«Baldoria dopo la maturità. Incivili, chi sporca deve pulire»

LO SFOGO. L’assessore Ruzzini: «A terra farina, bottiglie e coriandoli». Ghilardi (Sarpi): «Indecente». Marchesi stempera: «Contesto da capire».

«Conciare strade e marciapiedi con farina, bottiglie, coriandoli di plastica, lasciare rifiuti ovunque e disinteressarsi di chi abita nei dintorni, non è una ragazzata. È una pessima abitudine che si sta instaurando tra diciannovenni che si diplomano e ultraventenni che si laureano e non capisco come si possa ritenere l’abbandono di rifiuti fuori dalle scuole la normalità, quasi un rito, una tradizione».

Ha assunto i toni dell’indignazione più viva il post che Oriana Ruzzini, assessore a Transizione ecologica, Ambiente e Verde, ha consegnato ai social network, deprecando la sporcizia che, in questi giorni di maturità (sono in corso gli orali), si accumula davanti a diversi istituti della città, frutto di baldorie ed eccessi degli studenti. Ruzzini, assieme al post, ha pubblicato anche uno scatto eloquente.

Ritrae decine di bottiglie vuote messe in fila su un muretto di fronte al liceo scientifico Mascheroni: ma anche le altre scuole non sono immuni. Un’insegnante impegnata nella maturità si è sfogata scrivendo alla nostra redazione: anche lei depreca il ripetersi di uno scenario costituito da «marciapiedi imbrattati di farina, salsa di pomodoro, uova rotte, bottiglie di spumante vuote, persino pesci morti lasciati come “scherzo”». La «vera maturità», scrive, «si misura anche da questo: dalla consapevolezza che la libertà individuale ha come limite il rispetto degli altri e dell’ambiente che ci circonda». Chiede più «prevenzione» da scuole e famiglie e conclude: «Bergamo merita cittadini veri, non semplici diplomati».

L’assessora Ruzzini si è però rivolta, anche, agli istituti: «Non trovo nemmeno corretto che debba essere Aprica a fare pulizie straordinarie, pagate dalla cittadinanza, fuori da ogni scuola. In questo senso, siano i dirigenti scolastici ad assumersi l’impegno di pulire l’esterno delle scuole dopo i festeggiamenti, possibilmente con la collaborazione dei neodiplomati e neolaureati. “Chi sporca pulisce” non è un segno di maturità, è proprio la base del vivere civile».

La dirigente del Mascheroni, Paola Caterina Crippa, forse perché sentitasi tirata direttamente in causa, non rilascia dichiarazioni in risposta all’assessore, se non prima di aver valutato bene la situazione. Aggiunge solo: «Non è vero che non facciamo niente». Il dirigente del liceo classico Sarpi, Claudio Ghilardi (che guida anche l’associazione nazionale presidi a Bergamo), comincia con il prendere di petto il problema: «Davanti al liceo Caniana, dove passo spesso, e davanti al Sarpi, lo spettacolo di questi giorni è indecente. Farina, uova, bottiglie di vino vuote: credevo che questa volgarità stesse passando di moda, mi pareva che quest’anno gli eccessi fossero in tono minore. Invece non è così». Ghilardi è al Sarpi da due anni, «e anche l’anno scorso andò male. La maturità è il momento più preoccupante, come mi hanno anche insegnato i nove anni passati al “Turoldo”. Dall’anno prossimo cercherò di intervenire in maniera preventiva, certo non con la repressione».

Già, ma come? Lui una possibile risposta ce l’ha. A inizio mese, in vista dell’ultimo giorno di scuola, Ghilardi aveva già invitato gli studenti, con apposita circolare, a «evitare comportamenti non idonei o eccessivi e i docenti, con tutto il personale scolastico, alla sorveglianza, nell’auspicio che non si debba concludere l’anno con spiacevoli provvedimenti a carico di eventuali responsabili», e in quel caso l’invito aveva funzionato molto bene perché, spiega, «ho lasciato una certa libertà ma in spazi circoscritti. Gli studenti si sono comportati molto bene e i festeggiamenti, che hanno coinvolto anche alcuni insegnanti molto amati che andavano in pensione, sono stati emozionanti». Ghilardi annuncia che interverrà dall’anno prossimo con un’altra circolare, insomma con una «moral suasion» preventiva. Qualcosa di buono forse arriverà.

Intanto, Ghilardi respinge al mittente l’invito dell’assessore Ruzzini rivolto ai dirigenti perché questi si impegnino a far pulire l’esterno delle scuole: «I nostri bidelli già si danno da fare pulendo con l’acqua il pavimento sotto il portico del liceo», conclude il dirigente, «li ringrazio perché non si lamentano neanche. Ma fuori dal portico, e penso ai rifiuti sull’acciottolato, non è più nostra giurisdizione. L’assessore ci chiede, poi, di coinvolgere chi sporca nelle pulizie? Cerchiamo di essere realisti. Chi si diploma scappa via, e chi s’è visto s’è visto». Marzia Marchesi, assessore alle politiche giovanili e all’educazione, dal canto suo pare invece serena: «Credo solo che in alcune occasioni si può essere clementi e capire il contesto».

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