Autostrade più care: fino al 2,8% in più con il nuovo anno

TRASPORTI. Su Brebemi gli aumenti più significativi e niente agevolazioni per i possessori di Telepass. Sulla A4 (Milano-Brescia) rincari quasi impercettibili.

Da ieri viaggiare in autostrada costa di più. Per esattezza bisognerà sostenere un maggior costo medio del 2,3%. L’aumento è stato consentito dal governo attraverso il decreto Milleproroghe.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di concedere alle società autostradali un aumento dei pedaggi in modo da adeguarli all’aumento dell’inflazione prevista per il 2024 dalla Nadef (Nota di aggiornamento al Documento economico finanziario) e che si dovrebbe aggirare, appunto, intorno al 2,3%. Dopo quello delle assicurazioni per le auto e delle tariffe telefoniche oltre che la fine del mercato tutelato del gas (e la necessità, quindi, per gli utenti di rivolgersi al mercato libero con maggiori costi), il nuovo anno porta con sé un altro aumento a carico dei consumatori.

Per quanto riguarda la Bergamasca la crescita del pedaggio riguarderà le due autostrade che attraversano il nostro territorio, ovvero la Aspi Milano-Brescia (tratto dell’A4) e la Brebemi A35.

Gli aumenti in A4 e A35

L’aumento è però di diversa entità: per la A4 si paga l’1,50% in più, un aumento medio percentuale che nelle singole tratte potrebbe non essere percepito perché talmente irrisorio da essere arrotondato per difetto. Per esempio, ieri i pedaggi Milano-Bergamo e Capriate-Bergamo risultavano invariati, ma può essere che per un tratto leggermente più lungo si paghi qualche centesimo in più (ieri non era chiaro se il simulatore on line di Aspi fosse già aggiornato con le nuove tariffe, ndr).

Viaggiare sull’A35, invece, quest’anno costerà circa il 2,8% in più. Per fare un esempio: nel 2023 spostarsi da Treviglio a Romano costava 3,6 euro, dal primo gennaio 3,7. Brebemi, inoltre, nemmeno per quest’anno ha confermato lo sconto del 20% tolto nel 2023 e introdotto diversi anni fa a favore dei possessori di Telepass che percorrevano l’autostrada fra uno dei suoi caselli. È stato confermato, invece, solo quello del 30% per i veicoli Full electric e i camion che viaggiano a Lng (Gas naturale liquido).

Entrambi gli sconti, invece, sono rimasti in vigore per la Teem-A58 (tangenziale est esterna di Milano) che ha registrato un aumento del pedaggio del 2,3%: questa autostrada non attraversa la Bergamasca ma è molto utilizzata dai bergamaschi perché dalla Brebemi permette di collegarsi all’A4 oppure sbucare sulle Provinciali Rivoltana e Cassanese, che portano nel centro di Milano.

Il motivo della differenza fra A4 (tratto di competenza Aspi) con Brebemi e Teem è prettamente tecnico. Con il Milleproroghe il governo ha precisamente concesso l’adeguamento dei pedaggi alla prevista inflazione per quelle società autostradali che hanno il piano economico finanziario scaduto e per la cui presentazione è stato fissato il termine del 30 marzo 2024. Aspi (Autostrade per l’Italia) invece, la società che gestisce l’A4 tra Milano e Brescia, ha un piano economico finanziario già approvato.

In vigore fino a marzo

La questione è, comunque, importante per capire che l’aumento del 2,3% concesso rimarrà in vigore fino, appunto, al marzo 2024. Dopodiché potrà variare in eccesso o in difetto a seconda della società autostradale e, appunto, del Piano economico finanziario che presenterà. Ciò significa, quindi, che nell’anno in corso potrebbero esserci ulteriori aumenti delle tariffe autostradali. Dal canto suo Aspi tiene a evidenziare che è dal 2018 (cioè dal crollo del Ponte Morandi di Genova) che la concessionaria non applica aumenti tariffari, salvo alcuni rincari autorizzati per singole tratte con un decreto interministeriale a firma Salvini-Giorgetti nel 2023.

La crescita dei pedaggi ha, comunque, sollevato le accese proteste delle associazioni dei consumatori che dicono no alla decisione del governo: i rincari «sono ingiustificati e favoriscono solo gli utili dei gestori privati autostradali», attacca Assoutenti, che chiede al Parlamento di «votare contro» la norma del Milleproroghe (quando il decreto, per rimanere in vigore, dovrà essere convertito in legge dal Parlamento).

Sulla stessa linea il Codacons: «Invece di aumentarli – sostiene – i pedaggi dovrebbero essere diminuiti come forma di indennizzo a fronte dei gravi disservizi registrati sulle autostrade nel 2023». Da qui la richiesta al Garante dei prezzi di intervenire. L’aumento dei pedaggi inoltre, secondo le associazioni dei consumatori, «andrà ad aggravare la stangata che colpirà tutti con il nuovo anno a causa dell’aumento del costo delle assicurazioni (più 8%), dei costi telefonici e la fine del mercato tutelato del gas: tutte voci che riaccenderanno l’inflazione e ridurranno la capacità di spesa».

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