Cisl: «A Bergamo settore della logistica a rischio caporalato»

Al congresso della categoria Fit, la relazione del segretario uscente accusa «la miopia degli amministratori»

«La miopia degli amministratori locali rischia di far declinare la realtà della logistica in situazioni da sud del mondo: mancata pianificazione del territorio, visioni campanilistiche, politiche abitative insufficienti con il rischio di creazione di quartieri ghetto. Una rete di fattori che se non guidata in maniera adeguata creerà situazioni ingestibili».

La relazione congressuale di Antonio Scaini, segretario generale uscente della Fit Cisl Bergamo, al capitolo “logistica”, regala un pugno allo stomaco della platea:«questo settore ha riportato nei nostri uffici storie di caporalato simili, se non uguali, a quelle che settori come l’agricoltura e l’edilizia hanno conosciuto anni fa. Occorre tornare a fare sindacato nei posti di lavoro, un’azione spesso contrastata e vietata dalle aziende committenti proprietarie delle strutture al cui interno si muovono tutti i giorni centinaia di lavoratori».

Bergamo non è estranea, storicamente, da situazioni di caporalato: Cisl ha denunciato più volte reclutamenti anomali sotto gli occhi della città, dalla Malpensata all’ex Ospedale Psichiatrico, ma dopo le azioni di “sgombero”, il problema si spostava da un’altra parte. Oggi, al congresso della Fit Cisl, la categoria che segue i lavoratori di trasporti, igiene ambientale e, appunto, logistica, non si cercano scuse: «Pensiamo, per esempio, alle 3000 persone operative nelle realtà della bassa pianura. Appaltanti, appaltatori e sub-appaltatori ci vietano di organizzare assemblee all’interno dei poli logistici, ci vietano di fare proselitismo, ci vietano di costituire una forma di rappresentanza per poi ritrovarsi sui cancelli i sindacati di base i cui picchetti producono danni per centinaia di migliaia di euro e problemi di ordine pubblico non sempre facili da controllare, nemmeno dalle forze dell’ordine. Una follia!

Conoscere e indagare i sub-appalti della logistica ci può far entrare in un mondo inimmaginabile», un mondo fatto di lavoratori che non sempre hanno le garanzie dei dipendenti, ma nemmeno le libertà degli autonomi. “Tutto è a carico loro: le multe, l’assicurazione, i danni in caso di incidente oltre che turni massacranti, tempi di consegna tassativi. Anche per questo servono investimenti per potenziare la categoria, per tornare a presidiare i luoghi di lavoro, per assicurare recapiti fissi nelle sedi periferiche della Cisl, per proporre con decisione alle nostre controparti un Osservatorio provinciale per il settore così come permettere l’entrata in Fai e Ebitral alle cooperative serie”.

Il congresso Fit di Bergamo si è svolto nelle sale del Patronato San Vincenzo di via Gavazzeni e ha sancito il passaggio di consegne tra Scaini e Pasquale Salvatore, già membro della segreteria provinciale. Scaini rimarrà “in servizio” in via Carnovali, ma «era giusto un cambio generazionale al nostro interno, senza aspettare che dovessi lasciare per esaurimento dei mandati congressuali. Il lavoro di questi anni con Pasquale è sempre stato basato su rispetto e attenzione, e non cambierà solo perché saremo a parti invertite».

La relazione del segretario uscente, apprezzata dalla platea di delegati, espressione dei quasi duemila tesserati della categoria, ha anche toccato altri punti nevralgici dell’azione sindacale del sindacato: la crisi del trasporto merci, nel quale le aziende orobiche denunciano un fabbisogno di 600 autisti (“Con le aziende più rappresentative del territorio bergamasco ci interroghiamo per capire come rendere la professione più attraente”); la situazione del trasporto pubblico locale (“Servono maggiori risorse: si calcola che per il territorio bergamasco siano necessari almeno 5 milioni di euro in più rispetto agli attuali 49. Queste risorse non servono solo per non far collassare il Tpl ma anche per permettere alle aziende di offrire un servizio efficiente ed efficace per convincere gli utenti a usare sempre meno l’auto privata”).

«È indubbio – ha detto ancora Scaini - che in questa fase stiamo assistendo a una “migrazione” di lavoratori da un settore ad un altro e, per quanto riguarda il Tpl il bilancio è sicuramente negativo! All’insufficienza ormai cronica e strutturale di autisti per reggere i servizi del Tpl si aggiunge la problematica legata all’appiattimento degli accordi di II livello e delle relazioni sindacali. Le Aziende sono sempre meno disponibili a finanziare il “buon lavoro”. Oggi un autoferrotranviere appena assunto guadagna 1.461,12 € lordi al mese, (1.150 € netti). Questo è inaccettabile!»

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