Arrivati a Roma sette bimbi da Gaza: uno ricoverato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo

GLI AIUTI. Accolti a Ciampino dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Bisognosi di cure sono arrivati nel nostro Paese da Eilat a bordo di un C-130.

Nell’ambito della 15esima operazione di evacuazione umanitaria portata avanti dall’Italia per aiutare la popolazione civile di Gaza, un gruppo di sette bambini bisognosi di cure è arrivato poco prima delle 23 di lunedì 29 settembre all’aeroporto di Roma Ciampino con un aereo da trasporto C-130 dell’Aeronautica militare. I piccoli pazienti fanno parte di un gruppo di 15 minori partiti da Eilat, nel sud di Israele, con i loro familiari e accompagnatori (per un totale di 81 persone) con 3 C-130 diretti a Roma, Verona, Pisa e Lecce Galatina per essere poi trasferiti in dodici strutture ospedaliere in Campania (uno al Santobono di Napoli), Emilia Romagna (uno al S.Orsola di Bologna), Friuli Venezia Giulia (uno al Cattinara di Trieste), Lazio (due al San Camillo e altrettanti al Gemelli, uno al Bambino Gesù e un altro al Policlinico Umberto I), Lombardia (uno al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno al Niguarda di Milano e uno agli Spedili Civili di Brescia), Toscana (due al Meyer di Firenze) e Puglia (uno al Veris Delli Ponti di Lecce, Scorrano). Ad attendere a Ciampino, nell’area dello scalo riservata al 31/mo Stormo dell’Aeronautica Militare, l’arrivo del volo umanitario, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Sul posto anche ambulanze per il trasporto dei piccoli pazienti in ospedale.

Una bimba di 11 anni a Bergamo

In particolare all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stata ricoverata una bimba di 11 anni, agli Spedali Civili di Brescia una bimba di 10 anni e al Niguarda di Milano un bimbo di 7 anni, tutti con lesioni neurologiche da esplosione. Sono in tutto 23 i piccoli pazienti presi in carico dalla Lombardia dall’inizio dell’anno. «Ancora una volta - evidenzia l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso - la Lombardia conferma la grande disponibilità ad accogliere e curare bambini che arrivano da scenari di guerra con gravi ferite e traumi. Il lavoro in rete con il Governo, la Protezione Civile e i nostri sanitari sempre in prima linea, consente di offrire loro cure salvavita e una speranza di futuro. Allo stesso tempo, con la raccolta fondi vogliamo dire alle famiglie che qui non saranno mai sole».

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