Sport / Hinterland
Sabato 10 Maggio 2025
«Grazie Oliviero», il saluto dei tifosi ai funerali di Garlini - Foto e video
L’ADDIO. I colori nerazzurri spiccano nella giornata plumbea di questo sabato 10 maggio. In tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto a Oliviero Garlini, campione bergamasco che rimarrà per sempre nei cuori degli atalantini.
Stezzano
In Oliviero Garlini c’è un filo conduttore che lega più generazioni: tra chi la partita col Malines l’ha vissuta, e ha potuto esultare al suo gol, e chi è cresciuto sentendone il racconto, mille volte. E a quella gara storica di Coppa delle Coppe era particolarmente legato anche «Gas».

(Foto di Magni)
I funerali sabato mattina alle 11 alla chiesa parrocchiale di Stezzano, tra bandiere e gagliardetti. Sopra il feretro la storica maglia dell’Atalanta. All’uscita del feretro un grande striscione con la scritta: «Grazie Oliviero».
La moglie Maura venerdì 9 maggio lo ha ricordato con grande commozione alla camera ardente dove tanti amici ma anche tifosi lo hanno omaggiato:«È stato un grande campione, una bella persona e un bravo papà. Lo si percepisce anche dalla tanta gente che è venuta a salutarlo e a ricordarlo come una bella persona».
Molto partecipata e coinvolgente la cerimonia, con molte persone che non sono nemmeno riuscite a fare il proprio ingresso all’interno della chiesa stessa, che risultava piena in ogni ordine di posto anche lateralmente e davanti all’ingresso. Al calcio e alla famiglia, i suoi due punti cardinali di vita, la maggioranza dei riferimenti emersi dall’omelia, con l’invito a «mettersi assieme oggi come una squadra per l’ultima partita di Oliviero». Presente anche l’ad Luca Percassi assieme alla moglie Cristina Radici, ma anche il dg Umberto Marino e una selezione di ragazzi facenti parte il settore giovanile oggi. Oltre a tanti compagni di quell’Atalanta e altri ex calciatori di quegli anni: da Bonacina a Luigino Pasciullo, passando per Magrin, Icardi, Adelio e Domenico Moro. E poi tante persone che nemmeno lo hanno mai visto giocare, Oliviero, per meri motivi di età. Perché l’Atalanta unisce tutti, anche oltre le mere questioni di campo, soprattutto se accompagnata da persone di grande valore come lui. Molti, peraltro, erano stati allenati e cresciuti da lui tra Longuelo e Dalmine, negli anni in cui ha lavorato come formatore a livello di settore giovanile. Il mantra, ricordano, era sempre uno: «Prima l’educazione il rispetto, poi tutto il resto».
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