«Un panettone buono che sa fare del bene». Roberto Marchesi: «Su ogni dolce il made in Bergamo»

L’intervista.«Il nostro panettone? Buono. Sono stato a casa di una nostra ex dipendente nei giorni scorsi e lei mi ha fatto una torta di mele: ho pensato che vorrei nel nostro panettone la stessa semplicità, lo stesso amore che ha dedicato lei per quella torta».

04:20

Roberto Marchesi è il titolare, con la sua famiglia, dello storico e omonimo panificio di Bergamo: un’azienda familiare nata sessant’anni fa con i nonni di Roberto: «Sono la terza generazione e al centro del nostro lavoro, oltre al pane, c’è il panettone, “creato” dallo zio Silvano, il maestro del panettone - spiega -. Quando a giugno entro in laboratorio e c’ è mio zio con il bilancino che modifica sempre qualcosina ogni anno per rendere il nostro panettone più speciale è entusiasmante: negli anni ci siamo specializzati nel panettone, un lavoro sempre ricco di passione che ci ha portato a nove varianti. Con le tipologie personalizzate per locali e aziende arriviamo a 15».

Il più amato? Sicuramente il tradizionale, anche e soprattutto dopo il premio: «Il culmine di un lavoro di continuo miglioramento. Abbiamo vinto il premio come “Migliore panettone della Lombardia”, premiati da Carlo Cracco e Gino Fabbri a Milano: una soddisfazione grande che ci ha dimostrato ancora una volta che non ci si deve mai accontentare la qualità: il nostro è un viaggio verso l’eccellenza, l’obiettivo non è mai raggiunto».

E il panettone Marchesi è buono anche perché fa del bene:«Da dieci anni collaboriamo con l’Associazione Disabili di Bergamo. I proventi delle vendite del panettone con questo gruppo servirà per costruire una palestra per rimettere in moto o aiutare la riabilitazione di persone che hanno problemi di deambulazione».

Il più amato? Sicuramente il tradizionale, anche e soprattutto dopo il premio: «Il culmine di un lavoro di continuo miglioramento. Abbiamo vinto il premio come “Migliore panettone della Lombardia”, premiati da Carlo Cracco e Gino Fabbri a Milano: una soddisfazione grande che ci ha dimostrato ancora una volta che non ci si deve mai accontentare la qualità: il nostro è un viaggio verso l’eccellenza, l’obiettivo non è mai raggiunto».

Intanto i panettoni continuano ad essere sfornati nello storico laboratorio bergamasco: «E sono tutti rigorosamente con il marchio Made in Bergamo. Siamo legati al territorio, soprattutto dopo i due anni di Covid. Mettersi a disposizione delle persone è un pezzo del nostro fare e saper fare». Con un desiderio da scrivere nella letterina per Santa Lucia: «Credo sia il momento che qualcuno più bravo di noi e con più mezzi faccia spiccare il volo alla nostra azienda: dobbiamo e vogliamo volare alto». E il 2023? «Un panettone solo con prodotti del territorio». Ma bisognerà aspettare il prossimo anno per scoprirlo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA