Il Galà del calcio bergamasco fa il pieno, dopo il Covid voglia di rilancio - Foto e premiati

Il ritorno A Le Due Torri di Stezzano sala gremita. Nicola Radici: «Bergamo eccelle per numeri e qualità».

Alle 8 e mezza della sera, mezzora prima del calcio d’inizio della serata, i posti a sedere sono già belli che esauriti. Il personale dello Shopping Center Le Due Torri di Stezzano amplierà la platea, ma non basterà a farci stare tutti. Qualcuno seguirà in piedi, dolce dazio da pagare per il ritorno della quindicesima edizione de Il Galà del calcio bergamasco, evento capace come nessun altro di mettere insieme tutte le componenti che animano il football di casa nostra. Rispetto alla tradizione sono cambiati il giorno (lunedì post-partita invece che il sabato della vigilia) e il periodo (dall’inverno alle porte della primavera).

Quella di sempre, anzi maggiore, è stata la risposta di un movimento su cui come in pochi altri casi è entrata in tackle la pandemia (tre partite giocate da marzo 2020 ad agosto 2021), ma ufficialmente rimessosi le scarpette bullonate ai piedi tra uno stop & go e l’altro. Rispetto all’ultima volta, due anni e due mesi prima, sono tanti quelli che sono volati via, e il primo atto della serata è un applauso che arriva sino al cielo, dove tutti hanno qualcuno da ricordare.

«Siamo tra le prime province per numeri e per la qualità proposta»

Per la prima volta al banco delle autorità c’è Nicola Radici, nuovo delegato provinciale della Figc: «Siete davvero in tanti e sono felice – dice l’ex dirigente (tra le tante) di Atalanta e Falco Albino, poli opposti a tinte nerazzurre della sua precedente carriera dirigenziale –. Siamo tra le prime province per numeri e per la qualità proposta. Per me questo è ruolo nuovo, spero di portare novità e una rinnovata unione di intenti». A quella si è appellato il consigliere regionale Gianlauro Bellani, che dopo mesi di ricorsi al Tar, polemiche e denunce, ha colto l’occasione per tendere la mano ai suoi oppositori: «Pur nelle differenze, serve un confronto sulle idee – il senso del suo intervento –. Ne va del bene di tutto il nostro calcio, che ha problemi concreti da risolvere».

Come pochi altri può raccontarlo, Roberto Spagnolo, quasi quarant’anni fa dirigente dell’Azzanese e oggi direttore operativo di un’Atalanta fresca di passaggio di proprietà in mani americane. Dopo la sosta per le nazionali, c’è la prospettiva di un quarto di finale di Europa League da giocare con il Lipsia: «Proveremo a qualificarci, ripartendo dalla predisposizione al lavoro e dall’unione del nostro gruppo – ha detto dopo essersi collegato in diretta con Bergamo Tv –. Gente come Muriel e Freuler che portano in trionfo Cissé, come avvenuto a Bologna, sono un’immagine che altrove non capita spesso di vedere. L’Atalanta che fa parlare di Bergamo in Europa è di tutti, l’Atalanta siete anche voi». La serata, chiusa con la presentazione della trentottesima edizione del volume Calcio Bg-L’Almanacco (di cui parliamo a parte) è coincisa con l’occasione per far conoscere alla platea alcune delle novità che caratterizzeranno il finale di stagione.

«A fine mese 70 nuovi arbitri»

Paolo Fiorini, presidente dell’Aia (Associazione italiana arbitri) provinciale, si è soffermato su un movimento che nell’ultimo biennio ha fisiologicamente sofferto alla voce arruolamento: «Ma entro fine mese saranno pronti 70 nuovi arbitri freschi di corso: aiutiamoli a crescere, ricordando che, dai 14 ai 17 anni, oggi i ragazzi del settore giovanile possono sia giocare sia arbitrare».

