Bollo auto, dal 2026 si cambia: niente più pagamenti a rate

LA TASSA. La novità riguarda le vetture immatricolate dal prossimo gennaio 2026. L’Aci spiega: «Si semplifica il sistema». Cambiano anche le scadenze.

Qualche novità in vista dal 2026 per il bollo auto, ma con impatto contenuto. Dall’anno nuovo, infatti, in ottemperanza al decreto attuativo della riforma fiscale varata dal governo, scattano anche alcune razionalizzazioni legate alla «tassa automobilistica» per le nuove immatricolazioni, e più precisamente quelle immatricolate dal 1° gennaio 2026.

Cosa cambia

Dal 2026 non si potrà più pagare a rate mensili o semestrali

Due le variazioni più evidenti. La prima riguarda la scadenza del pagamento: il primo bollo andrà pagato entro l’ultimo giorno del mese successivo all’immatricolazione, e varrà 12 mesi; in altri termini, per un’auto acquistata a marzo 2026 il primo bollo andrà saldato entro il 30 aprile 2026, mentre poi gli anni seguenti si manterrà sempre la scadenza di fine marzo. Una «rivoluzione»? No, almeno su scala locale: questa è la tempistica già oggi prevista in Lombardia e in Piemonte, che ora verrà resa uniforme in tutta Italia.

L’altra modifica più significativa riguarda lo stop alla rateizzazione: dal 2026 non si potrà più pagare a rate mensili o semestrali, ma il versamento dovrà essere fatto in un’unica soluzione; le Regioni, tuttavia, hanno la possibilità di introdurre una deroga che consenta un pagamento quadrimestrale per alcune tipologie di veicoli.

«Sistema più razionale»

Per Giuseppe Pianura, direttore dell’Automobile Club Bergamo, si tratta di «una razionalizzazione che porta il sistema verso una semplificazione. Sostanzialmente viene meno la possibilità di pagare a rate, una possibilità oggi utilizzata soprattutto per gli autocarri, mentre le altre modifiche non cambiano particolarmente il quadro né investono la nostra operatività».

I numeri in Bergamasca

La platea interessata dalla modifica è dunque risicata. In provincia di Bergamo a fine 2024 – stando alla banca dati dell’Aci – risultavano circolanti circa 725mila autovetture, e per queste quattro ruote non muteranno né le scadenze né il ricorso alla rateizzazione. Sarà invece diverso, appunto, per quelle immatricolate da gennaio in poi: per dare un ordine di grandezza, in Bergamasca nel 2022 sono state «immesse» su strada circa 19mila auto, nel 2023 poco più di 23mila e nel 2024 poco meno di 24mila.

I veicoli in fermo amministrativo

Una variazione toccherà invece i veicoli in fermo amministrativo. Una sentenza della Corte costituzionale del 2017 prevedeva che le auto sottoposte a questo provvedimento fossero esentate dal pagamento del bollo: dal 2026 non sarà più così, perché la nuova normativa chiarisce che il bollo andrà pagato ugualmente, visto che il fermo amministrativo non sarà più ritenuto un motivo valido per sospendere l’obbligo di versamento.

E il superbollo?

Invariati i coefficienti per il calcolo del superbollo, secondo una combinazione tra potenza e classe ambientale dell’auto: il superbollo resta pari a 2,58 euro/kW per le auto di categoria Euro 4 e superiori e tocca un massimo di 3 euro/kW per le auto in fascia Euro 0

Nessuna novità per la «gabella» che va a colpire le auto più potenti. Nonostante periodici rumors, il superbollo manterrà gli stessi criteri anche nel 2026: i veicoli con potenza superiore ai 185 kW saranno ancora soggetti alla sovrattassa. Invariati i coefficienti per il calcolo del superbollo, secondo una combinazione tra potenza e classe ambientale dell’auto: il superbollo resta pari a 2,58 euro/kW per le auto di categoria Euro 4 e superiori e tocca un massimo di 3 euro/kW per le auto in fascia Euro 0. Anche a livello nazionale l’Aci conferma che le novità effettive sono poche: «Sinteticamente – si legge in una nota che riassume il cambio di normativa -, dal 2026 il bollo diventa più personale e legato alla data di nascita della vettura (per quelle regioni dove non era già così, ndr), addio alle rate mensili e conferma del superbollo. Un cambiamento pensato per semplificare il sistema, che però non cancella le criticità più discusse da sempre dagli automobilisti italiani». Come appunto il superbollo.

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