ospedali dovrebbero essere risparmiati dai conflitti e invece nessuna delle due parti li rispetta: Hamas vi nasconde uomini, armi e ostaggi, Israele li bombarda senza pietà, autolettighe comprese.

Non solo, la violazione del diritto umanitario ha ripercussioni gravi anche con le organizzazioni non governative internazionali che operano sui vari fronti di guerra, che non riescono ad avvicinarsi nelle zone dove potrebbero prestare soccorso e portare in salvo o sfamare i civili.

Di fronte a tutto questo l’Onu, la principale agenzia transnazionale incaricata di far rispettare il diritto umanitario, sembra totalmente impotente. In particolare va registrata la posizione bifida degli Stati Uniti, che definisce pubblicamente «esagerata» la reazione di Israele, invia il segretario di Stato per cercare di convincere Netanyahu a miti consigli ma finora utilizzando il suo diritto di veto ha bloccato al Consiglio di sicurezza qualunque proposta di tregua umanitaria per salvare le centinaia di migliaia di profughi palestinesi in fuga dall’inferno oltre a varare un maxi finanziamento allo Stato ebraico per continuare la guerra.

Una situazione senza precedenti, come dimostra la lettera che ben 800 tra diplomatici e alti funzionari di svariati Paesi occidentali (Italia compresa) hanno firmato: denunciano l’appiattimento dei rispettivi governi sulla sconsiderata devastazione di Gaza da parte delle autorità israeliane. Una contraddizione che mette in luce tutta la difficoltà di raggiungere dei negoziati e un compromesso che metta fine al conflitto. O che quantomeno permetta di salvare più vite umane possibili.

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