Assegno unico, premio ai nuclei numerosi. Per 10mila famiglie varrà il 50% in più

La manovra. È quanto prevede la legge di bilancio che, salvo modifiche, verrà presentata oggi dal governo. Il limite Isee è di 40 mila euro e varrà per i figli da uno a tre anni.

Le carte si scopriranno per davvero oggi, lunedì 28 novembre, quando il testo della legge di bilancio giungerà alla Camera per l’inizio della discussione. Qualcosa magari cambierà ancora, intanto qualcosa è già mutato rispetto agli annunci dei giorni scorsi. Per esempio, nell’ultima bozza circolata tra venerdì e sabato s’è in parte ridimensionato il potenziamento dell’assegno unico per le famiglie numerose. Se resta confermato l’aumento del 50% dell’importo dell’assegno nel primo anno di vita di ogni bambino (a prescindere dall’ampiezza del nucleo, dunque anche per i figli unici), non ci sarà invece più il raddoppio del contributo per le famiglie numerose: i nuclei con tre o più figli beneficeranno comunque di un aumento del 50% del proprio assegno per i figli da uno a tre anni, ma solo se l’Isee del nucleo familiare è inferiore ai 40mila euro.

La stima delle famiglie bergamasche

Quanti bergamaschi potranno beneficiare comunque dell’aumento dell’assegno unico per le famiglie numerose? Una prima stima la si può ricavare guardando alla «morfologia» dei nuclei in provincia di Bergamo: qui i nuclei formati almeno da cinque componenti (teoricamente, i due genitori più almeno tre figli) sono 25.409, a cui andrebbe aggiunta una quota dei nuclei composti da quattro persone dove vi è un solo genitore (e poi i tre figli). Vanno però considerati solo i figli fino ai tre anni: così facendo, l’effettiva platea dei beneficiari dell’incremento si riduce ad alcune migliaia di famiglie, verosimilmente al massimo 10mila. L’asticella dell’Isee dovrebbe incidere poco: in Bergamasca per esempio il 92% degli Isee prodotti nel 2021 aveva valori inferiori ai 40mila euro, e tra l’altro il meccanismo dell’Isee porta ad abbassarne drasticamente i valori al crescere del numero dei componenti della famiglia.

Quanto vale l’assegno

Oggi, per ciascun figlio minorenne è previsto un importo di 175 euro mensili per i nuclei con Isee fino a 15mila euro; il valore del sussidio scende poi all’aumentare del reddito, con un minimo di 50 euro mensili per i nuclei da 40mila euro in su. Gli aumenti previsti dalla manovra – riferiti all’assegno del primo figlio di età inferiore a un anno, e ai figli da uno a tre anni per i nuclei con almeno tre figli – porteranno l’importo minimo a 75 euro mensili, mentre l’importo massimo salirà a 262,5 euro.

Le reazioni

In attesa di capire quale sarà il testo definitivo della manovra, e poi il testo che approverà definitivamente il parlamento, il punto di partenza dei commenti è la valorizzazione del principio dell’assegno unico. «Valutiamo positivamente il rafforzamento dell’assegno unico, anche se questo potenziamento va solo a una parte delle famiglie – premette Candida Sonzogni, della segreteria provinciale della Cisl Bergamo -. È comunque importante sostenere le famiglie numerose, che dalle prime valutazioni sembravano quelle più penalizzate dai meccanismi dell’assegno unico. Non dimentichiamoci però delle altre famiglie, quelle più piccole: spesso, oggi il vero scoglio è decidere se fare il primo o il secondo figlio. Tutti gli strumenti devono favorire e incentivare le libere scelte dei genitori, senza legarli esclusivamente al numero dei figli. Servirebbe poi snellire alcune procedure. Abbiamo visto nei mesi scorsi che non tutti i potenziali beneficiari dell’assegno unico hanno effettivamente presentato domanda: occorre superare alcuni nodi legati alle modalità di richiesta».

Strumento contro la povertà

«È indubbio che l’introduzione dell’assegno unico universale abbia contribuito in modo rilevante a ridurre le condizioni di povertà di numerose famiglie, anche più di altre misure di cui si parla maggiormente, come il Reddito di cittadinanza – commenta Orazio Amboni, responsabile Welfare della Cgil di Bergamo -. L’ha documentato recentemente con dati precisi l’Istat, rilevando come soprattutto per la parte più povera della popolazione si siano ridotti il tasso di disuguaglianza e il rischio di povertà, sceso dal 18,6% al 16,8%. A oggi ancora non si conosce il testo ufficiale della legge di bilancio, si conoscono le varie bozze circolanti. Una modifica che il Parlamento farà bene ad apportare è quella relativa alla prescrizione del diritto: in base alla attuale norma non si tiene conto della richiesta di arretrati se la domanda non viene presentata entro il 30 giugno di ogni anno (prima la prescrizione era di 5 anni, ndr)». «Come è noto - conclude il responsabile Welfare della Cgil di Bergamo - è rilevante il numero di chi, pur avendone diritto, non ha presentato in tempo utile la richiesta. Per molti, la causa sta nella condizione di povertà e marginalità sociale e culturale: proprio la parte di popolazione che avrebbe più necessità di un aiuto di questo genere».

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