Gritti: con Gasperini cambio di mentalità. «Lavoro e giocatori intelligenti, ma 5 anni fa col Napoli che rischio»

«Gasperini ha portato un cambio di mentalità. La società era la stessa anche prima, ma aveva l’obiettivo di salvarsi alla trentasettesima». Tullio Gritti, vice di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell’Atalanta, da ospite di una serata del Panathlon Bergamo ha raccontato del nuovo corso dell’Atalanta.

«Non esistono segreti, solo risultati ottenuti col lavoro e l’abnegazione, dal presidente al figlio fino al magazziniere. Già dal primo anno trovammo ragazzi eccezionali che seguivano l’allenatore in un tipo di lavoro diverso da prima - ha affermato il tecnico milanese -. Dopo le prime cinque partite, alla prima stagione qui, rischiammo di tornare io a Sirmione e Gasperini a Torino, ma il presidente Percassi arrivò al campo assicurando che non avrebbe cambiato guida tecnica. Alla sesta ci dicemmo: se dobbiamo tornare a casa, torniamoci con le nostre idee. Lui (2 ottobre 2016, ndr) fece giocare insieme per la prima volta alcuni giovani (Caldara, Gagliardini e Petagna, NdR) contro il Napoli, ragazzi che hanno confermato grandi doti: vincemmo uno a zero col gol di Petagna, ma il presidente forse non ci dorme ancora».

Sul carattere focoso del responsabile tecnico nerazzurro, Gritti è netto: «Sono il suo contrario, ma lui ha molte più pressioni di me. Sto seduto e mi diverto un sacco, nove volte su dieci la squadra gioca benissimo - ha proseguito -. Gasperini è un genio e ogni tanto ha bisogno di trovare dei nemici. Ogni tanto intervengo quando il quarto uomo perde la pazienza. Io ho già preso tremila euro di multa al posto di Bangsbo e mi bastano. Ma anche coi giocatori e qualcuno della società spesso sono io a mediare».

Gritti ha dovuto sostituire spesso Gasperini: «Al posto del mister ne ho persa una sola, ma prendo sempre lo stesso stipendio, molto meno di lui anche se a volte a cena offro io», sorride. Nel complesso, da responsabile unico, 4 vinte, 5 pareggiate e 1 persa, per 17 punti su 30 in 10 partite, più 9 vinte e 1 persa in corso d’opera dopo l’espulsione di Gasperini.

Infine, un elogio della professionalità dei giocatori atalantini: «Colazioni insieme, filmati singoli, allenamento e pranzo insieme. Il giocatore è più partecipe, una volta eravamo tutti più farfalloni. A Gasperini non interessa niente di quello che fanno fuori: è chiaro che se hai fatto le quattro del mattino, ti presenti al campo e ti senti morto - chiude Gritti -. I nostri giocatori devono imparare in fretta l’italiano, è a Bergamo che vengono pagati. Ronaldo sono tre anni che è a Torino e non parla la nostra lingua: penso sia maleducazione. Malinovskyi e moglie sono andati a scuola per impararla: un indice di grande intelligenza. Se poi ne abbiamo nove agli Europei e tre in Coppa America, qualcosa vorrà dire».

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