Tornerà la «Settimana»

Avanti ha guardato anche Massimo Ruggeri, presidente dell’Aiac (Associazione italiana allenatori di calcio) Bergamo, che ha confermato che la Settimana del calcio bergamasco, a fine stagione, tornerà: «Pur in un format più snello e ridotto. Bravi a tutti per come avete resistito in questi anni: è il momento di tornare avanti, senza dimenticarci da dove veniamo». Già. Dario Silini, segretario generale del Villa Valle, ha parlato del torneo di calcio giovanile «Il maggio giallorosso» che dal 27 maggio al 12 giugno (data della sua scomparsa) sarà intitolato a Villa d’Almè alla memoria di Giuseppe Baretti, ex presidente del Crl e papà del nostro football: «Come premio, la squadra vincente della categoria Esordienti secondo anno avrà la partecipazione al trofeo Quarenghi, dove se la giocherà con le formazioni professionistiche: sappiamo che a Beppe sarebbe piaciuto così». Come la gente comune che si avvicina e chiede cosa ci fanno 200 persone nel salone di un centro commerciale: è la platea del calcio bergamasco, a cui il Galà mancava tanto quanto un gol decisivo all’ultimo minuto di recupero.

I premiati

È stata anche la loro serata, quella dei premiati, i protagonisti di un movimento che dall’Atalanta alla Terza categoria, anche in questa stagione 2021/22 sta mandando in campo 177 società affiliate alla Figc. Tra i giocatori la scelta è caduta sull’infinito Adriano Ferreira Pinto (a lui il primo premio L’Eco di Bergamo), ideale anello di raccordo tra la vetta e la base del movimento.

L’ex ala destra nerazzurra ai tempi di Colantuono e Delneri, oggi è la bandiera del Ponte San Pietro (Serie D) di cui in questa stagione (sin qui 6 reti in 24 presenze) veste la maglia per l’ottava stagione consecutiva: «Un riconoscimento che voglio condividere con un club che non mi ha mai fatto mancare nulla e di cui ho condiviso la filosofia – le parole del 42enne brasiliano originario di Quinta do Sol (uno che al calcio professionistico è arrivato dopo aver lavorato come muratore nel suo paese d’origine) –. Sia in allenamento sia in partita provo a essere un riferimento per i più giovani, a cui mi piace trasmettere la giusta mentalità».

Il secondo premio L’Eco di Bergamo della serata è andato a Giorgio Corna, giovane fischietto della sezione di Bergamo fresco di promozione in Prima categoria: «Dove Var e bomboletta non ci sono, ma un giorno mi piacerebbe usarli», ha scherzato sul suo futuro facendo staffetta d’intervento con il presidente dell’Aia provinciale Paolo Fiorini. Poi è stata la volta dei premi assegnati agli allenatori.

Il riconoscimento alla memoria di Salvatore Di Costanzo è andato ad Angelo Passera, 80 anni e non dimostrarli, che a quasi mezzo secolo di distanza dalla prima panchina (7 campionati vinti e 10 promozioni in carriera in prima squadra) ancora oggi continua a trasmettere la sua passione agli Esordienti a 9 della Colognese, «che mi stanno aiutando a rimanere giovane dentro – ha sorriso il mister di Verdello–. Ho la fortuna di avere dei genitori collaborativi».

Palla, pardon parola, a Maurizio Casali, responsabile del settore giovanile della Virtus CiseranoBergamo, uno dei più competitivi dell’intera regione, che ha seguito nell’ultimo decennio nelle trasformazioni passate per AlzanoCene e Virtus Bergmo: «Sono abituato a lavorare dietro le quinte e un po’ le gambe mi tremano – ha ammesso il 63enne di Bergamo (a cui è andata la targa Ottorino Durante a.m.) –. Dedico il premio alla mia famiglia e al tempo che le ho tolto, perché questo è un lavoro dispendioso che assorbe tempo ed energie».

Per i direttori sportivi, (Gambarini d’oro) la scelta è ricaduta su Stefano Zanchi, anni 53, colonna dirigenziale della Gavarnese. Da 17 anni siede dietro la medesima scrivania del club della frazione dove risiede, una rabona ai programmi «mordi e fuggi» in voga altrove: «Non me l’aspettavo, anche perché negli ultimi due anni c’è gente che ha fatto meglio di me», ha detto con umiltà.

Ultimo in ordine di menzione ma non certo d’importanza l’ambito premio alla memoria di Enzo Sensi assegnato a Olivo Foglieni, consigliere e anima della Virtus CiseranoBergamo. Anni 61, uomo di calcio e imprenditoria, ha portato Ciserano dalle categorie inferiori alla Serie D: «Lo condivido con tutti voi, perché per far calcio, mai come nel mondo che viviamo, servono passione e un po’ di sana follia – ha detto alla platea - . Ora che siamo ripartiti speriamo di non doverci più fermare, anche per portare avanti principi e valori fondamentali per le nuove generazioni».

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