
L'Editoriale
Sabato 01 Agosto 2020
Trump in crisi
alza lo scontro
L’ultima sortita di Trump, ovvero il tweet in cui ipotizzava un rinvio delle elezioni presidenziali fissate per il 3 novembre, adducendo il timore di brogli nel voto per posta, ci fa capire che la campagna elettorale è entrata nel vivo. Ed è uno scontro anomalo, di certo il meno «normale» della storia recente degli Usa. In campo democratico Joe Biden, il candidato, gioca la carta
della forza tranquilla: pochi squilli, tanta mediazione (nei giorni delle proteste si è detto contrario al taglio dei fondi per la polizia), contropiede rispetto al protagonismo, spesso scomposto, di Trump. Si potrebbe persino dire che la vera campagna elettorale, per i democratici, la conduce Barack Obama. L’ex presidente ha una grande scelta di tempo e un’oratoria impeccabile, ma chissà se il suo presenzialismo (mai un ex era stato così attivo una volta lasciata la Casa Bianca) è tutto vantaggio per Biden. Dopo tutto, Obama sponsorizzava anche Hillary Clinton e sappiamo com’è finita.

Ma anche sul lato di Trump le anomalie si sprecano. Si capisce chiaramente, per dirne una, che molti nel Partito Repubblicano faticano a sopportarlo ma non hanno altra scelta che sostenerlo. E soprattutto, Trump deve correre in salita con uno zaino pesantissimo, dovendo rimontare il Covid che fa un morto al minuto (già oltre 150 mila il totale delle vittime) e ha portato allo sprofondo l’economia Usa, con il Pil crollato del 32,9%. A fine febbraio la maggior parte degli analisti considerava più che probabile la sua rielezione. Si capisce quindi perché Trump faccia tanta fatica ad adeguarsi al ruolo dell’inseguitore a cui le circostanze lo hanno improvvisamente costretto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA