Orari anti-ludopatia: il Consiglio di Stato dà ragione ai Comuni
PIANURA. Il tribunale ha ribaltato una sentenza del Tar che era (in parte) a favore dei tabaccai: «Pregiudizio». Regolari le ordinanze dei sindaci che limitano i giochi.
I sindaci hanno tutto il diritto di firmare ordinanze che limitano gli orari dei giochi d’azzardo, non solo le slot machines ma anche i gratta e vinci, e i Comuni da loro guidati di varare regolamenti per contrastare la ludopatia. Il Consiglio di Stato si è infatti espresso a favore del Comune di Caravaggio e dell’azienda consortile Risorsa sociale Gera d’Adda – cui fanno capo 18 Comuni dell’Ambito territoriale di Treviglio –, che avevano fatto ricorso contro una sentenza del Tar di Brescia del 3 maggio 2021, parzialmente favorevole ai ricorrenti, ovvero la Federazione italiana tabaccai e la titolare di una rivendita di «generi di monopolio» e in cui «i ricorrenti contestavano l’estensione della disciplina regolamentare all’attività di gioco esercitato mediante lotterie istantanee su piattaforma viruale e/o con tagliando cartaceo (gratta e vinci, 10 e lotto), sostenendo il difetto dei Comuni a disciplinare tali giochi, in quanto appartenenti al monopolio statale». Il Tar aveva infatti giudicato «inefficaci e sproporzionate le misure limitative previste dai regolamenti» che i vari Comuni della pianura avevano via via approvato per contrastare la ludopatia «con riferimento alle fasce orarie».
Difesi dagli avvocati Gemma Simolo e Giovanni Corbyons, il Comune di Caravaggio e Risorsa sociale avevano ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, che nella parte relativa alla competenza «nel disciplinare la materia dei giochi» aveva dato ragione ai Comuni, spingendosi tuttavia oltre, andando il Tribunale amministrativo di Brescia anche a trattare un’altra questione, ovvero «se in concreto il potere (di disciplinare i giochi, ndr) sia stato esercitato correttamente». Aspetto, questo, sul quale i ricorrenti non avevano chiesto al Tar di esprimersi. Tanto che ora il Consiglio di Stato evidenzia che, vista la premessa a favore dei Comuni, «questa conclusione avrebbe dovuto portare all’integrale rigetto del ricorso».
Il Consiglio di Stato rileva quindi quanto sottolineato da chi ha presentato appello, ovvero che «il Tar di Brescia sarebbe incorso nella violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato, laddove ha esaminato un complesso di questioni riconducibili al corretto esercizio in concreto del potere, poiché su tali questioni i ricorrenti in nessuna parte del ricorso hanno chiesto al giudice di esprimersi». Non solo. Il Tar «mette in discussione il beneficio della salute pubblica derivante dalla misura limitati degli orari senza disporre di qualsivoglia elemento tecnico», quando invece «il giudice non può arrogarsi valutazioni esorbitanti dalle proprie competenze». Dunque per la quinta sezione del Consiglio di Stato, il ricorso è legittimo, in quanto la sentenza del Tar «produce l’effetto illogico, iniquo e arbitrario di escludere da ogni regolamentazione preordinata alla tutela della salute, in maniera aprioristica e senza una reale motivazione, alcune attività di gioco, benché siano anch’esse produttive di dipendenza e compulsività».
Il Consiglio di Stato parla anche di «pregiudizio» da parte del Tar, visto che il ricorso dei tabaccai contestava la competenza dei Comuni a disciplinare i giochi d’azzardo perché gestiti dai monopoli di Stato, ma il tribunale amministrativo si è spinto oltre la richiesta, «con un ragionamento del tutto esorbitante dalla domanda proposta», entrando nel merito dell’efficacia e della proporzionalità dei regolamenti contro la ludopatia approvati dai Comuni, competenza invece riguardante la tutela della salute pubblica e che spetta quindi «in maniera discrezionale» alle pubbliche amministrazioni. Una buona notizia, dunque, per i Comuni dell’Ambito di Treviglio che, di fronte alla sentenza del Tar, si erano trovati in difficoltà ad attuare i regolamenti con gli orari per i giochi d’azzardo, benché il tribunale amministrativo avesse in linea teorica riconosciuto agli stessi Comuni il potere di gestire questi orari.
La sentenza numero 8443 del Consiglio di Stato ha invece fatto ottenere ai Comuni l’importante risultato di poter ridurre le fasce orarie delle videolottery e delle slot machines, ma anche dei giochi gestiti in concessione dai rivenditori dei generi di monopolio (10 e lotto e gratta e vinci), che i comuni dell’Ambito di Treviglio avevano deciso di inserire nei propri regolamenti per contrastare la ludopatia. Una novità, in materia: prima d’ora questi giochi non erano infatti mai stati disciplinati dagli enti locali.
«Constato con soddisfazione che il Consiglio di Stato ha riconosciuto la legittimità e l’opportunità della scelta dell’Amministrazione di contrastare con un regolamento comunale la ludopatia – sottolinea soddisfatto il sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini –. La dipendenza dal gioco d’azzardo è purtroppo molto diffusa anche a Caravaggio, dove ha rovinato la vita di numerose persone e la serenità e il benessere delle loro famiglie. Vorrei che le autorità competenti mostrassero analogo coraggio per frenare la diffusione della ludopatia attraverso il gioco online».
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