Caro bollette, viaggio nella città che rinuncia alle luci superflue - Le foto

Il reportage. Negozi e locali non possono fare a meno dell’illuminazione, ma edifici pubblici e monumenti in alcuni casi restano in penombra per contenere i costi.

Dalle Mura, lo sguardo plana sulla solita costellazione di luci che si distende tra la città e la sterminata provincia. La notte ai tempi del caro-bollette non è avvolta dal buio, impossibile che sia così. Però qua e là, soprattutto in città bassa, qualche segnale lo si coglie. Su viale Papa Giovanni l’illuminazione è la solita, anche per questioni di sicurezza; a Nxt Station c’è peraltro BergamoScienza, nell’area c’è un buon viavai. Qualcosa di diverso sembra cogliersi poche centinaia di metri più in là: in Porta Nuova l’illuminazione dei Propilei è fioca, discreta, poco appariscente.

La «tonalità» è la stessa anche passeggiando nei dintorni. Palazzo Frizzoni è spento, giusto una luce illumina il portone d’ingresso; di fronte, il cantiere che sta dando nuovo volto a piazza Matteotti è privo di luce, il paesaggio sembra un po’ tetro, di superfluo c’è poco, anzi nulla. All’imbocco di via XX Settembre alcuni lampioni sono spenti, poi poco più avanti l’illuminazione torna la solita, regolare, rinforzata da parecchie vetrine dei negozi accese 24 ore su 24, anche in questi tempi che magari suggerirebbero austerità.

Il corridoio della normalità ha sbocco su piazza Pontida, dove i locali certo non risparmiano in fatto di illuminazione: un costo caro ma anche necessario, per dare vitalità a un pezzetto di città che vive anche di sera. Dall’altro capo del Sentierone, invece, è un contrasto di luce e buio. Il Donizetti è un gigante silente, nessuna luce irradia il maestoso teatro: anche lì, al superfluo si rinuncia. In piazza Dante i nuovi lampioni tengono viva l’area, i faretti si riverberano sulla fontana, mentre un semicerchio di luce segnala l’ingresso (ancora ovviamente sbarrato) del «Globe Balzer», l’ex Diurno che troverà nuova vita. Timida è anche l’illuminazione del complesso di via Tasso che ospita Provincia e Prefettura: la «guardiola» mantiene la luce accesa, poco sopra i faretti carezzano con minima intensità le colonne superiori della facciata, disegnando un contrasto piacevole col neon violaceo ben più appariscente del Cinema Capitol che sta dirimpetto.

Se in città bassa un certo risparmio energetico lo si coglie anche tra edifici pubblici e monumenti, il centro storico mantiene una maggior normalità. La luce svetta sul marmo bianco che riveste la facciata della Biblioteca Mai, a poca distanza la ristrutturata fontana del Contarini domina piazza Vecchia ben illuminata dai faretti. Minimal, invece, il fascio su Palazzo della Ragione, e in penombra il Campanone. Ma sembrano apprezzare anche questa oculata parsimonia i turisti stranieri che si piazzano lì a fotografare i giochi di luce (o di ombra) della piazza. Ovunque in città, tra l’altro, si ritrovano le pubblicità di Bergamo Brescia Capitale della Cultura: il tema sarà «La città illuminata», e visti i tempi anche questa è una sfida nella sfida.

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