Alzanese e Tritium, vince il fair play: il «terzo tempo» finisce tra i sorrisi

CALCIO GIOVANILE. Quattro mesi dopo la rissa in campo al Torneo Cassera per Allievi, dirigenti e capitani hanno chiuso l’episodio con una stretta di mano nella sede della Delegazione Figc.

Quattro mesi dopo, tutta un’altra atmosfera. Gli Allievi 2006 di Uso Alzanese e Tritium si sono ritrovati di fronte, anzi insieme, ieri alla Delegazione di Bergamo. Questa volta non per misurarsi inseguendo un risultato sportivo, bensì per confrontarsi su quello che accadde in quella gara di gennaio. «Evento formativo fair play» è stato chiamato quest’incontro che ha visto il delegato Figc Nicola Radici accogliere le due società (giocatori, tecnici e dirigenti), il presidente dell’Aia (Associazione arbitri di Bergamo) Paolo Fiorini e un ospite carismatico come Ottavio Bianchi.

I fatti sono tristemente noti. Lo scorso 22 gennaio, all’oratorio di Nese: in una gara del Torneo Cassera, a pochi istanti dal termine con il gioco fermo e i nervi un poco tesi, la scintilla innescata da un giocatore diviene rogo che divampa in pochi istanti. Rissa generale, tensione che tracima in tribuna, adulti che scavalcano la recinzione e si gettano sul terreno di gioco. Il direttore di gara fischia la fine e più o meno gli animi si placano: ma subito dopo inizia a girare un filmato, con le riprese degli eventi fatte dalla tribuna. E la cassa di risonanza dei social si fa tam-tam mediatico: il video diviene subito virale e assurge, purtroppo, alle home page di tutta la nazione.

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«Virale», da virus: non proprio una buona cosa. Ed è per provare a estirpare questi pessimi germi che la Federazione sta cercando di sensibilizzare gli utenti: anche con le maniere forti (di recente certe pene sono state raddoppiate e ora si rischiano anche punti di penalizzazione), altre volte cercando il dialogo e l’educazione. «Tutti sbagliano – ha detto Radici – per primi noi adulti, figuriamoci se non lo possiamo concedere ai ragazzi: l’importante è imparare dai propri errori, crescere, migliorarsi. E andare avanti, anche perché siete proprio voi giovani che dovete dare un futuro a questo bellissimo sport».

«Tutti sbagliano – ha detto Radici – per primi noi adulti, figuriamoci se non lo possiamo concedere ai ragazzi: l’importante è imparare dai propri errori, crescere, migliorarsi. E andare avanti, anche perché siete proprio voi giovani che dovete dare un futuro a questo bellissimo sport».

Il presidente dei seriani Romeo Adobati e quello dei trezzesi Enrico Ortelli, ma anche i capitani delle due formazioni, hanno confermato la censura dei fatti già espressa ai tempi, ricordando anche il percorso di analisi poi fatto all’interno delle rispettive società. Mentre Paolo Fiorini ha sottolineato come agli arbitri piaccia «essere parte di un movimento che aiuta i ragazzi a crescere»: concetto ribadito pure dal direttore di gara della fatidica partita, Bright Onaise, presente a sua volta all’incontro.

Poi il microfono è passato a Ottavio Bianchi, che con la sua serafica saggezza ha battuto più volte un tasto ben preciso: «Ragazzi, il calcio è divertimento e voi dovete pensare solo a divertirvi. Il calcio è gioia, è tecnica, è il gesto spettacolare che strappa gli applausi: non fatevi contagiare da quel clima di esasperazione che respirate tutto attorno».

Poi il microfono è passato a Ottavio Bianchi, che con la sua serafica saggezza ha battuto più volte un tasto ben preciso: «Ragazzi, il calcio è divertimento e voi dovete pensare solo a divertirvi. Il calcio è gioia, è tecnica, è il gesto spettacolare che strappa gli applausi: non fatevi contagiare da quel clima di esasperazione che respirate tutto attorno».

E dal suo infinito baule dei ricordi l’ex allenatore del primo Napoli scudettato e dell’Atalanta in Serie C ha estratto un paio di gocce di memoria: «Ho fatto anche il dirigente e i genitori nemmeno li facevo entrare alle partite. E ho allenato Maradona: era il più grande di tutti e non l’ho mai visto fare un gesto fuori posto. Ha sempre e solo avuto parole di passione per questo gioco e di rispetto verso tutti».

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