Avis, oltre 63 mila donazioni nel 2021. «Sforzo straordinario, ma non abbassiamo la guardia»

L’assemblea provinciale Crescono i numeri della raccolta rispetto al 2020, anno dello scoppio della pandemia: le donazioni del 2021 raggiungono quota 63.579 (+4.080 sull’anno precedente). Sono 3.591 nuovi donatori. Il presidente Trapattoni: abbiamo compiuto sforzi straordinari, ma non possiamo abbassare la guardia. Il nodo della carenza medici e la possibilità di collaborazione con gli specializzandi. «Grazie all’impegno di Avis Lombardia confermata la gratuità del dono».

L’emergenza sanitaria pare sotto controllo, ma Avis provinciale Bergamo opta per la cautela e anche la 76a assemblea, per il terzo anno consecutivo, si tiene con un mix tra presenze e collegamenti a distanza. Dalle 14 sedi di diverse aree della provincia, circa 500 delegati (in rappresentanza di 35.926 avisini) si sono video collegati con il centro del Monterosso dove era presente l’Ufficio di presidenza con il presidente Artemio Trapattoni, i vicepresidenti Italo Accardi (vicario) e Gaudenzio Previtali, il tesoriere, Oscar Bianchi, il segretario, Pierluigi Plebani, Giuliana Moioli, e il direttore Giorgio Concina.

«Nel 2021 la raccolta provinciale su donatori Avis – ha sottolineato il presidente, Artemio Trapattoni - ha fatto registrare 63.579 donazioni contro le 59.499 dell’anno precedente, con un aumento pertanto di ben 4.080 unità, aumento che ha di fatto riportato la raccolta provinciale pressoché ai medesimi livelli pre-Covid del 2019. La crescita donazionale ha riguardato sia il sangue, per 3.437 unità, che il plasma per 643 unità. Questi risultati lasciano ben sperare e testimoniano l’ottima risposta che l’Associazione ha saputo dare in un periodo così difficile, grazie all’importante sforzo prodotto dalle 157 Avis Comunali e alla ritrovata serenità dei donatori che, superata una prima fase di incertezza e sconcerto per quello che stava avvenendo, hanno ripreso l’attività donazionale a pieno ritmo, consapevoli del loro ruolo importante a supporto della comunità».

«Da anni ci stiamo battendo per il riconoscimento pubblico della funzione strategica dell’Associazione nel comparto trasfusionale»

Uno sforzo straordinario se si considera che anche la struttura di Avis Provinciale Bergamo, alla pari di tutte le altre aziende sanitarie, ha dovuto confrontarsi con una grave e generalizzata carenza di personale medico ed infermieristico, che ha messo spesso a dura prova lo svolgimento o la ripresa delle normali attività e che ha frequentemente costretto a rivederne la programmazione riducendo i volumi di offerta. «Da anni – precisa il presidente Trapattoni - ci stiamo battendo per il riconoscimento pubblico della funzione strategica dell’Associazione nel comparto trasfusionale, affinché non solo sia consentito ai giovani medici specializzandi di poter continuare a prestare il loro operato volontario nelle attività di raccolta associative, ma possa essere addirittura previsto che tale collaborazione diventi presto parte integrante del loro piano formativo, come valore aggiunto del loro percorso di crescita professionale ed etica al servizio della sanità e non più come attività di tipo conflittuale».

Iscrizioni in aumento

Nel 2021 le iscrizioni di nuovi donatori sono state 3.591 tra cui 228 stranieri, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente che si è fermato a quota 2284. A fare il punto sui dati sanitari è stata Erica Magri, responsabile sanitaria delle unità di raccolta di Avis provinciale Bergamo: «Dobbiamo però concentrarci sui giovani che sono la percentuale meno rappresentata (tra i 18 e i 25 anni sono il 10,52% degli avisini). I donatori periodici – ha ricordato - vale a dire coloro che donano con regolarità e consapevolezza del proprio gesto, sono un patrimonio prezioso per la raccolta di sangue intero, per la quale in Italia vige l’autosufficienza, e di emoderivati, per i quali invece ancora non si è raggiunta l’autosufficienza a livello nazionale».

«Dobbiamo però concentrarci sui giovani che sono la percentuale meno rappresentata (tra i 18 e i 25 anni sono il 10,52% degli avisini)»

Lo scorso anno è stato concluso anche il restyling di alcune delle unità di raccolta (oltre alla sede del Monterosso a Bergamo, sono 9 sparse sul territorio provinciale): dopo tanti anni di attesa, sono stati ultimati i nuovi locali presso gli Ospedali di Zingonia e Ponte S. Pietro, che permettono alle Avis comunali delle rispettive zone e ai loro donatori, di poter contare su strutture moderne e funzionali. È in via di ultimazione anche il progetto della nuova unità a Calcinate. Tra gli obiettivi di quest’anno Avis è al lavoro per rivedere gli accordi con le aziende Ospedaliere ospitanti le unità di raccolta che non versano ancora in condizioni ottimali.

Attività di sensibilizzazione

E in attesa di ritornare a promuovere il valore della donazione tra la gente, l’attività di sensibilizzazione è comunque continuata attraverso i canali digitali. Sono stati 450 i donatori che hanno aderito al contest #iodonoperchè raccontando la loro esperienza e 3.323 gli studenti coinvolti nei progetti di formazione a distanza.Sul fronte lombardo è intervenuto il presidente di Avis regionale, Oscar Bianchi, che ha sottolineato due importanti risultati ottenuti nell’ultima settimana, grazie ad un impegnativo e lungo percorso di confronto e «pressing»: «Venerdì è finalmente arrivato il via libera, da parte delle Commissioni Sanità di Camera e Senato, per l’impiego volontario dei medici specializzandi nelle unità di raccolta».

«Grazie al ruolo fondamentale di Avis Lombardia è stato confermato il valore della gratuità su cui da sempre fondiamo la cultura del dono»

«E qualche giorno fa la Commissione Sanità del Senato – ha aggiunto - ha rivisto e emendato l’art. 17 del decreto Concorrenza che aveva introdotto il rimborso per la donazione di sangue, minando di fatto quello che da 95 anni la nostra associazione sta promuovendo. Grazie al ruolo fondamentale di Avis Lombardia è stato invece confermato il valore della gratuità su cui da sempre fondiamo la cultura del dono. Si tratta di un importante risultato che evidenzia come questo valore sia profondamente radicato nei nostri volontari e rappresenti un esempio di best practice a livello mondiale».

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