Un disturbo di origine comportamentale: ecco come fare

Un’altra puntata della rubrica «Amici con la coda».

Capita a molti proprietari di cani di constatare che il proprio amico a 4 zampe ha intrapreso un’abitudine decisamente disgustosa e alquanto tabù: la coprofagia, ovvero il vizio di mangiare gli escrementi. Perché lo fa? Innanzitutto le ragioni per cui il nostro compagno peloso arriva a questa poco piacevole pratica possono essere molteplici, e citando Wikipedia possiamo dire che «il comportamento coprofago è abituale nel cane il cui metabolismo provoca spesso carenze di sali minerali che necessitano di essere reintegrati rapidamente. Per questo il cane ingerisce escrementi propri o altrui. Anche le feci dei cavalli sono particolarmente appetibili per i cani». Per cui il primo consiglio che vi do è quello di parlarne con il vostro veterinario, al fine di escludere qualsiasi problema legato alla sua salute.

In tanti casi però questo disturbo è di origine comportamentale. Vediamo di esaminarne le cause più comuni. Nel cucciolo che vive in casa e che non è ancora in grado di sporcare correttamente in giro la coprofagia può essere indotta dalla paura di ricevere una sgridata o una punizione fisica, per questo consiglio sempre di non punire l’animale quando la fa in casa, ma di ignorarlo e di intervenire soltanto nel momento in cui non vi vede, per cui mettere il cucciolo in un’altra stanza facendo finta di niente, ripulire il tutto e poi riammetterlo con noi, può rivelarsi una strategia vincente. Ciò vale anche per soggetti adulti particolarmente timidi o sensibili per cui una forte sgridata, uno schiaffo o peggio ancora prenderli di peso e infilargli dentro il muso, può fare insorgere in loro il pensiero di far sparire il «corpo del reato» mangiandoselo.

Può anche essere che il cucciolo abbia imparato questo atteggiamento osservando la sua mamma quando era molto piccolo. Non tutti i quattrozampe sono fortunati e hanno sempre a disposizione cibo di primissima qualità, ci sono purtroppo anche cani abbandonati a loro stessi che pur di mangiare qualcosa arrivano a nutrirsi dei propri escrementi o di quelli di altri animali. Per altri soggetti invece, il nostro gesto di prendere i suoi bisogni può sembrare una specie di «furto»: non dimentichiamoci che tutto ciò che noi maneggiamo per il nostro cane diventa curioso e prezioso, quindi il ragionamento «se la prende lui allora è importante, quindi la prendo anch’io» ci può stare.

Esistono poi soggetti incredibilmente attratti dagli escrementi degli altri ospiti della casa in cui vivono, in particolar modo di quelli dei gatti: ciò è spiegabile con il fatto che il gatto mangia cibo più saporito rispetto al cane, quindi con un odore decisamente più intenso, che il cane grazie al suo sopraffino olfatto riesce a captare anche nelle deiezioni. Quindi se come me avete cani e gatti sotto lo stesso tetto, vi raccomando di spostare la lettiera in un posto accessibile solo ai felini. Anche durante la passeggiata può accadere che il nostro amico si imbatta nei «prodotti» di un gatto o, perché no, di un cane che si nutre con i nostri avanzi, e ne sia irresistibilmente attratto… Aggiungiamo poi il dato di fatto che alcune razze, come ad esempio i retriever, sono particolarmente inclini a questa disgustosa abitudine, abbiamo fatto un quadro pressoché completo della situazione.

Cosa fare? Innanzitutto se il vostro amico peloso tende a mangiare i suoi stessi bisogni, esiste in commercio un prodotto molto efficace: si tratta di un integratore (non è un farmaco) in polvere facilmente reperibile nei negozi di animaleria o in farmacia. Ripeto poi il fondamentale concetto di non sgridarlo o punirlo quando sporca in casa: prevenire è meglio che curare… Altra buona cosa è aumentare l’esercizio fisico del cane: passeggiate, gioco, corse, tutto fa brodo. Fare molto moto è appagante, e poi probabilmente penserà solo a riposarsi. Valido è anche l’accorgimento di suddividere i pasti del cane più volte al giorno: se il cane mangia una sola volta, nell’arco della giornata potrebbe poi avere fame, e in mancanza di altro… Se invece non volete suddividere i pasti valutate anche i giochi-dispenser di cibo (il «kong» è il più semplice da reperire e, secondo me, è anche il più efficace).

Se invece è attirato da queste disgustose «esche» in passeggiata, oltre ovviamente a tenere ben aperti gli occhi, molto può fare l’abituazione al «guarda», cosa che si può facilmente imparare anche a casa mettendo a terra qualsiasi oggetto che attiri il cane (giochi, cibo ecc.) e premiandolo ogni volta che riusciamo a distogliere la sua attenzione dalle sue mire e a portarla su di noi. L’unica difficoltà di questo esercizio sta nel dettare bene i tempi del nostro intervento, che deve assolutamente anticipare la sua azione, e non seguirla, altrimenti si corre il rischio di vedere tutto il nostro lavoro vanificato. Quindi come al solito raccomando pazienza, costanza, coerenza e dolce fermezza.

*Educatore Cinofilo Professionista

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