Zanica, nel «Triangolone» un mega data center: «È conforme al Pgt»

IL PROGETTO. Chiesto da Astra sull’area di 152.500 metri quadri, si prevede di firmare accordo e convenzione nel 2026. Il sindaco: «Merita attenzioni, orientamento positivo».

Zanica

Eccola la proposta di Astra Partners (Europe) Ltd: un mega data center nell’Ambito di trasformazione noto come «Triangolone», un’immensa area di 352.729 metri quadrati, di cui 152.500 di superficie lorda edificabile, posta a nord-est del territorio di Zanica.

Un «player mondiale» in campo

L’idea della società con sede a Londra è di realizzare un polo tecnologico per lo stoccaggio e l’elaborazione di dati, un polo terziario avanzato, con funzioni di ricerca, sviluppo, formazione e spazi di lavoro condivisi, ma anche nuovi spazi aperti, piazze, aree di sosta e percorsi verdi. Il tutto in un ambito inserito tra la provinciale 591 bis, i Comuni di Azzano San Paolo, Orio al Serio e Grassobbio e la via Padergnone. Si parla di un intervento di alcuni miliardi di euro che, nel caso venisse realizzato, vedrebbe come utilizzatore «uno dei tre player mondiali nel campo dello storage», aziende del calibro di «Apple, Microsoft e Aws», ha spiegato il sindaco Luigi Locatelli lunedì 24 novembre all’assemblea pubblica organizzata nell’auditorium comunale di via Serio (un’ottantina le persone presenti) proprio per discutere del futuro dell’ambito.

«Oggi il nostro orientamento, fatte salve tutte le verifiche e il raggiungimento di tutti i risultati attesi da trasfondere in una eventuale futura convenzione, è positivo»

La proposta di Astra è arrivata lo scorso maggio e, ha detto Locatelli, «ha suscitato un moto di smarrimento». Poi, però, dopo analisi e valutazioni «a freddo», è emerso che «rispetta in toto le prescrizioni del Pgt» (in cui è previsto l’insediamento di attività artigianali-industriali), oltre al fatto che «prevede bonifiche, rimozione di materiali inquinanti e la rinaturalizzazione di tutta l’area». Al Comune andrebbero standard qualitativi pari ad almeno 10 milioni di euro. Inoltre, il 10% della superficie territoriale potrà essere ceduto a titolo compensativo a Zanica per delocalizzarvi attività produttive ad oggi presenti e saranno restituite aree verdi all’interno del comparto. E, in caso l’operazione andasse in porto, si potrebbe finalmente concludere il lungo contenzioso che riguarda l’area Cucco (ex cava Cuter), divenuta famosa anni fa per il cosiddetto «lago nero» che si era formato al suo interno.

L’impatto ambientale

La serata è stata l’occasione anche per fare il punto sull’impatto che l’opera genererebbe. Sull’argomento è intervenuto il geologo Andrea Gritti: «L’impatto zero – ha detto – non esiste, ma tra le soluzioni industriali possibili il data center comporta impatti generalmente minori». Il data center avrebbe un fabbisogno energetico di circa 250MW; in un normale utilizzo, però, si stima che il consumo si fermerebbe al 50-75% (circa 1.095-1642 GW/h annui). In caso di blackout energetico, sono previsti generatori di emergenza a biodiesel. Per quanto riguarda l’utilizzo di acqua – prelevata dalla prima falda –, il consumo sarebbe intorno ai 4,8 litri al secondo, con picchi di 72 litri: solo per il consumo industriale (ovvero per l’impianto di raffreddamento) ne serviranno 193.400 metri cubi all’anno (il fabbisogno di 2.500 persone), per il consumo civile altri 12.500 e per l’irrigazione delle aree verdi circa 36mila. Sull’impatto acustico saranno studiate «misure di mitigazione quali silenziatori, barriere acustiche “classiche” e uno schermo verde naturale», ha aggiunto Gritti.

Ulteriori richieste del Comune

La proposta è stata definita «meritevole di attenzioni», anche perché aprirebbe le porte a una potenziale collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo verso una didattica dedicata al settore IA e Digital services. Ad ogni modo, il Comune ha chiesto ulteriori compensazioni, tutte accettate in via informale. Innanzitutto, cinque milioni di euro in più per reperire aree a favore dello sviluppo delle aziende locali. In secondo luogo, visto che su attività di questo tipo l’Imu viene incassato interamente dallo Stato, sono stati chiesti 200mila euro annui da destinare ad attività culturali, sportive, educative, assistenziali del territorio. In aggiunta, Zanica chiede che la manutenzione di tutte le aree sia a carico dell’attuatore e che per i consumi elettrici ci sia l’impegno a utilizzare fonti di energia rinnovabile certificate. Infine, si chiede che l’acqua di raffreddamento, una volta decantata, venga restituita al Consorzio di bonifica per scopi irrigui (o che, in alternativa, l’acqua in temperatura sia allacciata a un sistema di teleriscaldamento) e che si valuti la possibilità di installare impianti fotovoltaici sulle coperture.

«Crediamo sia doveroso affrontare con serietà e trasparenza le implicazioni ambientali e infrastrutturalidi un’opera di tali dimensioni»

Dopo le intese preliminari tra i proprietari privati e Astra Partners e la sottoscrizione di un Protocollo di intesa con il Comune, l’obiettivo è quello di coinvolgere la Provincia di Bergamo (che ha già dato assenso all’operazione), Regione Lombardia e le amministrazioni comunali contermini nella procedura di approvazione di un Accordo di programma che permetterà al Comune di stipulare la convenzione. Si prevede di raggiungere questi obiettivi nel 2026 per poi passare alla Valutazione di impatto ambientale (Via).

Gli interventi in assemblea

«Un buon amministratore – ha detto Locatelli – deve avere il coraggio di analizzare ogni proposta, anche quella che cambia uno scenario o una intenzione, superando i preconcetti, valutando i pro e i contro, per poi decidere. È una scelta che dispiegherà peraltro i suoi effetti ben oltre questa legislatura ed è ancora più importante analizzarla in tutti i suoi riflessi. Oggi il nostro orientamento, fatte salve tutte le verifiche e il raggiungimento di tutti i risultati attesi da trasfondere in una eventuale futura convenzione, è positivo». Dall’opposizione «Zanica Civica» interviene Sergio Amadei: «Ricordiamo che fin da luglio 2024 abbiamo segnalato pubblicamente che su quell’area è previsto uno dei più grandi data center della Lombardia. Non siamo contrari a priori allo sviluppo e all’innovazione, ma crediamo sia doveroso affrontare con serietà e trasparenza le implicazioni ambientali e infrastrutturali di un’opera di tali dimensioni». Riguardo al soggetto che diventerà l’utilizzatore dell’area, Amadei osserva che «ciò riporta all’attualità le domande che da mesi poniamo: chi sarà il soggetto che porterà avanti l’operazione? È essenziale conoscere la natura e la solidità degli investitori coinvolti, dal momento che si parla di impegni ultra milionari e rischi di esecuzione dell’intervento non di poco conto».

Tra i cittadini presenti, non sono mancate voci contrarie. Qualcuno ha chiesto «garanzie reali» sulla fattibilità dell’intervento, c’è chi si è detto «contrario: che eredità ci lasciate?» e chi, infine, ha chiesto all’amministrazione di tenere informata la cittadinanza. Il sindaco ha raccolto l’invito, anticipando che gli aspetti urbanistici della proposta saranno oggetto di una nuova assemblea.

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