
Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 13 Agosto 2025
Bergamo, scoperta truffa su auto usate: chilometri scalati e documenti falsi
L’OPERAZIONE. Un articolato giro di truffe nel commercio di veicoli usati è stato smascherato dalla Polizia di Stato di Bergamo, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta con il supporto della Guardia di Finanza.
L’operazione, conclusa l’8 agosto, ha portato all’individuazione di un presunto responsabile, già noto alle forze dell’ordine per precedenti simili.
Le denunce degli acquirenti
L’indagine è scattata dopo le segnalazioni di alcuni clienti che, dopo aver acquistato auto apparentemente in ottime condizioni e con pochi chilometri, avevano scoperto che il contachilometri era stato manomesso. Gli investigatori della Sezione Polizia Stradale hanno accertato che l’uomo acquistava vetture di pregio, spesso provenienti da società di noleggio a lungo termine e con percorrenze elevate, a prezzi ribassati. Successivamente alterava i chilometri percorsi, rivendendo poi i mezzi a prezzi gonfiati.
Documenti falsi e revisioni anticipate
Per rendere più credibile l’inganno, il venditore produceva false attestazioni di tagliandi di manutenzione e sottoponeva le auto a revisione anticipata, dopo la manipolazione del contachilometri. In questo modo riusciva a far risultare, nel portale dell’automobilista, dati chilometrici molto più bassi, apparentemente certificati.
Sebbene fosse in possesso di partita IVA per il commercio di veicoli, l’uomo operava come privato, eludendo così gli obblighi di trasparenza e le tutele previste dal Codice del consumo. Alcuni clienti che avevano scoperto la truffa e cercato un rimborso hanno riferito di aver subito anche minacce verbali.
Misure cautelari e sequestri
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto nei confronti dell’indagato l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Sequestrati beni e contanti per oltre 100mila euro: tra questi, due orologi Rolex, quattro auto di lusso e gioielli in oro trovati nell’abitazione.
I reati ipotizzati sono truffa, minacce e autoriciclaggio: secondo gli investigatori, infatti, i proventi venivano reinvestiti nell’acquisto di altre auto destinate alla stessa attività fraudolenta, alimentando un vero e proprio circuito criminale. Le indagini proseguono per verificare l’eventuale coinvolgimento di altre persone.
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