
(Foto di Bedolis)
AEROPORTO. Le parole del presidente dell’ente, Pierluigi Di Palma, il giorno dopo il dramma. Cgil-Cisl-Uil: «Un tavolo sul tema». I sindacati di polizia: «Pochi agenti, ma non sono responsabili».
Le risposte precise e dettagliate saranno messe nero su bianco in un’apposita relazione, quella che l’Enac – l’Ente nazionale per l’aviazione civile – ha chiesto alla direzione territoriale competente per ricostruire la dinamica del tragico incidente di martedì 8 luglio all’aeroporto di Orio al Serio, dove ha perso la vita il 35enne originario di Calcinate. Ma i primi elementi raccolti portano l’Enac a chiarire un punto importante: «Leggeremo attentamente la relazione – ha spiegato ieri Pierluigi Di Palma, presidente dell’ente -, ma non emergono situazioni di difficoltà infrastrutturale. Il presidio di sicurezza ha funzionato e non ha mostrato buchi».
Gli approfondimenti dell’Enac – che seguono un altro iter rispetto al fascicolo aperto d’ufficio dalla procura di Bergamo per istigazione al suicidio – consentiranno di comprendere più a fondo cosa sia successo e di capire se «ci siano profili per intervenire con delle prescrizioni»: in altri termini, se sono necessari degli interventi da approntare per rafforzare la sicurezza in alcune aree dello scalo. Anche se, precisa Di Palma, «la sicurezza del trasporto aereo non è stata a rischio».
«Valuteremo dalla relazione – ha aggiunto – se ci sono interventi da fare, anche se siamo abbastanza confidenti che il sistema di sicurezza dell’aeroporto di Bergamo sia assolutamente in linea con le normative. Enac presidia il sistema aeroportuale e stiamo verificando il fatto specifico, ma ben sappiamo che quanto accaduto rientra in un presidio infrastrutturale assolutamente coerente con la normativa». L’Enac ha poi ricordato che dopo l’incidente «abbiamo assistito i passeggeri» anche «con supporto psicologico», secondo un protocollo definito dopo il disastro di Linate del 2001.
Dai sindacati intanto arriva un richiamo a rafforzare l’attenzione sul «Caravaggio». Per la Fit Cisl è «necessario interrogarsi sulla reale sicurezza dello scalo bergamasco, anche alla luce di quanto accaduto non meno di un mese e mezzo fa», si legge in una nota: il richiamo è a una precedente intrusione sulla pista, quando «una persona era riuscita a scavalcare la recinzione ed eludere il sistema di sorveglianza, rimanendo per molte ore nel sedime aeroportuale per poi essere trovata durante il giro di ispezione che l’equipaggio opera prima di salire a bordo – ricostruisce il sindacato -. La persona era nascosta nel vano del carrello dell’aeromobile. Anche in quell’occasione, dopo la denuncia dell’accaduto, avevano con forza sollecitato l’apertura di un osservatorio sulla sicurezza che chiediamo da tempo, ma anche allora siamo rimasti senza le risposte risolutive che ci aspettavamo: chiediamo al gestore aeroportuale (Sacbo, ndr) e alle istituzioni di creare il prima possibile l’osservatorio da noi richiesto ormai da molto tempo».
«La sicurezza aeroportuale è sempre più spesso oggetto di appalti che abbassano le tutele dei lavoratori e complicano il processo di formazione»
Paolo Turani, segretario generale della Filt Cgil Bergamo, mette in fila alcuni dati: «La struttura di Orio al Serio è ormai sovradimensionata rispetto alle reali capacità gestionali», mentre «il personale è insufficiente e non viene messo nelle condizioni di garantire la sicurezza, soprattutto in situazioni straordinarie come quella di martedì. Da tempo segnaliamo la necessità di potenziare il presidio e la gestione della sicurezza in aeroporto, ma nulla è stato fatto. Nel frattempo il traffico cresce, così come le pressioni su chi lavora. Il continuo ampliamento dello scalo comporta ritmi e carichi di lavoro sempre più difficili da sostenere, in un contesto operativo che non chiude mai». In un comunicato, Uiltrasporti Bergamo segnala che «la sicurezza aeroportuale è sempre più spesso oggetto di appalti che abbassano le tutele dei lavoratori e complicano il processo di formazione. Da tempo chiediamo un incontro sul tema della sicurezza, ma niente si è mosso».
I segretari provinciali dei sindacati di polizia - Siulp, Sap, Siap, Fsp, Silp - parlano di «un campanello d’allarme che non si può ignorare: chiunque e con qualsiasi altro intento avrebbe potuto accedere a zone sensibili». Tema caldo resta quello della carenza di personale, come spiegano le sigle sindacali: «Rimarchiamo l’esigenza di rinforzare l’ufficio di polizia in ragione della cronica e grave carenza sofferta ormai da oltre un decennio. Tuttavia – precisano – il fatto accaduto martedì non ha nulla a che vedere con l’organico della polizia di Stato, considerato che, dalle notizie finora apprese, l’uomo avrebbe avuto accesso all’area sterile da aree che non sono presidiate da personale della polizia, che ha fatto tutto il possibile per raggiungerlo e fermarlo, già dal parcheggio».
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