Al «Marconi» 3 nuovi laboratori di chimica e fisica per formare i talenti di domani

Dalmine, obiettivo raggiunto dopo l’inizio dei lavori nel 2020 e una spesa di 250mila euro. Il preside: tappa fondamentale. La dirigente provinciale: bisogna amare queste discipline.

Gli onori di casa li hanno fatti loro: un centinaio di studenti delle diverse classi del biennio e del triennio del’Iti Marconi. Vestiti con camici bianchi e occhiali protettitivi hanno mostrato ad autorità, insegnanti e aziende venute per l’occasione, come andranno ad usare quegli spazi che oggi sanno di nuovo e quelle attrezzature che nei prossimi mesi diventeranno il loro pane quotidiano: dalle centrifughe, ai tester, dai lettori automatici di velocità a quelli di oscillazione. Sono stati inaugurati ufficialmente ieri pomeriggio all’Istituto tecnico dalminese tre nuovi laboratori: due di chimica e uno di fisica, attesi da tempo dalla scuola. L’istituto superiore di via Verdi vede gli iscritti da anni sempre in crescita: per il 2021-2022 il conteggio parla di 52 classi per circa 1.300 ragazzi. Dopo un primo ampliamento nel 2008, la scuola necessitava di nuovi spazi dedicati in particolare alle attività scientifiche di laboratorio a maggior ragione dopo che nel 2018 l’Istituto ha avviato l’indirizzo specialistico in chimica (con il vecchio laboratorio che faceva già fatica a contenere le 21 classi del biennio).

«Per noi i nuovi laboratori sono una tappa importante - spiega il dirigente del Marconi, Maurizio Chiappa - perché arrivano dopo un percorso durato almeno un paio di anni e dopo una pandemia che speriamo tutti sia alle spalle». Non è stato infatti un iter facile quello che ha portato alla loro realizzazione: i lavori dell’importo di 250mila euro sono cominciati a giugno 2020 con lo scavo a pianterreno sul retro delle fondamenta ma poi è arrivato lo stop per l’estate. Ripresi in autunno sono terminati con l’avvio del nuovo anno scolastico.

«Nella Bergamasca gli istituti tecnici sono un bene prezioso – dice Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale –, abbiamo oggi più che mai bisogno di fisici, di chimici, di matematici, di ingegneri. La sfida è quella di far amare queste discipline, spesso ritenute difficili da imparare, anche ai più piccoli, penso ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado. Gli stessi studenti tecnici possono aiutare: diventando orgogliosi ambasciatori della loro scuola».

«Gli ultimi anni sono stati difficili per le Provincie, tra il rischio di cancellazione, i tagli ai trasferimenti e al personale – aggiunge Pasquale Gandolfi, vicepresidente della Provincia facente funzioni di presidente –, ma l’attenzione e l’impegno sulle scuole è sempre rimasto tra i punti fondamentali. Spesso si dice che le sinergie tra pubblico e privato non funzionino, qui abbiamo l’esempio opposto».

Gli arredamenti dei due nuovi laboratori di chimica, uno dedicato all’insegnamento del biennio, e l’altro per l’indirizzo specialistico di chimica dei materiali, infatti, sono stati donati da un privato: Italcementi. «L’impresa deve essere corresponsabile con la scuola nello sviluppo dei talenti – afferma il direttore delle risorse umane di Italcementi, Giuseppe Agate – deve saperli riconoscere e allenare, non ci si può girare dall’altra parte. La nostra speranza è che questi laboratori possano essere proprio questo: una palestra per allenare il talento degli studenti».

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