Ponteranica, il Bo.Po riapre a dicembre
«Spazio sempre più inclusivo e solidale»

IL CANTIERE. La gestione è stata affidata alle cooperative «Alchimia» e «Lavorare insieme» Cremaschi: «Edificio completamente rinnovato con un investimento da 300mila euro».

Il giorno tanto sperato e atteso è arrivato. Dopo tre anni di chiusura e precarietà gestionale, complicata dall’insorgenza della pandemia e della connessa emergenza sanitaria, venerdì 1° dicembre riapre al pubblico il centro comunale «Bo. Po» (acronimo di Bocciodromo Ponteranica), l’ex bocciodromo di via Concordia. Una riapertura che sa di rilancio della socialità in un locale, nato nel 2007, e divenuto negli anni punto di riferimento ricreativo, culturale e musicale. Un vero «coffee bar & music», per giovani e famiglie; ma anche spazio solidale, soprattutto negli ultimi anni, con concorsi di pittura e cucina, videoproiezioni, serate di danza e sempre buona musica dal vivo. Poi, nel 2020, dopo vicissitudini gestionali e la precarietà operativa connessa al Covid, la chiusura.

Il merito della sua riapertura è da attribuire alla tenacia dell’amministrazione comunale che, nonostante le due «manifestazioni di interesse» andate a vuoto nel 2022 , non si è rassegnata e ha continuato a cercare un nuovo gestore. Così, in primavera, alla terza indagine di mercato per la concessione d’uso, forte di migliori condizioni, certamente più appetibili, ha trovato il tanto agognato gestore che condurrà attività aggregative e ricreative, anche con valenza sociale e solidale, con durata decennale. Si tratta delle cooperative sociali Alchimia e Lavorare Insieme, riunite in un’associazione temporanea d’impresa. «Una terza “chiamata” che ha colpito nel segno – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Cesare Cremaschi –. È stata apprezzata la durata dell’appalto per la gestione che, rispetto alle proposte dello scorso anno, passa da 5 a 10 anni (dal 1° giugno 2023 al 31 maggio 2033). Inoltre, il canone annuo di locazione è stato molto diminuito, passando da 13.000 a 4.000 euro, peraltro a partire dalla terza annualità del contratto, mentre per favorire l’avviamento dell’esercizio nei primi due anni il canone è di 2.000 euro. Ma quello che veramente ha fatto dire di sì è che Bo.Po è stato consegnato al nuovo gestore completamente rinnovato. Un restyling strutturale con un investimento di 300mila euro, provenienti dalle casse comunali». I lavori, che hanno visto impegnato lo studio di ingegneria dell’architetto Luigi Donatello di Bergamo, hanno riqualificato l’immobile da sportivo, come era all’origine nel 2007, a ricettivo-ricreativo. Certo, la struttura e i locali rimangono invariati: il bar, il ristorante, il grande salone interno e le aree verdi esterne. Ma il progetto, concordato fra amministrazione comunale e le due cooperative, ha apportato accorgimenti che lo migliorano nei servizi inclusivi e nell’accessibilità: nuovi il tetto e il sistema di scarico delle acque dalla stessa copertura, così come lo scarico della cucina, l’impianto termico, il vespaio, ora areato; poi, nuove caldaie, nuovi isolamenti termici delle pareti interne ed esterne; chiusura della «buca» del campo di bocce, portato ora a livello del piano; sostituite anche le porte interne, oltre alla tinteggiatura esterna, alla sistemazione del giardino e delle tettoie esterne agli ingressi, per attività condivise all’aperto. Il cantiere, iniziato a fine giugno, è stato completato nei giorni scorsi. Ora, la palla passa alle due cooperative, che dal 1° dicembre inizieranno a gestire il rinnovato Bo.po. «Stiamo completando gli arredi interni, pronti per l’ultima settimana di novembre – afferma Marco Zanchi, presidente di Alchimia –. Il locale sarà bar e caffetteria, pizzeria e ristorante. Nota qualificante, la modalità di gestione solidale, con l’inserimento lavorativo di persone fragili e disabili, per garantire accessibilità e inclusione sociale. Inoltre, svilupperemo iniziative in stretto rapporto con la comunità, coinvolgendo le associazioni e le realtà aggregative del territorio e dando vita ad attività connesse ai servizi sociali e alle politiche educative».

© RIPRODUZIONE RISERVATA