
Moda e tendenze / Isola e Valle San Martino
Giovedì 26 Giugno 2025
Kartana, dai banani il filato che scompare
quando non serve più
LA NOVITÁ . Messo a punto da Abafil di Medolago è biodegradabile, altamente resistente e naturalmente batteriostatico. «Sintesi dell’impegno verso un tessile più consapevole».
Una nuova fibra naturale, sostenibile e circolare, in grado di contribuire alla rigenerazione ambientale. È quella ottenuta e brevettata dalla bergamasca Abafil, realtà che opera nella filiera tessile, parte del holding Abati Group di Medolago. Kartana, questo il nome del nuovo filato, è estratto dalla Abacà, una pianta appartenente alla famiglia del banano ed ha delle caratteristiche che lo rendono interessante per diversi settori: altamente resistente, anche ai raggi Uv e agli odori, è leggero, flessibile e naturalmente batteriostatico. Motivi per il quale risulta ottimale per la realizzazione di tessuti traspiranti e compostabili, pensati sia per l’abbigliamento, ma anche per il mondo degli accessori e del packaging.
Materiale biodegradabile
La sua biodegradabilità, in particolare, consente un ciclo di vita completo e rigenerativo; al termine dell’uso, infatti, il materiale può essere reintrodotto nella terra o nell’acqua, dissolvendosi completamente, tanto che Andrea Abati, ceo del Gruppo, commenta: «Kartana rappresenta la sintesi del nostro impegno verso un’industria tessile più consapevole. Quando non serve più scompare, esattamente come e una foglia che cade e si dissolve nel suolo. Questo suo ciclo di vita circolare lo rende espressione concreta di come vogliamo innovare, nel rispetto delle persone e dell’ambiente».
Anche le fasi produttive studiate dall’azienda sono pensate per minimizzare scarti e consumi, con particolare attenzione alla filiera corta, alla tracciabilità della materia prima e al rispetto delle comunità agricole locali che coltivano l’abacà nelle regioni tropicali, secondo metodi tradizionali.
«Le prime reazioni del mercato sono state estremamente positive, con un forte interesse da parte di operatori italiani ed esteri che condividono i valori della filiera sostenibile, - ribadisce Abati, che aggiunge, - Abafil vende principalmente in Italia ed esporta per circa il 10% all’estero, una quota che pensiamo di incrementare proprio con questo nuovo filato». L’azienda, con sede a Medolago, è parte del gruppo Abati con Tecnofilati e HumanWellness SA, operando lungo l’intera filiera tessile, dalla materia prima al filato tecnico, fino al prodotto finito.
I numeri
La holding ha chiuso il 2024 con oltre 10 milioni di euro di fatturato, registrando una crescita del 22% rispetto all’anno precedente e conferma la propria traiettoria di crescita anche nel primo trimestre 2025, con un ulteriore incremento del +5%. Per rimarcare l’impegno nella sostenibilità produttiva Abati Group ha recentemente installato un impianto fotovoltaico da 500 kW presso lo stabilimento produttivo bergamasco che sarà in grado di coprire fino al 90% del fabbisogno energetico aziendale, tagliando l’emissione di CO2 nell’atmosfera di circa 260 tonnellate, corrispondenti a oltre 12 mila alberi piantati o 1,9 milioni di chilometri non percorsi in auto e riducendo drasticamente la dipendenza da fonti energetiche tradizionali, elemento che, conclude Abati: «Contribuirà anche a una significativa riduzione dei costi energetici, rendendo l’intera struttura produttiva più resiliente e competitiva».
© RIPRODUZIONE RISERVATA