All’Istituto Palazzolo anche la musica diventa cura e memoria

L’INIZIATIVA. Alla Rsa di Torre Boldone la prima del docufilm. Manzoni: «Ricordare è dar vita a un’emozione». Raccolta fondi per il progetto «Spazi di gentilezza».

«Si sente spesso dire che molte persone accolte nelle residenze sanitarie assistenziali hanno perso la memoria, ma in realtà ciò che emerge è che quella più autentica, legata alle emozioni, è l’ultima a svanire. Ed è proprio questa memoria emotiva a trasformarsi in prezioso ricordo». Con queste parole, Edoardo Manzoni, direttore generale dell’Istituto Palazzolo di Bergamo, ha introdotto la visione del docufilm «Oltre la musica - Protagonisti ad ogni età» realizzato dal regista Alberto Nacci, con l’organizzazione dell’Istituto Palazzolo delle Suore delle Poverelle, in collaborazione con Associazione culturale Terre di artisti e con AJPstudios.

Lunedì pomeriggio, 8 dicembre, nell’Auditorium Sala Gamma a Torre Boldone, è stato proiettato e presentato in anteprima davanti a una platea gremita di residenti della casa di riposo, operatori, familiari, amici, volontari e religiose. Un film che vede protagonisti otto ospiti della Rsa Istituto Palazzolo di Torre Boldone (presenti, molto emozionati, alla prima) che raccontano come hanno vissuto un concerto pensato appositamente per loro, e ospitato nella chiesa della struttura, in cui sono risuonate le loro canzoni del cuore.

Mostrando il potere evocativo della musica in grado di superare le barriere del tempo e della dimenticanza per cercare quei frammenti di esistenza che le canzoni stesse riescono a risvegliare. «Ricordare significa dare vita a un’emozione del passato nel presente – ha continuato Manzoni – . Dietro questa azione si cela un lavoro simbolico fondamentale che permette alle persone di riconnettersi con la propria esistenza attuale, attribuendo significato alla vita vissuta, nonostante si trovino all’interno di una comunità come quella della Rsa». Storie che il regista Nacci ha saputo riportare alla luce. «Queste persone mi hanno permesso di vedere nuove prospettive e di guardare dentro me stesso in un modo che non avevo mai considerato – ha detto emozionato il regista –. Ho compreso quanto sia importante volgere lo sguardo indietro. Questo è uno dei messaggi più significativi che vorrei offrire con questo lavoro: capire il valore di ciò che abbiamo vissuto è essenziale per dare senso e profondità al nostro presente».

«Abbiamo osservato come la musica possa riportarci a un’esperienza vissuta che, spesso, fatichiamo a esprimere a parole», ha fatto presente suor Lorenza Rocca, responsabile della Rsa Istituto Palazzolo. «Questa iniziativa mostra come l’arte possa essere una forma di cura, dalla grande potenza trasformativa», ha aggiunto F abio Sannino, presidente di Terre di artisti. Il docufilm non si limita a voler dare voce ai ricordi dei protagonisti, vuole anche sottolineare l’importanza dell’integrazione di forme artistiche in contesti di fragilità, come strumenti concreti per migliorare le condizioni di vita delle persone. «Nelle case di riposo non tutto si ferma: rappresentano spazi dove vissuti intensi si intrecciano nelle difficoltà. Un docufilm come questo ha sicuramente il merito di trasmettere un messaggio positivo e autentico su cosa significhino realmente queste strutture: luoghi dove il cuore continua a battere forte», ha detto il consigliere regionale Davide Casati. «Un progetto che pone al centro non solo chi vive in queste strutture come ospite, ma persone con esperienze, storie e vite vissute intensamente», ha dichiarato Massimiliano Serra, consigliere della Provincia che ha patrocinato l’evento, insieme, anche, al Comune di Torre Boldone. «Questa giornata di festa celebra quegli anziani che hanno avuto la capacità di mettersi in gioco, dedicando il loro tempo e contribuendo con il loro ricco bagaglio culturale. Poterli vedere giocare, partecipare e collaborare è un valore aggiunto», ha detto Sara Nicolini, vicesindaco e assessore ai Servizi sociali di Torre Boldone.

«Gentilezza» è stata la parola che è più risuonata tra gli ospiti della struttura intervistati nel film quando è stato chiesto loro come si trovassero nella loro nuova Casa. Un fil rouge che ritorna più volte tra le mura della Rsa grazie anche a un nuovo progetto che sta per prendere il via chiamato «Spazi di gentilezza» e per cui è attiva una raccolta fondi. «L’obiettivo principale di questo percorso è, partendo da un’analisi quantitativa e qualitativa dei bisogni, creare e riadattare ambienti funzionali per migliorare l’esperienza degli ospiti, in particolare per orientare, rassicurare e accogliere in modo caldo e umano gli anziani che risiedono nella nostra Rsa, abbattendo la percezione di trovarsi in un ambiente istituzionalizzato», ha spiegato Stefano Giudici, coordinatore della struttura. «Il progetto riguarda in primis la riorganizzazione e riqualificazione delle aree comuni di questa casa per renderle più accoglienti e facilmente identificabili per le persone anziane che presentano spesso difficoltà legate all’orientamento o al decadimento cognitivo», ha aggiunto Simona Ghezzi, responsabile del foundraising della struttura. Al termine suor Lorenza e Claudia Camesasca, coordinatrice infermieristica, hanno donato agli «attori» una stelle di Natale.

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