«Io medico aggredito a Pedrengo, davvero difficile lavorare così»

IL CASO . La testimonianza di Andrea Carlotti, 33 anni, colpito con uno schiaffo, in ambulatorio, da una paziente di un collega: «Questi sono episodi che scalfiscono fortemente la nostra vocazione, i dubbi sul proseguire ci sono».

Pedrengo

Prima le urla e gli insulti. Poi uno schiaffo, sferrato da una paziente a un medico di famiglia. È accaduto giovedì a Pedrengo, nel poliambulatorio di via Calvi, dove lavorano cinque medici di base. Verso le 16,15, in sala d’attesa i toni si fanno alti. Andrea Carlotti, da un anno esatto medico di base «titolare», è così uscito dallo studio per verificare: «Una donna, paziente di una collega, stava inveendo contro una delle segretarie dell’ambulatorio e l’aveva colpita (una “pacca”, ndr) con un referto – racconta Carlotti, 33 anni –. Mi sono rivolto alla paziente, che ha invece rincarato la dose insultandomi. Allora le ho chiesto di uscire dallo studio, certo alzando la voce, e in risposta ho ricevuto uno schiaffo». Ieri mattina, Carlotti ha sporto denuncia: «Non è la violenza in sé, lo schiaffo non è stato pesante, ma la situazione fa riflettere – prosegue il medico –. Gli insulti capitano ogni settimana, anche verso le segretarie, ma l’aggressione fisica non era mai capitata. Questi sono episodi che scalfiscono fortemente la nostra vocazione, i dubbi sul proseguire ci sono. Ho però ricevuto la solidarietà di altre persone che hanno assistito, mi ha fatto piacere».

La solidarietà dell’Ordine dei medici

La medicina di base, primo riferimento per gran parte dei cittadini, vive una lunga fase di difficoltà. «In cinque medici abbiamo 8mila assistiti – prosegue Carlotti –, organizzare tutta la burocrazia è complesso. Ci sono i numeri per le urgenze, le mail e una serie di canali per cui siamo contattabili. Ma le persone sono nervose perché il servizio sanitario nazionale è in crisi, i sistemi informatici vanno spesso in tilt, i più fragili a volte rinunciano alle visite perché non possono permettersi di andare in privato». Vicinanza arriva dall’Ordine dei medici: «Sono episodi che demotivano i professionisti – riflette il presidente Guido Marinoni –: tutte le specializzazioni da “front office” vengono abbandonate, come per i Pronto soccorso e la medicina di base. La paura delle denunce, ormai, non fa da deterrente: è venuto meno il senso di comunità, non si riconosce il ruolo sociale di chi lavora al servizio degli altri. È importante denunciare ogni aggressione».

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