
(Foto di Bedolis)
ITALIA. «È sempre tempo di Resistenza» ha sottolineato il Presidente della Repubblica nel suo bellissimo intervento dove ha ricordato anche l’esempio di Guido Rossa, ucciso dalle Brigate Rosse durante una delle pagine più buie della nostra Repubblica, gli anni di piombo.
«In gioco erano le ragioni della vita contro l’esaltazione del culto della morte». Ed è in questo passaggio dell’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Genova che c’è l’essenza dei valori della Resistenza. Che non è solo un fatto storico, ma un modo di essere, di vivere: resistenza come senso della propria esistenza, perché le conquiste ottenute in passato non si possono (non si devono) mai dare per scontate, anzi devono essere sempre e solo un punto di partenza perché «ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte» come ha aggiunto Mattarella citando un passaggio dell’enciclica «Fratelli tutti» di Papa Francesco.
«È sempre tempo di Resistenza» ha sottolineato il Presidente della Repubblica nel suo bellissimo intervento dove ha ricordato anche l’esempio di Guido Rossa, ucciso dalle Brigate Rosse durante una delle pagine più buie della nostra Repubblica, gli anni di piombo. Una figura fondamentale quella del sindacalista genovese, mai ricordata abbastanza e a suo modo simbolo della caducità di alcuni valori che troppo spesso si continua a dare per scontati. Il libro di Mario Luzzatto che lo racconta ha un titolo emblematico, «Giù tra gli uomini» a ricordare l’impegno per la libertà e il progresso di un uomo che si muoveva tra la gente, nelle piazze. Quelle piazze che ieri si sono riempite di gente che ha festeggiato il 25 Aprile nel solo modo possibile, con serietà e passione, rimandando al mittente qualsiasi tentativo (malriuscito) di ridurre la portata storica di un evento adducendo ragioni di sobrietà. O pensando d’impedire di cantare «Bella ciao».
Søren Kierkegaard diceva che «la vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti», e lo stesso principio può essere applicato alla lettura della storia e dei suoi fatti senza però perdere mai di vista i punti fermi, come quelli dei valori della Resistenza sui quali si fonda il nostro vivere civile e che non possono mai cadere nelle grinfie di un revisionismo di maniera, anche mascherato. Ovvero «la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da 77 anni sono incisi nella Costituzione Repubblicana» per citare le parole di ieri della stessa premier, Giorgia Meloni. Si spera condivisi dagli esponenti del suo medesimo partito, senza se e senza ma.
Decisamente una brutta pagina ed episodi analoghi si sono verificati in altre città, tra l’altro nemmeno per la prima volta in questi anni
Questo è il messaggio più forte arrivato dalle piazze ieri, dove però non sono mancati momenti di tensione, anche a Bergamo. Una Festa della Liberazione tra le più turbolente che si ricordi, seconda forse solo alla contestazione subita dall’allora sindaco (di centrodestra) Cesare Veneziani nel 2001, e caratterizzata dai tentativi di un nutrito gruppo di pro Palestina di arrivare a contatto con i rappresentanti della Brigata ebraica, poi fatta uscire dal corteo per ragioni di sicurezza. Tentativi respinti dopo diversi scontri con le forze dell’ordine, il modo peggiore possibile per festeggiare una giornata di liberazione per tutti. Decisamente una brutta pagina ed episodi analoghi si sono verificati in altre città, tra l’altro nemmeno per la prima volta in questi anni.
Chi divide ha sempre torto, chi usa la violenza e il terrore anche di più. Ovunque e comunque. Ieri come oggi, 80 anni fa come domani
«La Resistenza si pose l’obiettivo di raggiungere la pace come condizione normale delle relazioni fra popoli» ha ricordato Mattarella a Genova, ed è un riferimento quanto mai attuale in un mondo sempre più sull’orlo del baratro. Una pace sempre più lontana e faticosa da raggiungere come anche gli strascichi locali del conflitto israelo-palestinese hanno confermato in questo 25 aprile. Scenari foschi dove i valori della Resistenza sono lì a mo’ di stella polare, su tutti la libertà, ma soprattutto l’unità nei momenti difficili. Chi divide ha sempre torto, chi usa la violenza e il terrore anche di più. Ovunque e comunque. Ieri come oggi, 80 anni fa come domani.
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