Giocare a pallavolo, ma da seduti: disabili e non in palestra a Scanzo

Sport Inclusivo L’esperienza della Enjoyski Sport Odv sostenuta dai volontari dell’associazione «Il corallo».

Lo sport come gioco, divertimento e socializzazione per ragazzi e genitori, ma anche come momento di incontro e di condivisione di nuove esperienze. Soprattutto se i protagonisti sono ragazzi con disabilità o fragilità, per i quali non tutte le discipline sportive sono accessibili. Ma a Scanzorosciate c’è un «unicum», dalle chiare valenze inclusive: il sitting volley, o pallavolo da seduto , le cui regole sono le stesse della pallavolo, ma con una sola, e determinante, eccezione: non alzare il sedere da terra.

Le spese della palestra alla Us Scanzorosciate

Impegnata in questo sport «per tutti» è Enjoyski Sport Odv, un’associazione di Albino che dal 2015 è impegnata nell’avvicinamento delle persone con disabilità alla pratica sportiva e all’attività fisica all’aperto. Tutti i giovedì sera, dalle 19 alle 20, presso la palestra dell’Oratorio di Scanzo, propone, ormai da tre anni, ai ragazzi che hanno disabilità motorie e ai loro amici, un’ora di sport e di svago, su un terreno di gioco appositamente segnato per il sitting volley, cioè con il campo più piccolo e la rete più bassa. A sostenere questa esperienza inclusiva è l’associazione «Il Corallo» di Scanzorosciate, un gruppo di amici, alcuni dei quali disabili, anch’essi attenti a garantire pari opportunità ai portatori di handicap, con attività ed uscite sul territorio; e anche l’Unione Sportiva Scanzorosciate che sostiene le spese della palestra.

L’obiettivo è utilizzare lo sport come strumento di integrazione e inclusione sociale, offrendo ai ragazzi con disabilità e non, la possibilità di praticare attività sportiva in una logica di interazione, inclusione e pari opportunità di gioco»

«L’obiettivo del progetto sitting – spiega Stefano Gallizia , referente dell’associazione “Il corallo”, attiva a Scanzorosciate ormai da 30 anni – è utilizzare lo sport come strumento di integrazione e inclusione sociale, offrendo ai ragazzi con disabilità e non, la possibilità di praticare attività sportiva in una logica di interazione, inclusione e pari opportunità di gioco, nel rispetto di sé stessi, degli altri, delle regole e degli strumenti del gioco stesso. Ormai è tre anni che proponiamo il sitting volley; ad allenare e far giocare i 18 ragazzi della squadra è Alice Mosconi, 22 anni, volontaria della Enjoyski Sport Odv, che si avvale dell’aiuto dei nostri volontari. Non ci sono altre squadre a Bergamo, per cui i ragazzi giocano fra di loro, sei contro sei, seguendo le regole della pallavolo: la palla va inviata sopra la rete, affinché cada a terra nel campo opposto, cercando di evitare che ciò avvenga sul proprio campo; inoltre, la squadra ha a disposizione tre tocchi per rinviare la palla (in aggiunta al tocco di muro). In squadra ci sono atleti di tutte le abilità, normodotati o con capacità inferiori, senza distinzione alcuna. Pertanto, è uno sport “open”, veramente inclusivo, aperto a tutti».

L’idea di Alice Mosconi

Tutto è nato da una proposta di Alice Mosconi, volontaria della Enjoyski Sport Odv, che quattro anni fa ha conosciuto il suo presidente, l’albinese Mauro Bernardi , 45 anni, paraplegico dopo un incidente stradale, proponendogli, mentre era alle scuole superiori, di fare il tirocinio di «alternanza scuola-lavoro» nella sua associazione. Da lì è nata una stretta collaborazione che l’ha portata, dapprima a seguire in palestra con lui la squadra di Fiorano Al Serio; poi, a proporre questa esperienza anche a Scanzorosciate, dove peraltro ha trovato subito disponibilità da parte del sindaco Davide Casati e dei volontari dell’associazione «Il corallo», che già sono presenti sul territorio da molti anni, aiutando le famiglie con figli disabili a rendere interessante il loro tempo libero, con passeggiate al sabato mattina, uscite in gelateria e pizzeria, collaborazione durante le feste del paese.

La disponibilità di tutti, sia dell’allenatrice, sia dei ragazzi, ha permesso di far nascere una bella realtà dove sono coinvolti anche tanti volontari e genitori

«All’inizio sembrava tutto difficile – continua Gallizia –. Ma poi, la disponibilità di tutti, sia dell’allenatrice, sia dei ragazzi, ha permesso di far nascere una bella realtà, dove, oltre agli atleti, sono coinvolti tanti volontari e genitori che aiutano nella gestione degli allenamenti e delle partitelle. Una grande famiglia, dove tutti si vogliono bene, e dove è dimostrato che, quando c’è passione e voglia di stare insieme, non esistono limiti».

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