Bergamo, il numero verde è in tilt
E lei cura l’hostess con la febbre

Affittacamere accudisce un’ospite spagnola malata: «Mi hanno consigliato di telefonare, ma era sempre occupato. Paura del contagio? Sono fatalista ed è mio dovere starle accanto». L’Ats: non è virus.

Questa è la storia del senso civico di un’affittacamere premurosa e coraggiosa, che non si fa prendere dal panico e rimane accanto alla sua ospite che ha febbre alta e difficoltà respiratorie, e cioè quelli che potrebbero sembrare i sintomi del coronavirus.

Ma è anche la storia di un sistema di gestione dell’emergenza che mostra falle, a cominciare dal numero verde istituito dalla Regione – l’800 894.545 –, componendo il quale l’operatrice turistica non è mai riuscita a prendere la linea. La donna gestisce camere in appartamenti della città e in una di queste domenica giungono tre spagnoli, due ragazzi e una ragazza di 23 anni, che stanno partecipando a un corso per assistenti di volo. È la giovane a manifestare fin dal suo arrivo un preoccupante malessere. «Le ho consigliato di mettersi a letto – racconta l’affittacamere –. Di notte, però la febbre si è alzata». I compagni di stanza si preoccupano e, con l’aiuto di un italiano alloggiato in un’altra camera, lunedì alle 8 chiamano l’ambulanza.

L’equipaggio dei sanitari visita la ventitreenne e conclude che non è il caso di portarla al pronto soccorso, anche per evitare i rischi di contagio. Se peggiora è bene contattare il numero verde della Regione, istruiscono i paramedici. Che, prima di andarsene, consigliano agli altri tre di non uscire. «Al che sono andati nel panico», sottolinea l’affittacamere. La ragazza continua a stare male, e così la donna comincia a chiamare l’800-894.545. «Non sono mai riuscita a prendere la linea. Allora ho deciso di telefonare a Bergamo Tv per capire che cosa potessi fare», spiega. Sono le 12,30, la sua chiamata viene mandata in diretta al Tg delle 12,30 condotto da Paola Abrate, che gira il numero di telefono della signora all’Ats di Bergamo. La contattano alle 16,30. «M’hanno chiesto che tragitto avesse fatto per arrivare a Bergamo e se era passata dalla zona rossa di Codogno – racconta –. Ho risposto che era arrivata da Siviglia una settimana prima, pernottando in un’altra struttura, e che, no, in zona rossa non c’era stata. Al telefono mi hanno detto che allora non si ravvisavano pericoli di coronavirus».

«Dopo le verifiche s’è riscontrato che la giovane non aveva nulla, solo febbre», conferma l’Ats tramite l’ufficio stampa. Che, alla nostra domanda sulla metodologia adottata per escludere il coronavirus, s’è riservata di dare notizie più dettagliate per oggi. La giovane, intanto, rimane nella sua stanza, mentre la titolare provvede a spostare i due amici in camere adiacenti e l’italiano in un altro appartamento. La donna ha contatti frequenti con la ragazza per monitorare il suo stato di salute. «Paura del contagio? Sono fatalista ed è mio dovere starle accanto. Senza mascherina né guanti per non generare panico. Mi sono permessa di telefonare in tv non per fare polemica, ma per far notare che si danno informazioni sui numeri verdi, che però poi non reggono un impatto enorme. Dovuto, certo, anche a situazioni di panico tra gli utenti».

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