Biblioteca Angelo Mai, presto il restauro dell’atrio scamozziano

IL CANTIERE. La Biblioteca Angelo Mai si prepara a un intervento di restauro: la Giunta del Comune di Bergamo ha infatti approvato la delibera che dà il via libera al progetto per la sistemazione dell’atrio, il rifacimento dell’impianto di illuminazione dell’atrio e della scala monumentale del Palazzo Nuovo.

«Un intervento molto significativo – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla –. L’intervento di restauro che abbiamo progettato per la Mai prosegue il piano di rinnovamento della grande biblioteca, avviato con la sostituzione delle caldaie, ma entrato nel vivo qualche anno con la restituzione alla città del Salone Furietti e del piano secondo in tutto il loro splendore. E mentre sono agli sgoccioli i lavori di restauro di casa Suardi, nella quale la biblioteca è destinata ad ampliarsi e moltiplicare le proprie funzioni, l’Amministrazione ha voluto rilanciare con il restauro dell’atrio scamozziano».

Il Palazzo Nuovo

Il Palazzo Nuovo di Bergamo è opera dell’architetto Vincenzo Scamozzi, (Vicenza, 1548 o 1552 - Venezia, 1616). Nella Biblioteca civica di Bergamo, sono conservati quattro disegni; un prospetto, una sezione trasversale del cortile, una planimetria e una sagoma dell’ordine dorico per il piano terreno e il piano nobile del palazzo. Scamozzi eseguì solo il progetto che lasciò poi da realizzare alle maestranze locali. Ciò che fu chiesto a Scamozzi fu dunque solo un progetto, e nulla di più. Ciò spiegherebbe il perché della presenza nell’archivio civico dei suoi disegni, e anche perché l’edificio che fu poi costruito rispettò solo in parte il progetto di Scamozzi.

Il loggiato d’ingresso, che ne alleggerisce la facciata, fu disegnato dall’architetto Andrea Ceresola, detto il Vannone, molto attivo in Liguria e ricordato per la ricostruzione del Palazzo Ducale di Genova.

La costruzione del palazzo iniziò nei primi anni del XVII secolo e dopo un percorso secolare fu ultimato solamente nel 1958 con l’inserimento di sei statue, opere di Tobia Vescovi, sulle trabeazioni del secondo, quinto e ottavo finestrone della facciata. La facciata è opera dell’architetto Ernesto Pirovano (1866-1934), che la completò nel 1928 seguendo solo in parte il progetto dello Scamozzi. Ricoperta di marmo bianco di Zandobbio, dall’aspetto elegante e leggero nel suo rigore neoclassico, si inserisce nella Piazza Vecchia dominata dal Palazzo della Ragione e dalla Torre Suardi, il Campanone, in un gioco composito di stili architettonici diversi.

Il restauro

Gli interventi si concentreranno sulle stratificazioni di intonaci su pareti e soffitto dell’atrio, sulle parti in metallo delle finestre e, infine, sui busti e sulle statue presenti nel grande atrio. Sarà poi il momento di sostituire le luci e l’impianto di illuminazione, non solo dell’atrio, ma anche della scala che si rivolge a Via Rivola, scala che sarà oggetto di restauri in un secondo momento.

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