Addio a Pierluigi Rizzi: fondò la Cimprogetti

Il lutto. Passò alla storia per il coraggio dimostrato nel 2014 nel riacquistare la sua azienda e poi nel rilanciarla.

È morto nella giornata di giovedì 6 ottobre Pierluigi Rizzi, fondatore di Cimprogetti. Il 26 settembre scorso aveva festeggiato con la famiglia, amatissima, gli 86 anni. Nato nel 1936 a Bergamo si era laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano e aveva subito cominciato a lavorare in modo indipendente. Aveva fondato la Cimprogetti nel 1967, con la prima sede in via Broseta e dal 2008 al polo tecnologico di Dalmine, trasformandola in spa nel 1969. L’azienda, che progetta e produce macchine per la produzione di calce e derivati, ha costruito oltre 400 impianti in 40 paesi.

Nel 1983 Rizzi aveva ceduto l’azienda al gruppo Unicem di Agnelli, mantenendo però le cariche di presidente e amministratore delegato. È entrato nella storia imprenditoriale bergamasca per il coraggio di riacquistare, nel 2014, l’azienda nel frattempo passata a un gruppo austriaco e di rilanciarla coinvolgendo i più stretti collaboratori.

Fondatore e primo presidente del Gruppo Giovani dell’Unione industriali di Bergamo, è stato poi vicepresidente di Confindustria Bergamo con la presidenza Sestini. Assessore ai Lavori pubblici (come indipendente) nell’ultima giunta del sindaco Giacomo Pezzotta, realizzò il depuratore delle acque e affrontò il rifacimento del tetto del Teatro Sociale, da anni inagibile.

«Una forza della natura in tutti i sensi» lo definiscono con affetto i familiari che ne sottolineano il carattere decisionista, la generosità, la lealtà verso le persone che amava.

«Una forza della natura in tutti i sensi» lo definiscono con affetto i familiari che ne sottolineano il carattere decisionista, la generosità, la lealtà verso le persone che amava. Ha diviso la vita con Laura Casazza, conosciuta quando lei era alle medie e lui al liceo, corteggiata ai tempi del rock-and-roll e sposata nel 1963. Insieme hanno costruito una famiglia solida, con i figli Pierluca e Monica e cinque nipoti, sparsi per il mondo ma tutti tornati in tempo per stare vicini a un nonno che aveva saputo capirli e farsi voler bene. Forse perché sempre pronto a credere nei giovani e a spingerli verso ciò che poteva aprire la mente e il cuore, dall’inglese alle esperienze internazionali, si trattasse dei familiari, dei collaboratori o dei ragazzi del Rotary, la sua associazione, della quale è anche stato presidente nel club Città Alta.

«Una figura centrale per Confindustria Bergamo, sempre vicino, sempre propositivo, portatore di cambiamenti che hanno influenzato moltissimo l’associazione» lo ha ricordato la presidente di Confindustria Bergamo, Giovanna Ricuperati.

«Una figura centrale per Confindustria Bergamo, sempre vicino, sempre propositivo, portatore di cambiamenti che hanno influenzato moltissimo l’associazione – lo ha ricordato la presidente di Confindustria Bergamo Giovanna Ricuperati – . È stato per me mentore istituzionale, dato che durante la sua presidenza del gruppo mi sono avvicinata a Confindustria. Coraggioso, visionario e disruptive, è stato il primo sostenitore del valore dell’innovazione e dei servizi all’interno della dimensione manifatturiera, antesignano di uno sviluppo che oggi, grazie anche alla sua opera, si è pienamente concretizzato».

Notevole sportivo, dopo un infarto a 49 anni giocando a tennis, era passato al golf. Amava il mare, che gli trasmetteva un senso di libertà. I funerali saranno celebrati sabato alle ore 10,30 al Tempio Votivo della parrocchia di S. Lucia.

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