
(Foto di Bedolis)
LA CRITICITÀ . Con le temperature in aumento, cambiano anche i bisogni di chi non ha una casa. Don Trussardi: «Ogni giorno i servizi accolgono 150 persone». Messina: «Si lavora insieme».
Con il sole a picco il termometro in città segna ormai tutti i giorni 33, 34, 35 gradi. E l’estate non è tecnicamente ancora cominciata. Fa caldo e le temperature continueranno ad essere elevate per settimane. Il periodo del passaggio degli anticicloni africani, che oltre alla calura portano con sé anche un livello di umidità opprimente, è solo all’inizio. E come in ogni altro momento dell’anno in cui le temperature raggiungono valori estremi, a sentire la fatica è soprattutto chi non ha una casa, un luogo dove rifugiarsi durante il giorno o la notte, né la possibilità di godere del refrigerio di una bevanda fresca o di un condizionatore.
L’arrivo del caldo torrido che già in questi giorni ha fatto capolino anche in città fa rialzare al massimo la soglia di attenzione dei servizi che sul territorio garantiscono, ogni giorno dell’anno, un po’ di sollievo a chi vive in strada. Ed è proprio in questi periodi che i bisogni aumentano: se l’aria è caldissima, l’asfalto brucia e spesso anche le panchine diventano inospitali per chi cerca uno spazio all’aperto dove respirare.
«Qualche anno fa il dormitorio femminile in questo periodo chiudeva perché non c’erano richiesta, oggi invece anche quello è sempre pieno»
La cifra di questo bisogno si misura anche con le decine di bottiglie d’acqua al giorno che la Caritas distribuisce ai senzatetto, ma soprattutto con la domanda di una doccia al servizio Zabulon, attivo tutti i giorni dal lunedì al venerdì mattina (dalle 8,30 alle 11).
I numeri sono più che raddoppiati negli ultimi due-tre anni, tanto che il servizio è stato rimodernato e ampliato di recente. Oggi passano da via del Conventino una media di 35 persone che chiedono di potersi lavare, con punte che d’estate arrivano a toccare le 50. Erano una ventina fino al 2022. E al pomeriggio il punto sosta del Galgario, dov’è possibile ricevere anche un’assistenza sanitaria, arriva ad ospitare fino a 60-70 persone. Per non parlare del dormitorio, che anche d’estate – ed è pure questa una novità – continua a essere pieno in ogni suo posto. «Con l’arrivo del gran caldo tutti i nostri servizi rimangono attivi – assicura il direttore della Caritas diocesana don Roberto Trussardi –. Non ci sono chiusure, non si va in ferie: ci siamo ogni giorno perché è giusto che ognuno abbia sempre le risposte di cui ha bisogno. Il caldo è una fatica soprattutto per queste persone, per la strada ci sono poche fontane e anche lavarsi diventa un problema in più. Quando si è fuori tutto il giorno, a contatto con l’asfalto, non è facile andare avanti».
Un tè caldo, una coperta, un paio di scarpe in più d’inverno; l’estate è tempo invece di acqua fresca, ghiaccioli, gelati e magari di qualche t-shirt a maniche corte. «Alcune ditte ci hanno regalato una fornitura di bottiglie d’acqua da mezzo litro e anche questo è un modo per sostenere ed aiutare chi ha più bisogno, rispondendo alle loro fatiche», aggiunge don Trussardi, che ricorda: «Ogni giorno tra dormitori e centri d’ascolto sono circa 150 le persone che accogliamo. Di notte il Galgario è sempre pieno, quando in passato d’estate c’erano molti letti vuoti. Qualche anno fa il dormitorio femminile in questo periodo chiudeva perché non c’erano richiesta, oggi invece anche quello è sempre pieno».
La collaborazione tra i soggetti che si occupano di grave marginalità sul territorio è forte in ogni periodo dell’anno, ma in periodi come questo l’unione delle forze si fa ancora più solida: «Lavoriamo a stretto contatto con la Caritas, il Patronato e la Croce Rossa – dice Marcella Messina, assessore comunale ai Servizi sociali. Le richieste aumentano anche perché con il caldo la mobilità della popolazione tende a crescere. Quest’anno, poi, i responsabili dei Servizi sociali del Comune hanno organizzato un percorso di formazione per gli operatori della Croce Rossa. L’obiettivo è di fornire un orientamento ai senza fissa dimora che loro intercettano, ma anche visite e screening in ambulatorio, in Caritas o al Galgario e in tutti i luoghi della grave emarginazione. È questo un modo molto concreto per contribuire a dare delle risposte».
Un altro modo, a partire dall’autunno, sarà l’apertura della Stazione di posta di via Beltrami, attualmente in fase di ristrutturazione, grazie a un finanziamento con i fondi del Pnrr. La nuova struttura sarà in grado di fornire una prima presa in carico integrata: «Saranno garantiti una prima accoglienza e un ristoro, anche grazie alla presenza di una decina di posti letto – spiega Messina –. Non sarà un dormitorio, ma un luogo di sollievo per due-tre giorni, in attesa di essere indirizzati al Galgario, all’Albergo popolare o in altre strutture di housing first».
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