Ad Astino nuovi spazi per il polo universitario su territorio e paesaggio

L’IPOTESI. Confronto con la Soprintendenza per trasferire il centro «Lelio Pagani» e l’osservatorio internazionale. Bombardieri: «Si lavora per impiegare i locali restaurati».

Si aggiunge un tassello al complesso disegno di Astino. La Fondazione Misericordia Maggiore sta lavorando con l’Università di Bergamo per portare negli spazi dell’ex monastero il Centro studi sul territorio «Lelio Pagani» - organismo dell’Ateneo che si occupa dello studio e valorizzazione del paesaggio - con tutte le realtà ad esso collegate, dal corso di dottorato Landscape Studies for Global and Local Challenges ad OrobieLab (laboratorio tecnico-scientifico a supporto dell’Osservatorio per la montagna della Provincia di Bergamo).

Fabio Bombardieri: «C’è un confronto aperto con la Soprintendenza, per capire se è possibile realizzare gli interventi necessari per rispondere alle esigenze di un’Università. Come Fondazione saremmo molto contenti se si potessero concludere entrambe le fasi del progetto. L’Università di Bergamo e il Centro studi danno ancora più forza alla vocazione della struttura»

In corso interlocuzioni anche con la Soprintendenza, perché se una parte dei locali al primo piano sono già stati restaurati, un’altra porzione deve ancora essere sottoposta ad un intervento. Gli spazi non sono mai stati utilizzati e dovrebbero ora trovare una destinazione: «Con l’Università la collaborazione è già intensa, diverse sono le attività che si stanno portando avanti ad Astino, soprattutto da parte del dipartimento di Geourbanistica – sottolinea il presidente della Fondazione Mia Fabio Bombardieri -. Stiamo lavorando su alcuni locali già restaurati, ma abbiamo anche un secondo obiettivo, mettere a disposizione ulteriori spazi, sempre al primo piano del monastero. C’è un confronto aperto con la Soprintendenza, per capire se è possibile realizzare gli interventi necessari per rispondere alle esigenze di un’Università. Come Fondazione saremmo molto contenti se si potessero concludere entrambe le fasi del progetto. L’Università di Bergamo e il Centro studi danno ancora più forza alla vocazione della struttura».

Gli aspetti amministrativi

Per chiudere la partita, mancano dei passaggi dal punto di vista amministrativo: «Si sta lavorando - spiega Giuseppe Epinati, coordinatore delle attività per la Fondazione Mia – con la Soprintendenza per definire un progetto puntuale da sottoporre al parere della segreteria tecnica dell’accordo di programma su Astino, di cui fanno parte Regione Lombardia, la Provincia di Bergamo, il Comune di Bergamo e il Parco dei Colli di Bergamo».

Cosa arriva dall’Università

I contenuti che l’Università vuol portare dentro il monastero sono già però ben definiti: il Centro studi sul territorio «Lelio Pagani» insieme all’Osservatorio internazionale di studi sul paesaggio, il corso di dottorato Landscape Studies for Global and Local Challenges, OrobieLab: «Individuare la sede ad Astino ha come obiettivo animare il territorio attraverso azioni culturali che vedono l’Università come orchestratrice di un processo di innovazione culturale e territoriale, andando ad agire sull’alta formazione di giovani, a livello nazionale ed internazionale – afferma Alessandra Ghisalberti, professoressa di Geografia economico-politica e coordinatrice del dottorato di ricerca in Landscape Studies dell’Università di Bergamo -. La sede del dottorato e dell’evento annuale “International Landscape School” ad Astino significa far sì che questo spazio della città, già premiato con il “Landscape Award” dal Consiglio d’Europa per il particolare pregio paesaggistico, venga ulteriormente valorizzato come laboratorio di ricerca a cielo aperto e di sperimentazione di linguaggi transmediali, attivando  relazioni con gli abitanti e la loro vita quotidiana».

Tra le antiche mura dell’ex sito monastico prenderà vita un progetto interdisciplinare, perché, spiega ancora Ghisalberti, «il dottorato accoglie competenze di tre dipartimenti diversi, di Lingue, Letterature e Culture straniere, di Ingegneria e Scienze applicate e di Lettere, Filosofia, Comunicazione, per aprire dialoghi tra discipline umanistico-sociali e tecnico-applicative. I dottorandi saranno in un laboratorio privilegiato, quale è Astino, e attraverso il supporto dell’Università lavoreranno su due scale territoriali integrate, locale e internazionale».

La stessa filosofia seguita per costruire il programma della prima edizione dell’«International Landscape School», che si è già svolta ad Astino dal 9 al 12 aprile (con una giornata in Val di Scalve): «Ha coinvolto circa 30 ricercatori junior, di cui 10 dottorandi del nostro corso – afferma Alessandra Ghisalberti dell’Università di Bergamo -. Hanno partecipato diverse università straniere, tra queste la Sorbona, ma anche due istituti del Cnr, l’Isem (Istituto di storia dell’Europa mediterranea) e l’Imaa (Istituto di metodologie per l’analisi ambientale) a conferma del carattere transnazionale e interdisciplinare dell’iniziativa».

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