«Disastri continui, ora un Piano di prevenzione». Prossima settimana stato di emergenza

DAL GOVERNO. A stretto giro - la prossima settimana - le prime risorse per sostenere le regioni che hanno dichiarato lo stato di emergenza, Lombardia e Sicilia in testa: si valutano in centinaia di milioni di euro i danni causati dai roghi e nubifragi degli ultimi giorni.

Ma, annuncia la premier Giorgia Meloni, «l’obiettivo di medio termine che il Governo si dà è quello di superare la logica degli interventi frammentati varando un grande piano di prevenzione idrogeologico». E si muove anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha chiamato il governatore della Sicilia Renato Schifani, dichiarandosi disponibile a eventuali interventi, anche in prima persona, se necessari. Il capo dello Stato ha invitato a «sensibilizzare l’Ue, gli altri Paesi del Mediterraneo e la comunità internazionale, al fine di agire più rapidamente ed efficacemente» per contrastare i rischi climatici.

Pochi numeri danno l’idea del superlavoro dei vigili del fuoco negli ultimi tre giorni: ben 4mila interventi tra incendi e maltempo, mobilitate 10mila unità di personale e 2mila mezzi.

E la macchina dei soccorsi non è stata in grado di rispondere a a tutte le emergenze. «Non abbiamo - ha spiegato Meloni - tutti i mezzi necessari. Nei mesi scorsi il Governo ha già incrementato le assunzioni tra chi è chiamato a soccorrere e sin dalla prossima legge di bilancio intendiamo aumentare le spese per la manutenzione di veicoli ed aerei. Ma i continui disastri a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi - ha sottolineato - dimostrano che le emergenze saranno sempre più presenti e questo significa che dobbiamo certo lavorare transizione ecologica, ma che dobbiamo anche fare quello che non si è avuto il coraggio di fare nel passato, cioè lavorare per mettere in sicurezza il territorio».

Piano da metà 2024

Il Piano potrebbe vedere la luce nella prima metà del 2024 e ci stanno già lavorando i tecnici della cabina di regia sul dissesto. Ci sarà una nuova «rilettura» del territorio alla luce dei cambiamenti climatici con interventi mirati, dal recupero e cura dei territori abbandonati alla realizzazione di nuove dighe, dalla riduzione degli sprechi idrici alla riqualificazione dei corsi d’acqua. Ed i costi? «Parliamo certamente di centinaia di miliardi, ma la sicurezza a costo zero non è possibile», ha spiegato ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, che in serata ha riferito in Consiglio dei ministri sulla situazione. Nel mirino di Musumeci i negazionisti del clima: «di fronte alla grandine gigante, ai nubifragi, ai tornadi, ai 47 gradi, chi può negare? Siamo nella completa dimostrazione che le due Italie di questi giorni sono le facce di una stessa medaglia, che si chiama tropicalizzazione». Quanto ai mezzi, il Governo chiede a Bruxelles un potenziamento della flotta europea dei Canadair, che è «assolutamente insufficiente».

Lombardia e Sicilia

Sul tavolo del ministro sono intanto arrivate le prime richieste di stato di emergenza di Lombardia e Sicilia. Per la prima la stima, al momento, per difetto, è di 100 milioni di euro, esclusa Milano che è stata devastata dal nubifragio. Sii tratta dunque di una cifra destinata a salire considerevolmente. La Sicilia valuta 60 milioni il costo dei primi interventi per far fronte ai danni dei roghi, mentre altri 200 milioni sono stati persi per le ondate di calore nel settore agricolo. Anche in questo caso le cifre aumenteranno. In Veneto ammonta ad un centinaio di milioni di euro le perdite per il maltempo. Il Friuli Venezia Giulia ha già disposto lo stanziamento di 50 milioni di euro per i cittadini e le imprese colpite. Anche l’Emilia Romagna sta facendo i conti dei danni e si appresta a chiedere lo stato di emergenza. «Stiamo istruendo le richieste. Credo che la prossima settimana saremo in condizione di deliberare lo stato di emergenza e stanziare le prime necessarie risorse», ha informato Musumeci.

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