Andrea Sartirani iscritto agli Alpini: «Siamo senza parole»

IL PROFILO. «Il legno in comune», «Il legno: dalla natura alle cose», «Come stanno i nostri boschi?»: sono alcuni dei titoli delle mostre e dei convegni ai quali aveva preso parte negli ultimi anni quale relatore Andrea Sartirani: del legno il cinquantaseienne era infatti un vero e proprio cultore.

Nato e cresciuto praticamente nell’azienda di famiglia, la «Sartirani legnami» di Mozzo, chiusa qualche anno fa, nel 1987 si era diplomato ragioniere all’istituto «Maironi» di Ponte San Pietro e poi aveva lavorato nell’impresa di famiglia: una realtà imprenditoriale nata nell’immediato Dopoguerra, nel 1947, e che dieci anni fa contava 5 dipendenti e un fatturato di 900mila euro. Dopo la chiusura della segheria di Mozzo, Andrea Sartirani era rimasto nel settore del legno, lavorando per una società di Tirano, in Valtellina.

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Appassionato di parapendio e motocross, qualche anno fa era anche rimasto vittima di un infortunio sul lavoro, dal quale si era poi completamente ripreso. La sua passione professionale per il legno l’aveva spinto a partecipare in prima persona all’organizzazione di congressi e mostre al «Museo del falegname Tino Sana» di Almenno San Bartolomeo, alla kermesse dei Maestri del paesaggio a Bergamo Alta e con l’Ersaf, l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste. Sostenitore del Made in Italy, ha sempre collaborato con altre realtà del settore per andare oltre la semplice attività lavorativa. E, pur vivendo a Brembate Sopra, era sempre rimasto legato a Mozzo, dov’era iscritto fin dai primi Anni Novanta al gruppo degli Alpini (a militare si era congedato con il grado di sottotenente alpino). «La notizia della sua morte ha lasciato tutti senza parole – commenta il capogruppo Claudio Maggi –: siamo vicini ai famigliari». I funerali saranno celebrati a Mozzo, ma la data non è ancora stata fissata.

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