Aspiranti infermieri in calo. In Lombardia ne mancano 668

UNIVERSITÀ. Ai test d’ingresso «solo» 1.415 iscritti, contro i 1.555 del 2024. In provincia pronti 235 posti, di cui 105 nella sede del «Papa Giovanni».

Il primo bilancio racconta di un calo, che potrebbe però essere mitigato da quel che succederà nei prossimi mesi. Ieri le università statali di tutta Italia hanno ospitato i test d’ingresso per i corsi di laurea in Infermieristica, così come per le altre professioni sanitarie (Fisioterapia, Ostetricia, Logopedia e altre discipline ancora), e in Lombardia la traiettoria degli aspiranti infermieri è appunto al ribasso: nei cinque atenei pubblici (Milano Statale, Milano-Bicocca, Pavia, Brescia e Insubria), le domande sono scese dalle 1.555 dello scorso anno alle 1.415 di quest’anno, con una riduzione dell’8,9%, a fronte di 2.083 posti banditi; 668 rischiano dunque di restare vacanti. In proporzione, ogni 10 posti disponibili sono arrivate all’incirca 7 richieste.

Un dato ancora parziale

È però solo un primo dato parziale, perché un «assestamento» – su scala locale come nel resto del Paese – è atteso più avanti: a breve per quanto riguarda chi non ha passato il test per altre professioni sanitarie, verso febbraio per chi non entrerà a Medicina dopo il «semestre filtro».

«Successivamente – spiega infatti Angelo Mastrillo, docente di Organizzazione delle professioni sanitarie all’Università di Bologna, che ogni anno redige uno studio sull’ammissione a questi percorsi –, la copertura dei posti aumenta tramite le graduatorie derivate dalle domande di seconda e terza scelta dei corsi (delle altre professioni sanitarie, ndr). Inoltre, per i 12 corsi affini, fra cui appunto Infermieristica, potranno essere accolti coloro che non si sono collocati in posizione utile in graduatoria del semestre aperto dei corsi di laurea a ciclo unico di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria: per la sola Medicina in tutta Italia le iscrizioni sono state 54.313, quindi meno delle 57.900 delle professioni sanitarie».

Le sedi bergamasche e i posti disponibili

Anche per questo al momento non è possibile sapere con esattezza la «saturazione» dei quattro poli didattici di Infermieristica presenti in Bergamasca con un totale di 235 posti:
105 nella sede gestita dal «Papa Giovanni» (afferenza a Milano-Bicocca), 30 ad Alzano Lombardo (Asst Bergamo Est con l’Università di Brescia), 50 nella sede di via Moretti di Humanitas (Humanitas University, in collaborazione con Humanitas Gavazzeni, Humanitas Castelli e l’Università di Bergamo per alcune materie) e 50 al Policlinico di Ponte San Pietro (Università Vita-Salute San Raffaele).

«Il calo delle domande può essere in parte fisiologico - ragiona Gianluca Solitro, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Bergamo -, solo dopo il semestre filtro di Medicina si potrà fare una valutazione più complessiva. I numeri non sono così negativi, anche perché oggi occorre ragionare soprattutto sull’evitare gli abbandoni durante il triennio di studio. Restano però i problemi di fondo noti sulla professione».

Le criticità strutturali della professione

Quelli ormai storici, che scoraggiano l’attrattività: stipendi e progressioni di carriera.

Il quadro nazionale

Guardando all’intero Paese, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) calcola 19mila candidature per 20.699 posti offerti nei corsi di laurea. Ma, viene ribadito, «si attendono ancora i dati dalle private e le ricadute del semestre filtro: più del 20% degli iscritti a Medicina ha espresso Infermieristica come prima opzione».

Però, rilevano dalla Fnopi, «la professione tiene e siamo orgogliosi degli sforzi compiuti con Ministeri, Regioni e Università per garantire un numero sempre maggiore di posti a bando», visto che nel 2001 erano solo 10.614 (la metà di oggi): «Le richieste di accesso non aumentano con la stessa proporzionalità, ma ciò accade nel contesto di un calo demografico che ormai impatta sul numero complessivo di studenti universitari e che ci preoccupa non poco per la tenuta futura del sistema sanitario».

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