Fragilità o declino: il ruolo del geriatra
può essere decisivo

SALUTE. Circa il 25% degli italiani ha un’età maggiore di 65 anni, dato destinato a salire.

Secondo i dati Istat, nel 2025 in Italia circa il 25% della popolazione ha un’età maggiore di 65 anni, una percentuale che salirà al 35% nel 2050. Nel nostro Paese infatti l’aspettativa di vita è tra le più alte in Europa, con una media di 83,4 anni. Non sorprende, quindi, che si parli sempre più spesso di una figura medica ancora poco conosciuta e a volte vista con un po’ di timore: il geriatra. Ma quando può essere utile rivolgersi a questo specialista? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Marianna Caloni e alla dottoressa Sara Zazzetta, specialiste in Geriatria del Policlinico San Marco, che svolgono la loro attività nell’ambulatorio di Geriatria e nel Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD).

A cosa serve la visita con il geriatra?

«La visita geriatrica serve a valutare la salute generale della persona anziana, tenendo conto non solo delle patologie presenti, ma anche del livello di autonomia, capacità cognitive (memoria, attenzione, orientamento), equilibrio emotivo e contesto sociale in cui vive. Attraverso una valutazione multidimensionale il geriatra individua precocemente segni di fragilità o di declino cognitivo e funzionale, ottimizza le terapie farmacologiche e propone interventi personalizzati con lo scopo di prevenire o rallentare la perdita dell’autonomia e con l’obiettivo finale di migliorare la qualità di vita. Inoltre il geriatra svolge un’attività di supporto ai familiari e caregiver, fornendo indicazioni utili nella gestione pratica quotidiana. Infine, collabora con un team multidisciplinare che può includere fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi e nutrizionisti, per garantire una presa in carico integrata e completa».

Quando, in particolare, può essere utile rivolgersi al geriatra?

«È consigliato effettuare una visita geriatrica quando si è in presenza di più patologie croniche (multimorbilità) e quando si assumono molti farmaci (politerapia); quando compaiono problemi di memoria, disorientamento, difficoltà a concentrarsi e/o cambiamenti nel comportamento; quando si cammina con fatica o si cade spesso (cadere non è “normale” con l’età); quando si iniziano a perdere le autonomie quotidiane; quando c’è un calo di peso o scarso appetito, problemi di malnutrizione e sarcopenia (perdita di massa muscolare); dopo un ricovero o una malattia importante».

Spesso le persone anziane però rifiutano l’idea di andare dal geriatra…

«L’idea di rivolgersi a un geriatra, per alcune persone anziane, può essere vissuta come un’ammissione di fragilità o un segnale di fine autonomia. In realtà il geriatra rappresenta un punto di riferimento, sia per il paziente sia per i suoi famigliari. La visita geriatrica infatti non è solo per chi è già molto compromesso. Anzi, è tanto più efficace quanto prima viene fatta, perché può prevenire problemi più gravi, preservare l’autonomia e migliorare concretamente la vita dell’anziano e della sua famiglia. Rivolgersi a un geriatra significa scegliere un approccio completo, capace di prendersi cura della persona anziana nella sua interezza».

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