Commercio in ripresa. In 6 mesi 306 negozi in più: «È il traino della Capitale»

I DATI ASCOM. Dopo le difficoltà legate al Covid, l’anno è partito bene Fusini: «Siamo prudenti, eccetto le attività legate al turismo il settore soffre».

C’è una demografia che conosce una nuova primavera. Non è la «demografia umana», perché lì l’inverno continua a essere discretamente rigido, ma è la «demografia d’impresa» del settore terziario: in Bergamasca sbocciano nuove imprese, e in numero decisamente pingue, nonostante le incertezze del periodo. Sono dati che andranno consolidati – e valutati, soprattutto – nei prossimi mesi, intanto però il giro di boa del 2023 restituisce delle prime sensazioni incoraggianti: secondo l’indagine di Ascom Confcommercio Bergamo, nel primo semestre di quest’anno sono state 863 le nuove attività iscritte alla Camera di Commercio di Bergamo per quel che riguarda il terziario (ristorazione e somministrazione, ricettività, servizi alle imprese, commercio, ambulanti), in sostanza le nuove imprese, mentre nello stesso periodo sono 557 quelle che hanno chiuso. Calcolatrice alla mano, il saldo è positivo: +306 imprese. «Se l’anno 2022 ha fatto registrare il record di chiusure di attività del terziario, in Bergamasca almeno il 2023 sembrerebbe partito in direzione del recupero. Questo è il segnale che i bergamaschi sono persone intraprendenti anche nei momenti di difficoltà», ragiona Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo. Se la traiettoria dei numeri consegna uno sguardo di fiducia nonostante le nubi più o meno recenti (dal Covid all’inflazione al boom dei tassi d’interesse), queste stesse cifre vanno comunque prese con le dovute pinze: nelle valutazioni «il condizionale è d’obbligo – specifica Fusini -, perché normalmente si apre a inizio anno e si chiude per evitare costi supplementari entro fine anno, quindi il secondo semestre potrebbe ridurre il margine positivo accumulato nei primi mesi».

Chi cresce e chi cala

È una demografia d’impresa peraltro parecchio differenziata, quella dei primi sei mesi del 2023, con almeno due variabili decisive: la geografia, cioè l’area della provincia in cui le imprese hanno sede, e il settore in cui operano. Guardando al settore, ne spiccano tre. Il «commercio non alimentare» ha il saldo positivo maggiore: 204 imprese in più nel giro di sei mesi, considerando che nel periodo gennaio-giugno hanno chiuso 175 attività ma ne hanno aperte 379, e il traino – specifica Ascom – è rappresentato in particolare dalle imprese di commercio online e di compravendita delle auto usate; è la fotografia dei tempi che cambiano, col web a fare da traino. Buona crescita anche per i servizi alle imprese, con 72 imprese in più nel giro di sei mesi (248 nuove attività a fronte di 176 chiusure), grazie alla spinta di agenti di commercio, assicurativi e immobiliari. Il saldo è positivo anche per le imprese della somministrazione e della ricettività, cioè bar e ristoranti, ma soprattutto la ricettività extralberghiera (B&B, case vacanze, altre tipologie di strutture per l’accoglienza dei turisti): il comparto segna un bilancio di +62 attività in sei mesi, frutto delle 177 nuove aperture che superano le 115 cessazioni. Ci sono però anche delle ombre: «Il commercio alimentare, dopo gli anni di parziale recupero della pandemia – rileva Ascom -, perde 9 negozi (55 chiusure contro 46 nuove imprese, ndr), mentre gli ambulanti perdono 23 imprese (36 cessazioni a fronte di 13 nuove attività, ndr)». Guardando alla mappa delle nuove imprese spicca l’exploit dell’hinterland, con un saldo di +97 attività, e poi quello della città, +80; seguono poi la Bassa (+73 attività), l’Isola (+27 attività), la val Cavallina (+10 attività), la val Calepio (+9 attività), la val Seriana e val di Scalve (+7), la val Brembana (+3 attività). Il saldo è dunque positivo, ma a differenti velocità, con le valli sempre in coda.

«Commercio in difficoltà»

Nella fiammata di aperture d’inizio 2023 potrebbe scorgersi un particolare riflesso dell’anno che Bergamo sta attraversando, cioè con un boom di turisti e presenze. E infatti, nei dati elaborati da Ascom sulla base delle iscrizioni alla Camera di Commercio, brillano ad esempio le attività della ricettività extralberghiera. Ma durerà, questa tendenza? «Nel turismo, alcune di queste aperture sono legate all’emersione e alla registrazione di attività già presenti. Certo, l’effetto-2023 ha spinto molte persone anche rispetto all’aprire un’attività economica – rileva Fusini -. Anche per questo sarà fondamentale monitorare l’andamento dei prossimi mesi».

«L’effetto-2023 ha spinto molte persone rispetto ad aprire un’attività economica: fondamentale monitorare l’andamento dei prossimi mesi»

Perché le difficoltà nel terziario, e specie nel commercio, continuano a segnalarsi nonostante la fotografia positiva delle statistiche ufficiali: «Accanto a una riduzione delle imprese del dettaglio alimentare e del commercio su aree pubbliche, anche dove i dati sono positivi ci sono incertezza e difficoltà – conclude Fusini -. Ci sono talune categorie che per ragioni legislative oppure di mercato stanno fortemente aumentando: le imprese ricettive dell’extralberghiero, le imprese di commercio online aperte in casa e di compravendita di auto usate, che gonfiano il dato del commercio. La realtà è che il settore resta in grave difficoltà, mentre i pubblici esercizi, a eccezione di chi gode dei flussi turistici, fatica a resistere».

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