Botteghe, nelle valli solo 4,2 ogni mille residenti

I DATI. Confcommercio: nelle 5 Comunità montane 1.285 negozi di vicinato per 303mila abitanti, in tutto 202 alimentari. Maglia nera ai valdimagnini. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo di martedì 19 marzo.

Lì, tra le vie dei paesini e dei borghi, fino alle frazioni più impervie, quei negozi non sono «solo» delle attività economiche. Sono qualcosa di più: un presidio sociale, un argine allo spopolamento. Perché se mancano loro – se mancano gli alimentari, i panifici, le botteghe – vivere lì diventa ancor più difficile.

In dieci anni -15%

In tutta la nostra provincia gli esercizi commerciali di vicinato si sono ridotti del 15% nel giro di un decennio, tra 2014 e 2023, lo dice l’Osservatorio regionale sul commercio: se si guarda però ai soli comuni che rientrano nelle cinque comunità montane della Bergamasca (Valle Seriana, Valle Brembana, Valle Imagna, Val di Scalve e Laghi), negli stessi anni il calo è stato «solo» del 12%. Nonostante le difficoltà (non di poco conto...) del fare impresa in valle, lì le piccole botteghe sono riuscite a resistere più stoicamente rispetto ad altre zone della Bergamasca (nell’area urbana, cioè città più hinterland, il calo è stato ad esempio del 22%).

La mappatura dettagliata di Confcommercio Bergamo racconta che oggi sul territorio delle cinque comunità montane della Bergamasca si contano 1.285 negozi di vicinato (dagli alimentari all’abbigliamento, dai panifici alle macellerie, dalle tabaccherie alle librerie, dalle ferramenta alle edicole), l’equivalente di 4,2 attività ogni mille residenti. A seconda dello spicchio della provincia, la densità dei negozi è diversa. Incrociando infatti i dati delle attività commerciali con quelli dei residenti, si coglie ad esempio qualche sorpresa: con 259 «insegne» per servire un’area popolata da circa 40mila residenti, la Valle Brembana è quella che conserva ancora un più fitto tessuto di negozi di vicinato, con 6,5 attività ogni mille residenti. Subito dietro in questa particolare graduatoria c’è la comunità montana più piccola, quella della Val di Scalve: per circa 4mila abitanti ci sono 24 negozi, cioè 5,9 attività ogni mille residenti.

Poco sopra la media c’è anche la comunità montana più ampia, e che giocoforza raccoglie però i valori assoluti più alti di botteghe: sono 579 i negozi in attività in Valle Seriana, per servire circa 132mila abitanti, e dunque con una densità di 4,4 botteghe ogni mille persone.

Nel territorio dei Laghi bergamaschi si contano invece 333 negozi per poco più di 95mila residenti: l’equivalente di una bottega ogni 3,5 residenti, sotto la media, ma va ricordato che la sponda bergamasca del Sebino è invece ben punteggiata da ristoranti e bar (attività che non rientrano nella definizione di negozi di vicinato), per via dell’ovvia vocazione turistica, e dunque con una presenza complessiva di «insegne» che è in realtà più consistente. Il fanalino di coda è invece la Valle Imagna, che vede la presenza di 90 negozi di vicinato per 32mila abitanti, un punto vendita ogni 2,8 residenti.

Le peculiarità

Spacchettando i dati si possono cogliere alcune peculiarità territoriali. I negozi di vicinato dedicati agli alimentari sono in tutto 202, il 15,7% del totale. In Val di Scalve gli alimentari sono però 8 sui 24 negozi di vicinato totale, praticamente uno su tre; ad alta gradazione alimentare è anche la Valle Brembana, dove i negozi a questa vocazione sono 59 su 259 (il 22,8%), e dove quindi si contano 1,5 negozi di alimentari ogni mille abitanti (la densità più alta in Bergamasca). In proporzione è invece la Valle Seriana ad avere meno alimentari, solo l’11,4% dei negozi di vicinato vende questi generi: la Valle Seriana conserva infatti ancora una vocazione più diversificata del commercio, a partire dall’abbigliamento, che conta ben 150 negozi (in pratica, un negozio di vicinato su quattro in Valle Seriana è dedicato a vestiti o calzature), facendo fisiologicamente abbassare la «quota» degli alimentari. Qua e là reggono poi alcune professioni in via d’estinzione, come i mercanti d’arte: uno nei Laghi, uno in Valle Imagna, due in Valle Seriana.

Chi sono questi imprenditori?

La mappatura di Confcommercio Bergamo tratteggia anche l’identikit degli imprenditori di vicinato che ancora operano nelle valli. Per quanto riguarda il genere c’è una quasi perfetta parità: alla guida di questi 1.285 negozi ci sono 649 uomini (50,5%) e 636 donne (49,5%). Il «rosa» vince in Val di Scalve, dove di contano 13 titolari donne contro gli 11 uomini (54,2% contro 45,8%) e in Valle Brembana, con 139 titolari donne (53,7%) e 120 uomini (46,33%); è invece in Valle Imagna che la presenza di imprenditrici donne è più bassa (45,6%). Il «quasi pareggio» tra imprenditori e imprenditrici segnala un punto di forza, soprattutto in un’economia che evidenzia ancora un profondo gap di genere (a livello complessivo in Bergamasca solo un’impresa su cinque è a guida femminile, ma incide ovviamente il rapporto di forza nelle imprese più grandi).

La criticità maggiore, nelle valli, riguarda invece il ricambio generazionale. A livello anagrafico, infatti, solo il 3,3% degli imprenditori ha meno di 30 anni (la situazione più critica è il Valle Imagna, con un solo titolare under 30 su 90 negozi di vicinato), mentre la fascia d’età più proporzionalmente più rappresentata è quella che va dai 50 ai 60 anni: sono 442 su 1.285, il 34,4%, praticamente più di uno su tre.

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