Cronaca / Hinterland
Domenica 16 Novembre 2025
Jenny, mamma e giornalista sempre sul pezzo
IL LUTTO. Jenny Maggioni scriveva per «Italia a Tavola». Si è spenta a 45 anni, dopo una malattia incurabile. Lascia una figlia di 8 anni. Il dolore del papà e dei colleghi.
Lutto nel mondo del giornalismo per la prematura scomparsa di Jenny Maggioni. La 45enne di Seriate è mancata dopo una lunga malattia che ne ha minato il fisico ma non certo la forza di volontà che le ha permesso di lottare sino alla fine. Jenny lavorava per la redazione di «Italia a Tavola», rivista enogastronomica con sede a Mozzo, fondata dai colleghi Roberto Vitali e Alberto Lupini nel lontano 1986, dapprima con il nome di Bergamo a Tavola, poi di Lombardia a Tavola, prima di prendere il nome attuale della testata che è anche online.
La giovane giornalista ha lasciato un vuoto profondo in tutti coloro che la conoscevano, a partire dalla sua famiglia, con la figlia Diana di appena 8 anni, il padre Luciano e il fratello Gilles. Negli ultimi mesi ha lottato strenuamente contro un male invincibile, mostrando il suo lato migliore, nella speranza di poter continuare a crescere la sua bambina e nel contempo tornare a lavorare.
«Ricevo la forza per andare avanti dal bene che ha seminato mia figlia lungo la vita – racconta commosso Luciano Maggioni –. In queste ore sto ricevendo tanti messaggi e ricordi di Jenny che mi riempiono il cuore. Ha lottato senza mai mollare fino a ieri sera (venerdì, ndr) dopo l’ennesima ricaduta e il successivo ricovero all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Purtroppo ho rivissuto lo stesso percorso di mia moglie, scomparsa nove anni fa per la medesima malattia, trascorrendo gli ultimi mesi senza avere la speranza di una guarigione: è come rivedere un film da incubo conoscendo già l’epilogo finale».
Alberto Lupini: «Voglio ricordare Jenny come una giovane donna che ha trascorso una vita non sempre facile, fra dolori e sofferenze, ma che ci lascia una lezione importante: anche nei momenti più bui non ha mai gettato la spugna, e ha usato la professione di giornalista quasi come un’arma di riscatto»
Jenny aveva un animo gentile, accompagnato da un carattere deciso, condito da grande disponibilità. In redazione lavorava spesso il sabato mattina per chiudere gli articoli che arrivavano in concomitanza degli eventi organizzati nel fine settimana. Nel suo operato ha sempre mostrato sensibilità e intuito verso la notizia.
«Nel lavoro portava precisione, curiosità, disponibilità a mettersi in discussione: una visione che, pur nelle difficoltà, faceva la differenza»
«Pur essendo convintamente vegana – ricorda il direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini – ha sempre scritto oggettivamente e con equilibrio di ogni alimento, persino di alcuni professionisti considerati i re della griglia. Nel lavoro portava precisione, curiosità, disponibilità a mettersi in discussione: una visione che, pur nelle difficoltà, faceva la differenza».. Lupini ne ricorda le qualità: «Studiava per un titolo centrato e aveva una sensibilità particolare per cercare fatti di cronaca che potevano interessare i lettori di Italia a Tavola o per promuovere gli articoli di turismo pubblicati per Check-In, restando riservata e dietro le quinte: non usava la sua firma per mostrarsi, ma lavorava per tutta la nostra squadra – conclude Alberto Lupini –. Voglio ricordare Jenny come una giovane donna che ha trascorso una vita non sempre facile, fra dolori e sofferenze, ma che ci lascia una lezione importante: anche nei momenti più bui non ha mai gettato la spugna, e ha usato la professione di giornalista quasi come un’arma di riscatto. Grazie Jenny per la tua energia, per la tua cocciutaggine buona. E per averci unito come squadra».
La salma di Jenny Maggioni è composta nella casa del commiato di Seriate fino a domani, quando verrà portata al cimitero di Bergamo per la cremazione.
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