A Bergamo tre alloggi confiscati ai clan destinati ai profughi ucraini

L’accordo Comune e Prefettura collaborano per accogliere chi fugge dalla guerra. Già 11 in città i beni sottratti alla criminalità organizzata.

Da patrimonio del crimine a bene comune per la collettività e soprattutto per i più deboli. La proposta di destinare all’accoglienza dei profughi ucraini alcuni immobili confiscati alla criminalità organizzata prende piede: nei giorni scorsi il Comune ha approvato una delibera che ratifica l’accordo di collaborazione con la Prefettura «per la prima accoglienza dei cittadini ucraini in fuga dal conflitto».

L’intesa, si legge nel documento, propone appunto di «avviare una collaborazione con la Prefettura avente a oggetto la fornitura di beni e l’erogazione dei servizi di accoglienza di cittadini ucraini in fuga dal conflitto bellico mediante l’utilizzo di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata».

Tre appartamenti strappati ai clan per dare rifugio a chi fugge dalla guerra. «La collaborazione pubblico-privato - specifica la delibera - si sostanzia nella messa a disposizione da parte della Prefettura, sino al 31 dicembre 2022, fatto salvo eventuale rinnovo, di tre unità immobiliari, con l’impegno da parte del Comune a erogare il servizio di accoglienza nelle strutture medesime per il tramite di enti gestori all’uopo individuati, nonché a supportare la Prefettura nella gestione territoriale dell’accoglienza dei profughi attraverso azioni di sostegno sociale e di orientamento per garantire un’ospitalità mirata e attenta alle caratteristiche personali e familiari di ciascun profugo, finalizzata al superamento della condizione di bisogno e di fragilità derivante dal trauma della migrazione». I tre appartamenti, come si legge nel testo della delibera, sono tra via Bono, via De Gasperi e via Grumello.

Tre appartamenti strappati ai clan per dare rifugio a chi fugge dalla guerra

Sul tema, il Comune stava lavorando sin dallo scoppio della guerra e già a marzo era stato effettuato un primo sopralluogo. A facilitare l’iter, come aveva sottolineato l’assessore alla Legalità Marzia Marchesi lo scorso 21 marzo (Giornata della Memoria e dell’Impegno contro le mafie), il fatto che nei mesi scorsi Palazzo Frizzoni avesse già approvato uno specifico regolamento sull’utilizzo dei beni confiscati: «Un lavoro che diventa prezioso anche in questa fase», aveva ricordato Marchesi. Tra l’altro, anche il ministero dell’Interno ha ratificato lo scorso 25 marzo uno specifico protocollo con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata, finalizzato a facilitare la destinazione in favore dell’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina.

Sono al momento 11, complessivamente, i beni confiscati alla criminalità organizzata in città (6 appartamenti, 4 box e un altro immobile non specificato)

Sono al momento 11, complessivamente, i beni confiscati alla criminalità organizzata in città (6 appartamenti, 4 box e un altro immobile non specificato): quelli non utilizzati per il progetto di accoglienza restano sotto la gestione dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. La delibera della giunta di Palazzo Frizzoni indica inoltre l’impegno per le verifiche legate alla sicurezza degli appartamenti, le operazioni di allaccio delle utenze e «l’effettuazione di interventi manutentivi e di adeguamento necessari e urgenti per rendere fruibili».

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