Casa Suardi pronta a metà ottobre: «Nell’anno della cultura un bel regalo»

CITTÀ ALTA. Il cantiere è in dirittura d’arrivo. Lo storico edificio ospiterà i volumi più antichi della biblioteca Mai. Prevista una sala lettura e un laboratorio di restauro. Valesini: «Grande soddisfazione».

«Ecco come il Comune “tratta” piazza Vecchia, allargando a Casa Suardi la presenza storica di un’istituzione culturale quale è la biblioteca Angelo Mai». Inizia così il sopralluogo in cantiere con l’assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo Francesco Valesini. A cui piace collegare quello che sta succedendo in occasione dei «Maestri del Paesaggio» con la riqualificazione di Casa Suardi, ormai in dirittura d’arrivo, con il fine lavori fissato per il 15 ottobre. Lo storico palazzo diventerà l’estensione della civica biblioteca Mai, con l’esposizione di preziosi volumi e una sala lettura completamente affrescata con vista sulla piazza, un cantiere da 2,8 milioni di euro.

«In tanti ci chiedono “come stiamo trattando piazza Vecchia”, come è stato possibile coprire la fontana del Contarini con una piramide – continua l’assessore -. È qualcosa di effimero, che durerà un paio di settimane, un elemento di rottura come lo è l’arte contemporanea ma che ben dialoga con questo cantiere, con il quale l’amministrazione comunale restituisce alla fruizione pubblica un edificio chiuso da almeno dieci anni». Sono circa mille metri quadri tra primo e secondo piano, nel palazzo costruito dalla famiglia Suardi a metà del XIV secolo (a piano terra i ristoranti). La sfida è stata adattare l’edificio storico a una nuova destinazione, quella della custodia e valorizzazione dei testi antichi. Questo ha significato un rafforzamento dei solai, un consolidamento delle strutture, un’attenzione particolare alle norme antincendio. Al primo piano ci saranno spazi per la consultazione e la lettura, un ufficio e un laboratorio di restauro. Al secondo piano, chiuso al pubblico, l’archivio.

Lo sblocco coi fondi del Pnrr

Il progetto era in programma da tempo, a sbloccare la situazione i fondi dal Pnrr, un milione e 800mila euro (a cui l’amministrazione comunale ha aggiunto 1 milione di euro in risorse proprie): «Sono molto soddisfatto del lavoro fatto, in un costante confronto con la Sovrintendenza – commenta Valesini -. Si tratta di un edificio che è stato molto rimaneggiato negli anni, si è lavorato su questa stratificazione, utilizzando anche materiali più consoni alla sua storia. I lavori stanno procedendo e arriveranno a conclusione proprio nell’anno della Capitale della Cultura, un aspetto non secondario». Nella futura sala espositiva, dove saranno posizionate delle teche contenenti volumi antichi, è stato rimosso il linoleum, sostituito con piastrelle di cotto fatte a mano. Il cantiere ha aperto a ottobre 2022, alla manifestazione d’interesse hanno partecipato 57 imprese, selezionate in una rosa di 10 e, infine, affidati alla Ecoedile di Trescore Balneario. Un cantiere delicato e articolato, spiega Giorgio Cavagnis, dirigente a Palazzo Frizzoni: «In alcuni momenti ci sono stati anche 30 operai contemporaneamente. La complessità dell’intervento ha riguardato due aspetti: la necessità di consolidare, con un adeguamento statico e il miglioramento sismico, e la sicurezza in caso di incendi, con sistemi sofisticati». L’edificio è stato messo a nudo, demolendo alcune parti che hanno portato alla luce l’«ossatura». «È stato necessario introdurre anche grosse putrelle – sottolinea Cavagnis - ma, nonostante questo, l’impresa non ha arrecato disturbo sulla piazza, come era stato chiesto. Tutto il materiale è stato sempre lasciato nel cortile interno».

La bellezza a portata di tutti

Dalle ampie finestre è magnifica la prospettiva sul Palazzo della Ragione e le sue trifore. Come lo è quella sulla dirimpettaia biblioteca Mai. Sembra di poterci parlare con le poderose statue abbarbicate sui finestroni. Una bellezza di cui anche i cittadini potranno godere, seduti mentre leggono un libro nella sala lettura dove in questi giorni i restauratori stanno lavorando per ridare luce alla composizione pittorica Settecentesca: «Abbiamo proceduto con la pulitura di tutta la superficie, era completamente annerita – spiega Roberto Casula, titolare di Cocciopesto restauri -. Abbiamo rimosso le vecchie stuccature e adesso stiamo procedendo al ritocco pittorico». E poi c’è tutto un lavoro nascosto, ma fondamentale. Riguarda gli impianti: «Sono state predisposte – spiega Rossella Lacanna, architetto del Comune - importanti apparecchiature per il controllo dell’umidità e temperatura, oltre che sistemi di ricambio automatico dell’aria, per garantire l’ottimale conservazione dei manufatti storici. Due stanze contengono anche unità di controllo della temperatura di precisione». E per consentire l’ingresso della tecnologia in un edificio così vincolato, spiega ancora Lacanna, «non sono state fatte “tracce” a terra, ma realizzati totem dove sono stati inseriti tutti gli impianti». Speciale anche l’impianto antincendio, non ad «acqua» (che andrebbe a rovinare i volumi), ma a gas. C’è soddisfazione sui volti degli operai, maestranze, tecnici. «Abbiamo dovuto consolidare i solai per il peso che dovranno sostenere – racconta Andrea Pesenti di Ecoedil -. Lo abbiamo fatto senza interferire con questo soffitto, tutto affrescato». E gli occhi si alzano ad ammirare la meraviglia.

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