Covid e influenza, si va verso una seduta unica per i due vaccini

Primo incontro tra Bertolaso, Ats e Aziende ospedaliere. Marinoni: «Così si diminuiscono i tempi e si semplifica l’organizzazione».

La soluzione ottimale. La riflessione oscilla ancora tra condizionale (per l’organizzazione vera e propria) e certezze (quelle a livello normativo ora ci sono), ma pare destinata a prendere corpo a stretto giro: la vaccinazione antinfluenzale e quella anti-Covid si potranno fare insieme, nella stessa seduta. La base di partenza è condensata nella nota congiunta firmata sabato da ministero della Salute, Consiglio superiore di sanità, Aifa e Istituto superiore di sanità, secondo cui «sarà possibile programmare la somministrazione dei due vaccini, nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale, nella medesima seduta vaccinale».

Per capire da quando effettivamente sarà così, non bisogna attendere molto: martedì 5 ottobre a Palazzo Lombardia il presidente della Regione Attilio Fontana, la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti e Guido Bertolaso, consulente della Regione illustreranno in conferenza stampa l’andamento e la prosecuzione della campagna vaccinale .La macchina organizzativa lombarda s’è già messa in moto. Ieri Bertolaso ha aggiornato tutti i principali «attori» territoriali – Ats, Asst, realtà che gestiscono gli hub – su questi ultimi sviluppi, e ha riferito che anche il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza, conferma (caldeggia) tale possibilità. Che ha un suo vantaggio doppio: dal lato del cittadino, evita di doversi recare in un hub per due volte nel giro di breve tempo per due iniezioni distinte, dunque agevolando l’adesione; dal punto di vista di chi la campagna la organizza, si ottimizzano tempi, spazi, risorse umane. Ci si riaggiornerà a breve, intanto sul tavolo restano le prime certezze.

I numeri dell’antinfluenzale

Ma chi riceverebbe, effettivamente, la co-somministrazione? Bisogna «sovrapporre» il target dell’antinfluenzale con quello delle terze dosi: e quindi potrebbero beneficiarne gli immunocompromessi che ancora non hanno ricevuto la dose «addizionale», gli over 80 che hanno avviato da ieri la dose «booster», gli ospiti delle Rsa che partiranno a breve con la terza dose dell’anti-Covid, quindi gli operatori sanitari.

Perché dal 15 ottobre scatta la campagna antinfluenzale, che come target prioritari ha diverse platee: i soggetti a rischio over 65 anni, i soggetti over 65 anni in generale, i bambini dai 2 ai 6 anni, le donne in gravidanza, i soggetti a rischio in generale e gli operatori sanitari; si è scelto di raccomandare e offrire gratuitamente l’antinfluenzale anche alle persone tra i 60 e i 64 anni. La Regione ha la disponibilità di 2.760.000 dosi di antinfluenzale da distribuire nelle varie province: entro il 15 ottobre sono previste le prime 784 mila dosi, poi altre 120 mila entro il 24 ottobre, ulteriori 784 mila entro il 27 ottobre, uno stock da 272 mila entro il 10 novembre e le restanti 800 mila nella seconda parte di novembre. In Bergamasca lo scorso anno avevano aderito all’antinfluenzale circa 220 mila cittadini, l’obiettivo è eguagliare o superare quest’asticella: la platea della terza dose anti-Covid si aggira attorno ai 100 mila bergamaschi, è per loro che la co-somministrazione farebbe la differenza.

I «carichi» e l’organizzazione

Il disegno iniziale della campagna vaccinale prevedeva l’80% di iniezioni a carico di medici di medicina generale e pediatri, l’altro 20% a carico delle Asst . La svolta in favore della co-somministrazione potrebbe portare a una ridefinizione dei volumi e degli spazi, considerando che le Asst gestiscono diversi hub per le vaccinazioni anti-Covid, e quindi magari con una concentrazione della doppia inoculazione in quelle sedi. Secondo Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, la co-somministrazione è «un’ottima idea: diminuisce i tempi, semplifica l’organizzazione, ottimizza il risultato. I medici di base per l’anti-Covid hanno dato un grandissimo contributo negli hub, e più in generale la strategia degli hub ha dato risultati molto importanti».

Una scelta strategica interessante, e lungimirante considerata la svolta confermata dal ministero, l’ha disegnata l’Asst Bergamo Est: aveva già in progetto di proporre l’antinfluenzale – su linee diverse – anche negli stessi hub di Clusone e Chiuduno dove si eseguono ora le somministrazioni anti-Covid, e dove tra l’altro da ieri è iniziato anche il recupero delle campagne vaccinali per gli adolescenti (antimeningococco, anti-Hpv). A proposito di hub vaccinali, c’è l’ipotesi che la cooperativa Iml – che con i medici di base gestisce già i centri di Albino e Mapello – possa gestire anche l’hub alla Fiera di Treviglio.

Operatori sanitari

Nella call convocata dalla Regione, si è confermato che a breve partirà la dose «booster» anche per gli operatori sanitari: il ministero prevede dei criteri di priorità legati a età, patologie e reparti in cui si lavora, ma verosimilmente poi la si estenderà a tutti; le inoculazioni dovrebbero avvenire tra ospedali e hub. In Bergamasca la platea è stimata in circa 24 mila camici bianchi.

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