Danni da maltempo: in quattro anni 110 milioni di euro

IL CONVEGNO. Il conto delle calamità del 2020 e 2023. In Italia l’anno scorso 378 eventi estremi, saliti del 22%. Il ministro: sbloccato il Piano di adattamento climatico.

Centodieci milioni di euro circa. È l’ammontare dei danni stimati – tra pubblico e privato – dei tre grandi eventi di maltempo che hanno interessato la Bergamasca negli ultimi 4 anni. Le piogge dell’ottobre 2020, che hanno causato esondazioni e frane, hanno già visto il riconoscimento della stato di emergenza: i danni stimati superarono i 39 milioni, con 37 Comuni coinvolti. Da Stato e Regione sono arrivati 20,6 milioni. «Gli interventi sono in fase di conclusione», ha spiegato il geologo Michele Gargantini dell’Utr di Bergamo, intervenuto, insieme al collega Carlo Toffaloni, al convegno «Dissesto idrogeologico e gestione sostenibile del territorio nell’era del cambiamento climatico». L’incontro è stato promosso dalla Provincia, su iniziativa del consigliere delegato alla Protezione civile Massimo Cocchi, insieme al Consiglio nazionale dei geologi, alla sua fondazione Centro Studi, all’Ordine dei geologi della Lombardia e all’Ordine degli ingegneri della Provincia di Bergamo. Il 2023 ha registrato sul nostro territorio due eventi dalle pesanti ricadute: i nubifragi di luglio hanno causato danni per 52,5 milioni, in particolare ai privati, distribuiti in molte parti del territorio.

Gli stanziamenti della Protezione Civile

A oggi, il dipartimento di Protezione civile ha stanziato 9,4 milioni a livello lombardo: «Gli interventi sono in fase di programmazione», ha detto Gargantini. Istruttoria in corso, infine, per la richiesta di stato di emergenza tra ottobre e novembre 2023: il maltempo è «costato» alla Bergamasca 17,2 milioni, con erosioni spondali, danni a infrastrutture, esondazioni localizzate. Per ora ci sono i 582mila euro garantiti dalla Regione le somme urgenze.

Il cambiamento climatico

Che il 2023 sia stato critico sul fronte climatico lo dicono anche i dati dei meteorologi: Manuel Mazzoleni di «3B Meteo» ha parlato di un anno «da record sotto molto aspetti: per le temperature, visto che è il più caldo da quando si fanno le misurazioni. Ma anche per i gas serra: l’Homo Sapiens non aveva mai vissuto con concentrazioni così alte di Co2».

«Il cambiamento climatico è un dato di fatto», ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto in collegamento al convegno. Nel 2023 gli eventi estremi in Italia sono stati 378, aumentati del 22% rispetto al 2022. «Elementi che ci devono far riflettere – ha aggiunto il ministro – e che sono alla base del Piano nazionale di adattamento climatico, che dopo 7 anni, noi abbiamo pubblicato». Pichetto ha sottolineato il peso di una burocrazia «non adatta ai tempi: su questo ci dovrà essere l’impegno di tutti», ha sottolineato la volontà di agire «sul fronte energetico», e ha citato l’importanza di migliorare la capacità di raccolta dell’acqua piovana, ricordando la nomina del commissario per la siccità: «Avremo sempre più eventi estremi alluvionali». Quanto alle azioni da intraprendere, «non è un problema di soldi, ma insieme dobbiamo fare lo sforzo di definire la scala di priorità». E sul problema dei danni, il ministro sottolinea il ruolo «del sistema assicurativo, per accompagnare le imprese».

Che il cambiamento climatico sia un fattore di aumento del rischio di dissesto idrogeologico, lo ha evidenziato anche Claudio Merati, a lungo dirigente della sede territoriale della Regione. Altre criticità sono date dalle nuove urbanizzazioni. «Fondamentale è una “invarianza idraulica” degli interventi – ha detto Merati –. Se aumenta l’impermeabilizzazione del terreno, abbiamo punte di piena più alte, più erosione, più rischio di esondazioni».

Argomenti tanto più cruciali in un territorio dove i potenziali dissesti «ci sono praticamente tutti», ha ricordato Merati. In quest’ottica Rudi Ruggeri, del Consiglio nazionale dei geologi, ha lanciato un appello agli amministratori: «Bisogna andare oltre la classificazione Pai (sul rischio idrogeologico, ndr): dobbiamo fare simulazioni sul futuro, anche negli scenari catastrofici, non guardare il passato». Sul Piano nazionale di adattamento climatico, Ruggeri ha evidenziato che «contiene tantissime azioni, ma molte sono “soft”, e poche sono finanziate».

Il geologo Domenico Nucera ha comunicato che al ministro verrà inviato un documento di sintesi con alcune proposte, redatto dagli Ordini professionali coinvolti nel convegno.

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