Case popolari, con la crisi post pandemia la morosità è da record: 4 milioni nel 2021

Il dato Nel primo trimestre di quest’ anno Aler ha accumulato crediti nei confronti degli inquilini per oltre 17 milioni. Danesi: «Hanno influito l’emergenza sanitaria e le difficoltà economiche. Molte le richieste di revisione del canone».

Cresce il debito degli inquilini delle case popolari in provincia di Bergamo. I numeri, resi noti dall’Aler su sollecitazione del consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta, certificano una ripresa della morosità nel 2021 sia in città che in provincia, arrivata a sfiorare i 4 milioni di euro in 12 mesi, con un aumento di oltre due punti percentuali rispetto al 2020. Dai dati emergono le situazioni di difficoltà degli inquilini dovute alle conseguenze della crisi post pandemia e all’emergenza legata alla crescita dei costi di gas, energia elettrica e materie prime. E l’andamento dei primi tre mesi del 2022 non è confortante: da gennaio a marzo il tasso di morosità ha superato quota 25%, contro il 18,12% del 2021 e il 15,69% del 2020.

4.300 inquilini morosi

In termini assoluti, il numero degli inquilini morosi è però in calo (si è passati dai 4.821 di fine 2020 ai 4.342 al 31 dicembre 2021), ma ciò è dovuto al fatto che da un lato sono aumentate le cessazioni (da 880 a 970) e dall’altro il debito di tanti inquilini è stato cancellato dai fondi di solidarietà messi in campo dall’Aler attraverso la Regione. Resta il fatto che il credito che l’azienda avanza non smette di crescere: a fine 2021 la morosità complessiva in provincia di Bergamo, tenendo conto anche della zavorra degli anni precedenti, ammontava a 16.675.402,59 euro, a fronte dei 15.396.275,68 euro dell’anno precedente. Nei primi tre mesi di quest’ anno questo valore è ulteriormente cresciuto, fino a toccare quota 17.131.342.41 euro.

«I fattori che hanno inciso sull’andamento dei dati nel biennio 2020-2021 sono molteplici - spiega il presidente dell’Aler, Fabio Danesi -; innanzitutto l’emergenza sanitaria e il conseguente peggioramento della situazione socioeconomica degli inquilini rientranti nelle fasce reddituali più basse. Questo fenomeno è stato rilevato in modo oggettivo dall’azienda che, a partire dal 2020, ha ricevuto numerose richieste di revisione del canone di locazione da parte di nuclei familiari rientranti nelle fasce di protezione, motivate proprio dal calo di reddito dovuto alla crisi economica derivante dalla pandemia. C’è poi il posticipo delle bollette nel lockdown e nei mesi successivi, che nel corso del 2021 sono arrivate a scadenza e, non ultimo, l’attenuazione delle verifiche dirette dei casi di morosità e dei solleciti, e la mancata attivazione delle pratiche legali di recupero credito e blocco degli sfratti fino a tutto il 2021».

Carretta: «Bisogna uscire dalla logica dell’emergenza e curare l’aspetto finanziario»

A fronte dei 34 sfratti eseguiti nel 2019 (23 per morosità e 11 per decadenza), nel 2020 ne sono stati operati soltanto 3 (di cui due per morosità) e nel 2021 dieci, 9 dei quali per decadenza.

L’unico sfratto eseguito nei primi tre mesi del 2022 dimostra come la complessa macchina burocratica, rimessa in moto all’inizio dell’anno, abbia bisogno di tempo prima di tornare a regime. «I dati rappresentano una situazione che appare ancora più critica rispetto alle aspettative - è il commento di Niccolò Carretta -. La crisi pandemica e le nuove emergenze legate ai rincari sull’energia stanno indebolendo una fascia di popolazione già economicamente in difficoltà. Le azioni intraprese da Aler finora, come il ritardo della bollettazione o il ricalcolo dei canoni, sono sicuramente condivisibili, ma è chiaro che fuori da una logica di emergenza vada curato maggiormente l’aspetto finanziario ed economico. Il bilancio di Aler deve essere sostenibile anche e soprattutto per poter essere in grado di offrire i servizi necessari agli inquilini e, per questo, i mancati introiti rappresentano una seria minaccia agli obiettivi minimi».

Il tasso di morosità ha superato il 25% contro il 15% del 2020

I contributi di solidarietà

Da parte sua l’Aler, attraverso la Regione, ha messo in campo un doppio contributo di solidarietà per alleggerire il debito delle famiglie: oltre a quello ordinario, con un’iniezione - solo per la provincia di Bergamo - di 844.826,04 euro, in grado di colmare quasi la metà del debito accumulato in 12 mesi, la Regione ha deliberato per il 2022 un fondo straordinario che ha già portato altri 443mila euro di compensazione, a stralcio di altrettanto debito per affitti non pagati. «La risposta ai bisogni dell’Aler e della Regione è basata su fatti concreti - dice ancora Danesi -. Nel 2022 abbiamo destinato fondi pari al doppio rispetto agli anni passati, oltre a mezzo milione di euro di fondi propri dell’Aler. Con questi soldi abbiamo cercato di coprire tutte le situazioni più gravi: abbiamo accolto la stragrande maggioranza delle richieste e messo in campo una cifra importante per ridurre la morosità, che in questi anni difficili è aumentata un po’ ovunque». «Il tema della casa - conclude Niccolò Carretta - si sta già scontrando con alcune emergenze la cui gestione non può più essere prorogata. Auspico da parte di Regione Lombardia, anche sulla base di questi numeri, una seria presa di posizione e una concreta assunzione di responsabilità».

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