Dai corsi di chitarra all’«aggiustatutto»: nuova vita agli spazi del Lazzaretto

L’inaugurazione Le tre «celle» che ospitavano l’ufficio permessi della polizia al centro di un progetto con rete di quartiere, associazioni e il Comune.

Un nuovo spazio al Lazzaretto, promosso dalla rete di quartiere Conca Fiorita e sostenuto dal Comune di Bergamo: le tre «celle» che ospitavano l’ufficio permessi della polizia locale hanno ripreso vita grazie al progetto «Spazio Lazza 1,2,3». Sabato 14 maggio l’inaugurazione ufficiale di locali che già da un paio di mesi sono «attivi» grazie ai volontari del quartiere che mettono a disposizione tempo e conoscenze per gli altri, gratuitamente. Dal corso di chitarra per ipo e normovedenti a quelli di maglia, dall’orticoltura biologica all’«aggiustatutto», le attività in corso sono diverse, fino alla fine dell’estate (indicazioni sulla pagina Facebook delle Reti di quartiere). L’iniziativa è regolamentata da una convenzione che il Comune di Bergamo ha stretto con le associazioni Omero Bergamo, Conca Fiorita e Ortaggi e relazioni.

«Un regalo alla collettività»

I tre sottoscrittori sabato hanno proposto alcune attività nelle tre celle rinnovate, spazio aperto a tutta la cittadinanza: «La storia di questo spazio risale a novembre 2019 – ricorda l’assessore alla Partecipazione Giacomo Angeloni –. La pandemia ci ha rallentato, ma siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo sottoscrivendo una convenzione. È la quinta in città, stiamo scrivendo la sesta, nel quartiere di Santa Lucia. Il Comune mette a disposizione gli spazi, ma quello che fanno le associazioni è un regalo alla collettività».

«Grazie all’amministrazione – afferma Caterina Tedesco, della rete di quartiere –. Speriamo che questa bella collaborazione vada avanti e che gli amici che stanno facendo vivere questo luogo siano sempre di più». «Che questo luogo sia un focolare di carità» ha detto il parroco di Conca Fiorita don Giuseppe Arrigoni durante la benedizione. Presenti anche le suore del vicino istituto del Sacro Cuore e alcuni rappresentanti dell’istituto comprensivo «Camozzi», che stanno collaborando al progetto.

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