«Mia figlia nata con una malformazione al cuore: lì ho scoperto l’importanza di un gesto altruista»

L’intervista. Dirigente di banca e presidente regionale di Avis e del Csv Bergamo, Oscar Bianchi racconta le sfide della città in vista della Capitale del volontariato e di Bergamo-Brescia capitali della cultura.

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A 18 anni seguì le orme del papà, donatore dell’Avis provinciale, a 28 scoprì sulla sua pelle quanto fa stare meglio avere vicino qualcuno in modo disinteressato nei momenti di grave difficoltà. Con la moglie si è trovato molto giovane ad affrontare un intervento chirurgico delicato per la secondogenita: «Abbiamo sentito l’affetto e la vicinanza di tutta la comunità - ricorda - e abbiamo pensato che anche noi ci saremmo impegnati ancora di più per gli altri». È così che, nonostante un lavoro impegnativo come dirigente di un grande gruppo bancario, Oscar Bianchi ricopre anche gli incarichi di presidente regionale dell’Avis Lombardia e del Centro servizi volontariato di Bergamo.

«Ho imparato l’importanza del dare grazie a mio papà - racconta - e così ho iniziato a fare volontariato. Un’esperienza sempre più coinvolgente». Non esiste, dice, un’identikit del volontariato, se non il desiderio di mettere parte del proprio tempo a disposizione degli altri e della comunità in una sorta di welfare condiviso. E Bergamo sarà chiamata nel prossimo anno a essere proprio Capitale del volontariato, punto di riferimento nazionale. «Avremo un ruolo molto importante nell’ambito di Brescia - Bergamo Capitale della cultura 2023 - spiega Bianchi -: con il Comune siamo riusciti a creare una piattaforma in cui volontari e associazioni s’incontreranno e il Csv garantirà una formazione a tutti coloro che vogliono dedicarsi agli altri in modo qualificato». Ascolta l’intervista di Fabiana Tinaglia per «L’Eco di Bergamo incontra».

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