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Martedì 14 Ottobre 2025
Parrucchiera a Pedrengo, le sue foto su «The Guardian» e «Washington Post». In Città Alta la mostra che racconta il coraggio delle ragazze afghane
L’INTERVISTA. Silvia Alessi è una fotografa bergamasca: espone il suo progetto «The Cut» a «Fotografica 2025» all’ex monastero del Carmine.
La biennale di fotografia di Bergamo quest’anno è dedicata al tema del coraggio. Innanzitutto dei protagonisti di molti scatti in mostra all’ex monastero del Carmine (e in altri luoghi di Bergamo) che vedono i loro diritti inalienabili (a studiare, a essere curati, a esprimersi liberamente) calpestati giorno dopo giorno in molte parti del mondo. Ma è anche il coraggio di chi, passando per le sale di Città Alta, non abbassa lo sguardo e soprattutto di chi, giornalisti e fotografi, a proprio rischio si muove per documentare e raccontare storie che altrimenti finirebbero dimenticate o sconosciute.
Silvia Alessi è una dei 13 fotografi che espongono a Fotografica 2025 (qui il programma completo), è bergamasca, e fa la parrucchiera a Pedrengo. Da sempre però è appassionata di arte e di fotografia, uno strumento che le permette di entrare in contatto con le persone e le loro storie e di raccontarle in immagini sospese tra cronaca e arte. Ha viaggiato in tutto il mondo e oggi è impegnata nel progetto «The Cut» in cui racconta come il capello non è solo sinonimo di cura e bellezza, ma ha anche un valore politico, sociale e ambientale. Le sue immagini sono apparse su testate internazionali come The Guardian, Washington Post, Bbc World Service e Daily Mail e ha ricevuto numerosi premi internazionali.
Si è mossa così tra Pakistan e Afghanistan per raccontare la chiusura dei saloni di bellezza dopo l’avvento dei talebani nel 2023, le storie delle donne che continuano a sfidare i divieti tagliando i capelli in casa in clandestinità a Kabul, o che sono fuggite oltre il confine del Paese asiatico per trovare un nuovo futuro. «Non ho mai avuto paura di andare in Afghanistan o in Papua o in Pakistan. Ho pensato così tanto a quei luoghi prima di partire che quando giungevo a destinazione mi sembrava di essere sempre stata lì» racconta Alessi. «Ho letto un libro, “La parrucchiera di Kabul”, scritto da un’americana che ha aperto una scuola per parrucchieri prima in Afghanistan e poi in Pakistan. Ci siamo messe in contatto e l’ho raggiunta per raccontare la storia delle sue allieve».
Una storia che è nata prima di tutto da una connessione. «Il primo incontro è avvenuto in Pakistan - ricorda -. Le ragazze hanno capito che le mie foto sarebbero state un’occasione per far conoscere a tutti quello che sono, quello che accade e le loro storie. Per me la fotografia è un viaggio interiore: quando scatto non sono dietro l’obiettivo ma davanti accanto ai miei soggetti, in un abbraccio ideale».
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