Disagio giovanile e autolesionismo, il fenomeno «veleni»

L’ALLARME. Dal 2015 al primo semestre del 2023 aumentate del 126% le consulenze chieste al Centro antiveleni dell’Asst Papa Giovanni per episodi di ingestione di sostanze nocive che hanno coinvolto ragazzi tra 10 e 17 anni.

Fragilità, ansie, isolamento sociale. Sono sempre di più gli adolescenti che, attanagliati nella morsa di un crescente disagio, mettono in atto azioni di autolesionismo, in troppi casi fino a togliersi la vita. Tra le modalità che sono tragicamente «in voga», l’abuso di farmaci e l’assunzione volontaria di sostanze nocive per l’organismo, che si possono recuperare facilmente in casa o tramite gli shop online. Sono i numeri a confermarlo. Ma è proprio il fatto che i numeri di questi gesti volontari siano in aumento nella fascia d’età compresa tra i 10 e i 17 anni a imporre una riflessione su un tema così delicato.

I dati del Centro antiveleni

Non è facile parlare di suicidi, soprattutto per il rischio di emulazione che si può ingenerare, ma non si possono nemmeno ignorarne le evidenze sul territorio di Bergamo e provincia. Per tracciare un quadro della situazione e comprendere la portata del fenomeno, sono importanti i dati raccolti dal Centro antiveleni (Cav) dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che tiene conto del numero delle consulenze e dei casi clinici pervenuti in ospedale.

«Il numero di accessi al pronto soccorso per assunzione volontaria di farmaci o di altre sostanze nocive da parte degli adolescenti è aumentato negli ultimi anni – spiega il dottor Giuseppe Bacis, responsabile del Centro antiveleni -. Si tratta di un fenomeno che sta interessando l’intero territorio nazionale e che comprende di conseguenza anche il territorio bergamasco».

I casi di gesti estremi sono aumentati negli anni della pandemia

Tra il 2015 e il primo semestre del 2023 il Cav di Bergamo ha registrato un incremento complessivo del 126% nel numero delle consulenze per episodi che hanno coinvolto adolescenti tra i 10 e i 17 anni. Si è passati dal 15,05% di tentati suicidi adolescenziali per ingestione volontaria di sostanze nocive o farmaci nel 2015, al 34,09% nel 2022, mentre nei primi sei mesi di quest’anno tale percentuale si è assestata al 28,3%. La restante parte, invece, riguarda i casi di intossicazioni accidentali, abuso di sostanze stupefacenti o altri episodi per cui si è resa necessaria una consulenza da parte del Centro antiveleni.

Se nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019 i casi registrati dal Centro antiveleni dell’Asst Papa Giovanni XXIII (che si occupa di consulenze a livello nazionale) erano stati in totale 295, con una media di 59 all’anno, tra il 2020 e il 2022 se ne sono registrati 354, con una media di 118 all’anno. In pratica il doppio. E nei primi sei mesi del 2023 sono stati 62. Prendendo in esame nello specifico la provincia di Bergamo, nel periodo 2015-2019 i casi sono stati 109, con una media di 22 all’anno, mentre sono aumentati a 117 (in media 39 all’anno) nel periodo 2020-2022, con un incremento medio del 77%, e sono stati 23 nei primi sei mesi di quest’anno. Nel 76% degli episodi erano stati assunti farmaci, specie quelli da banco, mentre nel 14% erano stati utilizzati prodotti per uso domestico, come detersivi o sostanze corrosive. Nel 10% dei casi, invece, gli adolescenti avevano assunto volontariamente altri tipi di sostanze velenose per l’organismo.

Da agosto i mezzi di soccorso dell’Areu hanno a bordo i farmaci antidoto

«Nella quasi totalità dei casi, fortunatamente, intervenendo d’urgenza si riesce a superare la fase acuta tramite un trattamento che prevede la decontaminazione gastrica, le terapie di supporto e l’utilizzo di antidoti specifici – sottolinea il responsabile del Cav di Bergamo –. Nell’arco delle 24/48 ore i pazienti vengono poi presi in carico dalla Neuropsichiatria infantile per la valutazione e l’inizio del percorso di cura psicologica e, se indicato, farmacologica». Ci sono, però, anche dei casi in cui, purtroppo, non si riesce a invertire l’effetto delle sostanze assunte. O perché presenti nell’organismo del paziente in quantità troppo elevate, o perché la chiamata ai soccorsi arriva tardivamente.

Proprio a fronte delle crescenti segnalazioni dei Centri antiveleni nazionali per casi di ingestione di alcune sostanze chimiche velenose specifiche a scopo autolesionistico negli adolescenti, anche la direzione sanitaria di Areu si è mossa nell’ottica della prevenzione: da agosto le automediche e gli elicotteri della flotta dell’elisoccorso regionale sono stati dotati di un farmaco antidoto, da utilizzare in emergenza urgenza per cercare di bloccare gli effetti dei composti ingeriti prima che sia troppo tardi.

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