«Botte e 100 messaggi al giorno: oltre 20 denunce, ora è in cella». Violenze domestiche in crescita: +18%

LA TESTIMONIANZA. Parla una donna vittima di stalking da parte del marito. I dati: +18% di denunce per maltrattamenti in famiglia a Bergamo e provincia. Aumentano i casi ai danni di anziani genitori, soprattutto madri, da parte dei figli. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo di domenica 24 settembre.

«A far emergere quello che lui era davvero è stato il periodo del Covid: ho scoperto che aveva delle amanti, che giocava alle slot e che faceva uso di droga. In pochi mesi la situazione è degenerata: sono cominciate le botte, sono finita due volte all’ospedale. L’ho denunciato venti volte. È stato arrestato due volte, l’ultima qualche settimana fa, per essersi di nuovo presentato da me sul posto di lavoro. È un incubo e alle donne dico: denunciate sempre».

Il racconto è quello di una cinquantenne che vive in un paese appena fuori Bergamo, il cui marito, di 15 anni più grande, si è rivelato uno stalker: «È arrivato a mandarmi fino a cento messaggi, vocali e scritti, al giorno, tutti di minacce. Ha imbrattato casa mia e la casa dei miei genitori, ha rubato l’auto a mio padre, ha rubato le chiavi del box di casa mia ed è comparso nel corsello dove mi ha picchiato. Ho poi saputo che l’ex moglie era dovuta scappare al Sud e che lui aveva oltre 25 mila euro di debiti di gioco».

I messaggi audio sono agghiaccianti: «Ti sfascio la macchina, te la brucio»; «A mezzogiorno arrivo e finisce male, anche se poi vado in galera»; «Ricordati che piangerai per quello che accadrà»; «Adesso sto attento a quando vai via con la macchina e ti seguo. Avvisa già i carabinieri, tanto non me ne frega un c... Io vado in galera, ma tu finisci male»; «Ti ho visto che sei uscita dalla banca, ti aspetto»; «Non hai ancora capito dove arriva la mia pazzia: sono capace di tutto. A te cope mé (ti ammazzo, in dialetto)»; «Non rispondi? Il pericolo sarà imminente». L’uomo ha anche perso il lavoro durante la pandemia.

«La convivenza era iniziata nel 2017, dopo alcuni anni di conoscenza – racconta ancora la vittima –, e nel 2019 ci siamo sposati. Dal 2020 io non vivo più: ho paura ad andare in giro nel timore di trovarmelo di fronte. Quando era stato posto ai domiciliari non ero stata avvisata e così mi è piombato ancora davanti. Adesso ho dovuto cambiare casa: nemmeno mia mamma sa dove abito ora. I carabinieri mi sono sempre stati vicini, così come la dottoressa Sara Viola. Temo però possa paradossalmente uscire per buona condotta e che le mie oltre venti denunce non servano a nulla. Il suo non era amore, come diceva all’inizio, ma solo possesso. Quando ho scoperto il suo vizio del gioco, all’inizio l’ho anche aiutato, ma al centro delle dipendenze si sono accorti e gli hanno detto: lei non vuole davvero guarire. E ancora oggi è convinto che io possa un giorno tornare con lui».

I dati: denunce in crescita del 18%

Negli ultimi dodici mesi (fino ad agosto, non essendo ancora stati elaborati i dati di settembre) le denunce per maltrattamenti in famiglia sporte a tutte le forze dell’ordine della Bergamasca e raccolte dalla Procura sono state 273, mentre nei 12 mesi precedenti erano state 230: dunque 43 in più, pari al 18,6%.

Le denunce per stalking sono diminuite del 6%, passando da 189 a 177, mentre i casi di violenza sessuale denunciati sono rimasti numericamente gli stessi: 18 rispetto a 15. Tra le denunce sono presenti anche liti tra vicini o tra colleghi di lavoro e tra datori di lavoro e dipendenti, anche se il grosso dei casi continua a riguardare persone sentimentalmente legate tra loro. Nel corso degli anni si è lavorato tanto anche sul fronte della prevenzione: accanto alle denunce, che scattano a reato già commesso, da alcuni anni esiste il provvedimento di natura amministrativa noto come «ammonimento del questore», che scatta a seguito di episodi-spia di contesti che potrebbero aggravarsi. Per esempio l’ammonimento può scattare a seguito di uno schiaffo o di uno spintone.

Da gennaio a ieri gli ammonimenti per violenza domestica sono stati 12, mentre in tutto il 2022 erano stati 17. Notizia positiva il fatto che, di tutti questi casi, 29 da inizio 2022, nessuno dei soggetti ammoniti si è rivelato recidivo. Gli ammoniti vengono infatti avviati, benché il percorso non sia obbligatorio, a strutture specializzate nel trattamento di queste situazioni.

Più numerosi gli ammonimenti nei confronti di stalker: già 27 da inizio anno e 33 nel 2022. Anche in questo caso gli «ammoniti» vengono inviati ai centri che si occupano di questi fenomeni. E anche in questo caso non risultano recidive (anche perché la persona «ammonita», in caso di recidiva, verrebbe in automatico arrestata).

«I dati dimostrano, rispetto al passato, una maggiore consapevolezza da parte delle donne nel voler contrastare il fenomeno – sottolinea il questore Stanislao Schimera – e c’è nel contempo una maggiore attenzione nei loro confronti: questo è percepito anche dalle stesse vittime, che denunciano di più, ed è positivo per noi e per gli sforzi che quotidianamente compiamo su questo fronte».

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